Il punto caldo delle Galápagos
Uno studio pubblicato su Earth and Planetary Science Letters da un gruppo di ricercatori dell’Università del Colorado a Boulder (USA) fornisce nuovi indizi. Secondo gli autori, un evento ben preciso nella storia dell’arcipelago può spiegare la sua ecologia unica: la formazione di Isabela, l’isola maggiore, avvenuta circa 1,6 milioni di anni fa. Le Galápagos sono isole vulcaniche situate su un hotspot o punto caldo, una zona di risalita del mantello all’interno di una placca tettonica anziché ai suoi margini, dove di solito si formano i vulcani. Altri esempi di hotspot sono quelli delle Hawaii, dell'Islanda, di Yellowstone e delle Azzorre.
Le testuggini giganti sono tra gli animali più emblematici delle Galápagos. Delle 14 sottospecie che popolavano a migliaia le diverse isole oggi ne sopravvivono 10 (immagine: David Berkowitx/flickr)
La placca di Nazca su cui poggia l’arcipelago si sta spostando da ovest verso est, alla velocità di circa 4 cm l’anno, mentre l’hotspot resta fisso. Di conseguenza, si formano sempre nuove isole man mano che le più vecchie sono trascinate a est. Prima o poi, però, le isole subiscono tutte lo stesso destino: dopo una lenta erosione, finiscono per inabissarsi.
Quello delle Galápagos è comunque un arcipelago piuttosto giovane e geologicamente dinamico: Española, oggi l’isola più antica e più orientale, si è formata 4 milioni di anni fa; Fernandina invece, la più giovane e occidentale, attualmente sulla cima dell’hotspot, ha appena 700 000 anni. Per fare un confronto, le isole Hawaii hanno 20 milioni di anni.
Dopo Isabela, tutto è cambiato
Secondo il nuovo studio è stata Isabela, che si trova subito a est di Fernandina, a cambiare il destino dell’arcipelago e dei suoi abitanti. Con una lunghezza di 132 km e i suoi 5 vulcani attivi, uno dei quali supera i 1700 metri, Isabela è l’isola più grande e alta dell’arcipelago.
L'arcipelago delle Galápagos fotografato dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). L'isola più grande a forma di stivale è Isabela, affiancata da Fernandina, la più giovane (immagine: Wikimedia Commons)
Ma ha anche un’altra peculiarità: si trova proprio a cavallo dell’Equatore, e rappresenta una barriera insormontabile per la corrente equatoriale profonda (Equatorial Undercurrent, in sigla EUC). Questa corrente sottomarina fredda si muove verso est a livello dell’Equatore, a una velocità di oltre 1 metro al secondo a alla profondità di circa 100 metri.
Un tempo raggiungeva le coste del Sud America, ma a partire da 1,6 milioni di anni fa, l’innalzamento di Isabela ne ha bloccato il flusso, costringendola a risalire in superficie. La corrente trasporta enormi quantità di sostanze nutritive che alimentano uno egli ecosistemi marini più produttivi del pianeta.
Un pinguino delle Galápagos, l'unica specie di pinguino a vivere all'Equatore, approfitta dell'abbondanza di cibo nelle fredde acque che lambiscono le isole (immagine: Wikimedia Commons).
Nelle fredde acque che lambiscono la costa occidentale dell’isola nuotano perfino i pinguini, l’unica popolazione al mondo che vive a livello dell’Equatore. Ma l’abbondanza di pesce sfama anche miriadi di altri uccelli marini, colonie di otarie, squali e molti altri predatori.