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Il Titanic del mondo antico

Oltre 2000 anni fa, una nave greca carica di tesori affondò al largo dell’isola di Anticitera. Il relitto fu scoperto nel 1900, ma una recente spedizione ha recuperato nuovi eccezionali reperti.
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Nel 1900 alcuni pescatori di spugne spinti fuori rotta da una tempesta scoprirono il relitto di una nave al largo dell’isola greca di Anticitera. Furono recuperati a 55 metri di profondità spettacolari reperti, tra cui statue bronzee e marmoree, gioielli, mobili, cristalleria di lusso, e il famoso meccanismo di Anticitera, il più antico calcolatore meccanico conosciuto.

Il meccanismo di Anticitera, recuperato dal relitto della nave, è sorprendentemente complesso per l’epoca in cui fu realizzato (intorno al 150-100 a.C.). È costituito da una serie di ruote dentate di rame che servivano a calcolare il calendario solare e lunare (immagine: Wikimedia Commons).
Le ricerche però furono sospese dopo la morte di un pescatore e la paralisi di altri due, dal momento che all’epoca non era possibile immergersi in sicurezza a una simile profondità. Da allora, gli archeologi si sono chiesti quali altri tesori del relitto si trovino ancora sepolti sul fondo del mare. Le nuove scoperte Ora un team internazionale di archeologi, tra cui Brendan Foley della Woods Hole Oceanographic Institution e Theotokis Theodoulou dell’Hellenic Ephorate of Underwater Antiquities sono tornati sul posto per nuove ricerche. Durante la prima stagione di scavo, dal 15 settembre al 7 ottobre 2014, hanno creato una mappa del sito in 3D ad alta risoluzione, utilizzando telecamere stereo montate su un veicolo sottomarino autonomo (AUV). Poi è stata la volta dei sub, equipaggiati con rebreather, speciali bombole in cui il gas espirato viene recuperato dopo la rimozione del diossido di carbonio. Questo ha permesso loro di immergersi sul sito per un massimo di tre ore alla volta. I reperti recuparati dimostrano che gran parte del carico giace ancora sul fondale. Sono riemersi componenti della nave, tra cui diverse ancore di piombo di oltre un metro di lunghezza e un anello per il sartiame in bronzo con ancora attaccati frammenti di legno, a riprova del fatto che gran parte della struttura della nave si è conservata sotto i sedimenti.
La brocca di ceramica intatta e l'anello di bronzo per il sartiame trovati durante le nuove ricerche sul relitto di Anticitera (immagine: Brett Seymour)
Un naufragio spettacolare Il carico è sparso su un'area molto più grande di quella esplorata dai pescatori di spugne nel 1900, che copre 300 metri del fondale marino. Questo fatto, insieme all'enorme dimensione delle ancore e delle tavole dello scafo recuperate dimostra che la nave di Anticitera era molto più grande di quanto si pensasse, con una lunghezza stimata attorno ai 50 metri. «I reperti suggeriscono che questo sia il più grande naufragio antico mai scoperto», ha detto Foley. «È il Titanic del mondo antico.» Gli archeologi hanno portato in superficie anche una bella brocca da tavolo intatta e parte della gamba di un letto decorato. Ma il ritrovamento più spettacolare è un’enorme lancia di bronzo di 2 metri di lunghezza, troppo grande e pesante per fungere da arma. Nel 1901 furono recuperati quattro cavalli giganti di marmo, perciò gli archeologi ipotizzano che dovessero trainare un carro con la statua gigante di un guerriero (a cui potrebbe appartenere la lancia).
La grande lancia di bronzo, quasi certamente appartenente a una statua gigante, recuperata dagli archeologi durante gli ultimi scavi (immagine: Brett Seymour)
Il naufragio risale al 70-60 a.C. e si pensa che trasportasse un lussuoso carico di tesori greci dalla costa dell’Asia Minore occidentale a Roma. Anticitera si trovava sulla rotta di questo traffico marittimo, e le sue scogliere a picco devono aver fracassato la nave durante una violenta tempesta. Gli archeologi hanno intenzione di tornare sul sito il prossimo anno per proseguire gli scavi e recuperare altri tesori. Tra questi, si spera, la grande statua a cui apparteneva la lancia.   Immagine banner in evidenza: Whoi Immagine box in homepage: Wikimedia Commons
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