La pagina del taccuino di Newton dedicata alle piante. In alto a sinistra è visibile un diagramma: a. è la base del vaso conduttore, b. la sua sommità, c è una "particella" di luce che sta per colpire il liquido alla sommità. Immagine: Cambridge Digital Library
Lette oggi le parole di Newton sembrano anticipare la teoria della coesione-tensione (1895), che è tuttora il modello più accettato (e confermato) per spiegare il trasporto della linfa: le piante vascolari perdono acqua attraverso gli stomi (traspirazione), generando un "risucchio" che permette la salita della linfa dalla parti più basse della pianta. Questo, assieme alla capillarità, permette il trasporto dei fluidi anche in piante di enormi dimensioni.
Come spiegato questo mese in un articolo del botanico David Beerling su Nature Plants, purtroppo non abbiamo idea del contesto in cui Newton scrisse queste geniali righe. Quanto pensò al problema? E perché quella è l'unica nota sulle piante? Forse non lo sapremo mai.
Nelle parole di Beerling: «Forse non dovrebbe sorprenderci che il genio di Newton sia stato capace di sviluppare il germe di un'idea per la salita della linfa nelle piante circa due secoli prima che i botanici riuscissero ad arrivarci da soli. Ma è bello pensare che anche Newton non fosse immune al fascino e alla sfide che le piante offrono a una mente creativa.»
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Immagine in apertura: Cambridge Digital Library
Immagine box: Isaac Newton in un dipinto di Godfrey Kneller, Pubblico Dominio via Wikimedia Commons
Newton e le piante
Il più grande dei filosofi naturali aveva risolto un problema su cui i botanici avrebbero continuato a scervellarsi per due secoli, era tutto in poche righe di appunti riscoperte di recente.