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Morte di una cometa

Un’immagine che ha tolto il fiato anche ai ricercatori della NASA: per la prima volta, colto in una ripresa video il progressivo disintegrarsi di una cometa mentre si avvicina al Sole. Ma come muore una cometa?
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Un’immagine che ha tolto il fiato anche ai ricercatori della NASA: per la prima volta, colto in una ripresa video il progressivo disintegrarsi di una cometa mentre si avvicina al Sole. Ma come muore una cometa?
 
Nessuno aveva mai pensato di poterla osservare direttamente, tanto meno di registrarne un video da guardare e riguardare. Eppure la cometa C/2011 N3 ci è riuscita, regalando agli astronomi la prima dimostrazione diretta di come muore una cometa.

La cometa C/2011 N3 (sul lato destro, a ore 4) mentre si avvicina al Sole. Il disco opaco fa parte del sistema di rilevamento SOHO, con cui l’immagine è stata ottenuta, e serve per bloccare il riflesso abbagliante del Sole (Immagine: NASA.gov)


Il tutto è successo il 6 luglio del 2011, ma ci sono voluti mesi agli scienziati per studiare tutti i dettagli ricavabili da quelle immagini: i risultati di queste indagini sono ora finalmente disponibili sulla rivista Science. Quel giorno di luglio la cometa C/2011 N3 è stata vista avvicinarsi al Sole e disintegrarsi progressivamente per effetto dell’immenso calore. Nel video messo a disposizione dalla NASA, si può vedere la cometa avvicinarsi dal lato destro del Sole, per poi evaporare fino a scomparire del tutto (come mostra la sequenza di fotogrammi riportati qui sotto).
 
Comet Corpse (fragments, 558px)
 

Sequenza di fotogrammi della Cometa C/2011 N3 mentre attraversa e si disintegra nell’atmosfera solare il 6 Luglio del 2011 (Immagine: Solar Dynamics Observatory/K. Schrijver et al)

 
La grande famiglia delle comete radenti di Kreutz
Le comete sono piccoli corpi celesti con un nucleo di gas e polveri: man mano che si avvicinano al Sole, il progressivo riscaldamento e l’azione del vento solare producono la caratteristica chioma (ad una o più code), che si trova invariabilmente in direzione opposta al Sole. La cometa C/2011 N3 appartiene al gruppo delle comete di Kreutz, dal nome dell’astronomo tedesco Heinrich C. F. Kreutz che per primo le studiò alla fine dell’Ottocento.
 
In realtà, si pensa che le comete di Kreutz altro non siano che frammenti di una cometa gigante che, intorno al XII secolo, andrò in frantumi (in molti pensano si tratti della leggendaria cometa che solcò i cieli nel 1106). La stessa famiglia di comete è però nota con il nome inglese di sungrazer comets (comete radenti il Sole): la loro orbita le porta infatti a transitare nelle estreme vicinanze del Sole, abitudine che - per quelle di massa minore – si traduce inevitabilmente nella loro definitiva morte. Quasi inevitabilmente: a volte, alcuni dei frammenti più grandi sono in grado di sopravvivere all’incontro ravvicinato con il Sole, come è stato nel caso della cometa Lovejoy, che nel dicembre del 2011 è emersa trionfante dal suo transito vicino al Sole.
 
La carta di identità della cometa C/2011 N3
Dall’articolo apparso su Science si può delineare la carta d’identità della cometa C/2011 N3, così come è stata evinta dalla semplice osservazione delle immagini fornite da SOHO (Solar and Heliospheric Observatory) : la cometa viaggiava alla velocità di circa 400 miglia al secondo ed è arrivata ad una distanza di circa 62000 miglia dalla superficie del Sole, prima di evaporare completamente. Dal tempo impiegato a disintegrarsi, gli astronomi hanno potuto calcolare in modo indiretto anche la massa e le dimensioni del nucleo di C/2011 N3.
 
Le comete di Kreutz sono comunque comete molto numerose e il sistema SOHO ne registra il transito in prossimità del Sole molto di frequente: ad oggi, il totale ammonta a circa 2100 comete. Questa è però la prima volta che si riesce ad osservarne l’evoluzione fino agli ultimi istanti di vita, fornendo agli scienziati una gran quantità di dati che, in precedenza, era possibile ottenere solo con l’ausilio di sonde ad esse dedicate.

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