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Più veloce della luce? /5

Si chiude ulteriormente il capitolo "neutrini più veloci della luce" con le dimissioni del fisico, Antonio Ereditato, a capo dell'esperimento OPERA. Vi raccontiamo le ultime fasi della vicenda.
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Abbiamo seguito fin dai primi giorni dell'annuncio, l'evoluzione e il clamore attorno ai dati dell’esperimento OPERA che portavano a credere che i neutrini lanciati dal CERN di Ginevra avessero superato la velocità della luce, andando a scompaginare una delle certezze più solide della fisica moderna. Giorni frenetici in cui le regole della comunicazione interna ed esterna della scienza sono state messe a dura prova, creando un clima di esposizione mediatica eccessiva e eccezionale, sia del gruppo che dello scienziato, Antonio Ereditato, a capo di OPERA. A fine febbraio la dichiarazione che un problema sistematico alla strumentazione avrebbe falsato i dati. Ora l'epilogo, con le dimissioni di Ereditato, di cui vi raccontiamo.
  

Forse è finita come tutti si aspettavano. Antonio Ereditato, responsabile dell’esperimento OPERA, si è dimesso nella tarda serata di giovedì 29 marzo, dopo aver incassato la sfiducia dei membri del suo gruppo.
La notizia era nell’aria da qualche settimana, da quando cioè, in un in un comunicato stampa, i vertici di Opera avevano smentito se stessi, parlando di un «errore nella misura» dovuto a una «cattiva connessione» tra un cavo a fibre ottiche che collega al computer il ricevitore Gps utilizzato per misurare il tempo di percorrenza dei neutrini.

Un’eccessiva esposizione mediatica
Era il 23 febbraio. Che cosa è successo da allora al giorno delle dimissioni? Purtroppo per Opera e per Antonio Ereditato, il volto pubblico di una collaborazione che conta più di cento scienziati, a differenza di quanto non accada per la cronaca o la politica, quando si tratta di scienza le smentite finiscono spesso in prima pagina, e al grido di «Einstein aveva ragione» la storia dei neutrini più veloci della luce diventa il "flop" dei neutrini sulle testate di mezzo mondo.
 

Antonio Ereditato (foto: Cern 2011)

Si tratta tuttavia ancora di notizie ufficiose, nel comunicato stampa di Opera si usano molti condizionali ed Ereditato stesso afferma che «come abbiamo avuto i nostri dubbi all’inizio, li abbiamo ancora». In sostanza manca l’ufficialità della smentita, cioè uno studio che confermi il primato della luce sui neutrini.

La prova di Icarus
La «prova» però non si fa attendere per molto e il 16 marzo a finire sui giornali sono i risultati dell’esperimento Icarus (Imaging Cosmic and Rare Underground Signals), che si trova proprio lì accanto a Opera, nel Laboratorio Nazionale del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN).
Con Opera e Borexino, Icarus, diretto dal premio Nobel Carlo Rubbia, è tra gli esperimenti che studiano i neutrini prodotti dal Cern di Ginevra e sparati per 730 chilometri attraverso la roccia fino al Gran Sasso. I neutrini in arrivo dal Cern interagiscono con le 760 tonnellate di argon liquido che si trovano all’interno del rivelatore di Icarus, innescando nel materiale una serie di reazioni grazie alle quali i ricercatori sono in grado di misurare il tempo di percorrenza dei neutrini.

Presto anche i dati di Minos
«Il risultato», scrivono gli autori nell’articolo pubblicato su ArXiv, «è compatibile con l’arrivo simultaneo di tutti gli eventi con una stessa velocità, quella della luce». Un dato, proseguono i ricercatori nell’articolo, «in netta differenza con i risultati presentati da Opera, secondo i quali i neutrini ad alta energia provenienti dal Cern sarebbero arrivati nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso circa 60 nanosecondi prima rispetto alla velocità della luce».
Le nuove misure di Icarus si basano "solamente" su sette eventi registrati nel novembre scorso e ulteriori conferme si attendono da Minos, un esperimento statunitense che si occupa anch’esso di neutrini. I risultati presentati dai colleghi di Icarus, tuttavia, costituiscono per Antonio Ereditato la spallata finale.

Le dimissioni di Ereditato
Il 28 marzo si tiene al Gran Sasso un workshop sullo stato dell’arte di tutti gli esperimenti dell’Infn presenti nel laboratorio nazionale. In questa occasione il fisico italiano tiene il suo ultimo discorso da portavoce di Opera. Tra quanti lo stanno ascoltando sono pochi quelli che vogliono o possono fare ancora quadrato intorno a lui. Arrivato a questo punto, è possibile che Antonio Ereditato si sia sentito solo. Come succede spesso alle persone che rassegnano le proprie dimissioni.

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