Il radio destro di uno dei mastodonti del museo. È possibile interagire illuminando diversamente ogni oggetto e persino effettuare misurazioni con lo strumento integrato (Immagine: University of Michigan Online Repository Fossils)
Il direttore del museo Daniel Fisher ha cominciato a lavorare alla digitalizzazione tridimensionale delle collezioni ben vent'anni fa, ma solo negli ultimi anni le tecnologie sono diventate abbastanza "mature" perché questa enorme mole di dati potesse essere caricata su un sito internet e gestita dagli utenti direttamente attraverso il browser. Ora è inoltre possibile presentare ogni "calco" tridimensionale in modo fotorealistico: il reperto viene fotografato in 2D da più angolazioni e con avanzatissimi programmi di grafica queste immagini vengono combinate e applicate sul modello computerizzato.
Ci si può rendere conto da soli di quanto sia stupefacente il risultato, ma non si tratta di semplici "effetti speciali": come Fisher spiega in questo video di presentazione, il mestiere di paleontologo è quello di capire come funzionava un animale a partire dai suoi resti, ma questo "puzzle" necessita della possibilità di manipolare a piacimento ogni sua parte: una semplice fotografia bidimensionale non è sufficiente per farci capire davvero che cosa stiamo guardando.
I fossili rivivono online grazie agli scanner 3D
Il museo di paleontologia dell'Università del Michigan ha messo on line le prime digitalizzazioni in 3D dei suoi reperti fossili, un nuovo strumento per gli studi paleontologici e la loro divulgazione