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CSI: Leicester

Grazie alla genetica forense si è completato il puzzle che ha portato all'identificazione dei resti di Riccardo III: dopo 529 anni il caso è chiuso.
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Nel 2012 gli archeologi inglesi hanno fatto una scoperta eccezionale: dagli scavi in corso dove un una volta sorgeva il monastero francescano di Grey Friars, a Leicester, è emerso uno scheletro molto particolare. L’uomo a cui era apparteneva era morto a circa 30 anni, probabilmente a causa di gravi ferite alla testa, e la datazione del reperto col metodo del carbonio 14 indicava che fosse vissuto tra il 1455 e il 1540 dopo Cristo. Si trattava di una persona gracile, con una scoliosi molto pronunciata che probabilmente lo portava a tenere la spalla destra un po’ più sollevata rispetto alla sinistra. Niente che un buon vestito non potesse nascondere, ma i suoi nemici non avrebbero avuto difficoltà a esagerare il difetto e a parlare di gobba: si trattava forse dei resti di Riccardo III, il celebre nobile salito al trono di Inghilterra nel 1483 e morto in battaglia due anni dopo? Enigma antico, tecnica d'indagine moderna Tutti i pezzi sembravano al loro posto, compreso il fatto che le fonti storiche indicavano proprio Grey Friars come il luogo di sepoltura del monarca, ma per chiudere definitivamente il caso serviva anche il contributo della genetica forense. I ricercatori dell'Università di York (Regno Unito) e dell’Università Paul Sabatier (Francia) hanno estratto dai denti e da un femore dello scheletro il DNA dell’individuo sepolto a Grey Friars. L’Università di Leicester invece ha prelevato il DNA dai discendenti attuali di Riccardo III. Il DNA mitocondriale, presente in moltissime copie e che si eredita solamente dalla madre, è stato confrontato con quello dei discendenti per linea femminile. Allo stesso modo il DNA del cromosoma Y, che i maschi ereditano dal padre, è stato confrontato quello di alcuni discendenti della linea maschile. I genetisti hanno anche cercato quei marcatori genetici che possono rivelarci con precisione il colore degli occhi e dei capelli. Il DNA mitocondriale dello scheletro corrispondeva con quello dei discendenti per linea materna di Riccardo III, il quale aveva occhi chiari e capelli scuri come quelli che, secondo il DNA, doveva avere l'individuo riesumato a Grey Friars.
Gli occhi e i capelli previsti dalle analisi genetiche a confronto con il ritratto di Riccardo III Immagine: King et al, Nature Communications (2014)/The Society Society of Antiquaries of London
Il cromosoma Y invece, non corrispondeva, ma i ricercatori quasi se lo aspettavano visto che, specialmente a corte, i casi di falsa paternità dovevano essere frequenti. Questi risultati, pubblicati di recente su Nature Communications, identificano quindi positivamente lo scheletro trovato nel 2012 come quello del Re inglese ingenerosamente descritto da William Shakespeare come un "velenoso rospo gobbo". La prova del DNA, da sola, non basterebbe, ma bisogna aggiungere che lo scheletro ha l’età giusta, che si trovava proprio dove si pensava, che le ferite sono compatibili con quelle di una battaglia, e che il reperto risale all’epoca esatta: le probabilità che appartenesse a un’altra persona con quel preciso DNA mitocondriale e quell’aspetto diventano irrisorie. Il caso, finalmente, è chiuso. Immagine in apertura: University of Leicester Immagine box: The Society Society of Antiquaries of London 
Riccardo III
richard III

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