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Nobel per la Fisica 2017 alle onde gravitazionali

Sono Weiss, Thorne e Barish, pionieri della collaborazione Ligo/Virgo a cui partecipa il nostro INFN, i vincitori del premio Nobel per la Fisica «per la rivelazione delle onde gravitazionali».
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Per una volta Einstein si è sbagliato. Lo scienziato non credeva che le onde gravitazionali da lui previste nel 1916 sarebbero mai state misurate, e invece, il 14 settembre 2015, gli interferometri di LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) per la prima volta hanno "ascoltato" quello che succede allo spazio-tempo quando due buchi neri si fondono tra loro. Oggi la Fondazione Nobel premia tre scienziati che hanno reso possibile questo traguardo. Metà del riconoscimento è per Rainer Weiss, fisico del MIT che ha già contribuito a scoperte epocali, come la misurazione della radiazione cosmica di fondo. Negli anni '70, quando cominciò a lavorare ai metodi per misurare le onde gravitazionali, erano in pochi a credere che l'impresa fosse possibile. Tra questi c'era un'altra leggenda della fisica: Kip Thorne del Caltech, esperto di buchi neri che, tra le altre cose, è stato consulente per il film Interstellar. Assieme allo scozzese Ronald Drever questo è il trio dei pionieri che ha segnato la ricerca delle onde gravitazionali. Drever, però, è morto la scorsa primavera. La seconda metà del premio è divisa tra Thorne e Barry C. Barish, sempre del Caltech. Barish negli anni '90 ha trasformato LIGO dal progetto di una manciata di persone alla colossale collaborazione scientifica che alla fine ha permesso di arrivare fino al traguardo.

Come ha spiegato Adele La Rana in Che cosa sono le onde gravitazionali?, c'è anche l'Italia dietro questa impresa. Oltre ai due interferometri di LIGO, infatti, vicino a Pisa c'è l'interferometro VIRGO, e i gruppi di ricerca coinvolti nei due continenti lavorano in stretta collaborazione. Ed è di pochi giorni fa la notizia che anche il nostro strumento, il 14 agosto, è riuscito a registrare, assieme a LIGO, le onde gravitazionali emesse dalla fusione di due buchi neri a 1,8 miliardi di anni luce di distanza. Il presidente dell'INFN Fernando Ferroni ha commentato così l'annuncio del Nobel: «Premiata la scoperta del secolo, realizzata dopo un secolo di attesa: giusto riconoscimento a chi con tenacia ha, per oltre vent’anni, inseguito il visionario progetto di riuscire a captare il debolissimo segnale generato da un catastrofico evento avvenuto lontano, nel cosmo.» Immagine in apertura: Ligo  Immagine box: N. Elmehed. © Nobel Media 2017
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