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Marie Sklodowska Curie: scienziata, moglie, madre

A 100 del suo secondo Nobel, Marie Curie-Sklodowska è un esempio ancora oggi di abnegazione e passione per la scienza, ma anche di completezza come persona e donna, per le donne e gli uomini di tutti i tempi. In occasione della cerimonia di consegna dei premi Nobel 2011, ripercorriamo le tappe principali della sua storia. Con domande di comprensione del testo
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Sabato 10 dicembre a Stoccolma si è svolta la cerimonia di consegna dei premi Nobel del 2011. Come ogni anno, da 110 anni, i laureati hanno ricevuto il riconoscimento (una medaglia, un diploma e un premio in denaro) più ambito del mondo scientifico davanti all’Accademia scientifica svedese, rendendo in cambio una lecture, una lezione magistrale. Questanno mancherà una voce, quella dellimmunologo Ralph Steinmann, scomparso solo 3 giorni prima dellannuncio del premio, ma comunque insignito a memoria dellimportante riconoscimento. Abbiamo parlato in questo sito dei premi per la medicina, la chimica e la fisica e raccolto anche alcuni approfondimenti sulle scoperte che hanno portato ai premi. Il 2011, nellambito dei Nobel, è un anno significativo: vi cade infatti anche il centenario del Nobel per la chimica assegnato a Marie Cure, secondo premio della sua vita per la scoperta di due nuovi elementi chimici, il polonio e il radio e lo studio delle loro proprietà. Marie Curie aveva già vinto un premio Nobel, per la Fisica, nel 1903 assieme al marito Pierre e al fisico Henri Becquerel.  
Marie Curie in unimmagine ufficiale (Immagine: Nobelprize.org)
Marie Curie: donna e scienziata pioniera
Due premi alla stessa persona e in due ambiti scientifici diversi, unico caso nella storia dei Nobel. Non cè stato altro uomo o altra donna che abbiano ricevuto due premi in due discipline scientifiche diverse: Linus Pauling li vinse per la Chimica e per la Pace, mentre gli altri unici casi di doppio premio sono relativi a singole discipline scientifiche. Marie Curie, donna scienziata pioniera sotto diversi aspetti, rappresenta anche in questo caso un caso eccezionale e unico.
Marie Curie, polacca di Varsavia (il suo cognome da nubile era Sklodowska), è e rimane ancora il simbolo dellabnegazione e della passione per la ricerca scientifica. Dopo un'evidente precocissima brillantezza e quella che potremmo considerare la formazione liceale, fu costretta a interrompere gli studi per mantenere le lezioni per la laurea in medicina della sorella alla Sorbona e rimettere a posto i dissestati conti paterni, lavorando come precettrice in ricche famiglie polacche. Marie raggiunse Parigi e potè dedicarsi agli amati studi di fisica e matematica soltanto alletà di 26 anni, scontrandosi con i giovani rampolli benestanti francesi, per la maggior parte di sesso maschile. Parigi allepoca era comunque lunica porta daccesso allistruzione universitaria per le donne, nonostante richiedesse il pagamento di una retta particolarmente onerosa e ovviamente una perfetta comprensione della lingua. Ma Marie non si scoraggiò davanti agli ostacoli degli studi francesi e riuscì a passare brillantemente gli esami di fisica e matematica, rivelandosi ben presto tra le allieve migliori del suo anno.
Una vita per la fisica
Marie però non è stata solo una studentessa modello prima, e uneccellente ricercatrice e docente poi: è stata una donna a tutto tondo che ha saputo coniugare famiglia e passione scientifica.
La svolta della sua carriera come scienziata avviene infatti con lincontro con Pierre Curie, fisico francese dalle grandi promesse, ma sognatore e schivo come lei. Lunione dei due diventa sodalizio amoroso, ma anche scientifico: grazie a Marie, Pierre riesce a perseguire un riconoscimento accademico (con un dottorato e poi linsegnamento universitario) e grazie a Pierre, Marie decide definitivamente di non tornare in Polonia a insegnare, ma di rimanere a Parigi per fare ricerca in fisica e su quello che poi si rivelerà lo studio della radioattività degli elementi.
I loro studi dei fenomei radiottivi, gli stessi che sono loro valsi il premio Nobel, si collocano in un periodo di grande fermento per le conoscenze chimico-fisiche della materia. Nel 1886 Heinrich Hertz aveva dimostrato sperimentalmente l’esistenza delle onde radio, poi sfruttate proficuamente da Guglielmo Marconi con l’invenzione, appunto, della radio. Pochi anni dopo, nel 1895, Wilhelm Conrad Röntgen scopriva una nuova tipologia di radiazione che chiamò, forse con scarsa fantasia, «raggi X». In ambito medico, la scoperta di Röntgen ha trovato presto applicazioni dirette e ha contemporaneamente aperto una nuova prospettiva di ricerca in ambito fisico.

Marie Curie al lavoro con il marito Pierre

In quello stesso periodo, infatti, Henri Becquerel esponeva alcuni sali di uranio alla luce solare per cercare di capire se la nuova forma di radiazione poteva avere una connessione o meno con la luminescenza. Per caso, grazie a qualche giorno di cielo coperto, scoprì una ulteriore nuova forma di radiazione, emanata spontaneamente senza che i sali di uranio venissero illuminati. Inutile sottolineare che i due ricercatori che capirono e spiegarano per primi questo tipo di fenomeni, definitivamente indicati come «fenomeni radioattivi» furono i conuigi Curie.
Le ulteriori analisi di questo tipo di fenomeni furono condotte nell’abituale stretta collaborazione che caraterizzò la vita dei due ricercatori. Nel 1898 isolarono un nuovo elemento chimico che presentava caratteristiche radioattive e che battezzarono polonio in onore della patria d’origine di Marie. Poco dopo isolarono un secondo elemento chimico sconosciuto, ancor più radiattivo del polonio. Fu chiamato radio e la sua scoperta costituì il cuore della ricerca di dottorato della scienziata naturalizzata francese. Pierre morì in un incidente nel 1906 investito da una carrozza, appena tre anni dopo il premio Nobel ricevuto assieme alla moglie, ma prima che quest’ultima ricevesse il secondo per l’isolamento dei due nuovi elementi chimici, a cui Pierre aveva contribuito.Una donna completa Dopo l'incidente e la morte del marito, a Marie venne assegnata la cattedra di fisica di Pierre alla Sorbona, diventando la prima docente donna della storia dell'università parigina. La "successione" per Marie non fu però fonte di gioia: l'avere ottenuto il riconoscimento solo alla morte del suo più intimo collega di studi e di vita sarà per lei un lento dolore che la accompagnerà per tutta la vita. Per alcuni anni, infatti, racconterà in un diario personale, in un immaginario colloquio con il marito, le difficoltà nel ricoprire un ruolo importante, non solo da punto di vista scientifico ma anche sociale, senza il supporto dell'adorato compagno, fornendoci degli elementi essenziali per capire la sua umanità e la sua sensibilità di donna, oltre che di ricercatrice.
Marie e Pierre divennero anche genitori, trasmettendo ai loro figli la passione e la dedizione per la scienza: la figlia Irene, assieme al compagno di ricerche e marito Frederic Joliot, verrà anche lei insignita del Nobel per la Chimica nel 1935 seguendo il filone di studi iniziato dai genitori sulla radioattività. Per pochi mesi, Marie non riuscirà a sapere del premio di Irene, perché morirà nel 1934 a causa di un'anemia aplastica acuta (una malattia delle cellule del sangue), causata probabilmente dal contatto continuo con le radiazioni. 
A distanza di un secolo dal suo secondo premio Nobel, Marie Curie è un esempio ancora vivido di caparbietà e passione per il proprio lavoro, ma anche di completezza come persona e come donna: moglie, madre e scienziata allo stesso tempo, racconta alle donne di oggi e domani, ma anche agli uomini, di come la capacità e la forza delle proprie idee possano superare barriere sociali, geografiche ed economiche.
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Per saperne di più sulla condizione femminile ai tempi di Marie Curie:
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Domande per la comprensione:
Per quali scoperte Marie Curie vinse il premio Nobel nel 1903? E nel 1911?
Quali altre scoperte in ambiti contigui a quelli di cui si occuparono i coniugi Curie avvennero nello stesso periodo?
Perché decise di fermarsi a studiare a Parigi e non rientrò in Polonia?

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