La mappa australiana dei cambiamenti climatici e delle conseguenti migrazioni di organismi (immagine: CSIRO)
La migrazione di specie può avere importanti conseguenze sulla biodiversità locale. L’entroterra australiano, per esempio, è una regione piatta, calda e arida, dove piante e animali sono già vicini al limite della loro tolleranza termica. Le specie che dal nord monsonico dell’Australia dovessero avventurarvisi in cerca di habitat più freschi, finirebbero per soccombere.
Un altro pericolo è che i nuovi arrivati possano sconvolgere le catene alimentari. Le acque più calde e il rafforzamento della corrente orientale australiana hanno spinto il riccio di mare dalle lunghe spine, Centrostephanus rodgersii, sulle coste orientali della Tasmania, dove sta decimando le foreste sottomarine di kelp e danneggiando la pesca all’aragosta.
Le mappe dei cambiamenti climatici non bastano come linee guida per prevedere o affrontare questi problemi, che devono tener conto anche delle risposte dei fattori biotici, come la capacità di adattamento e di dispersione degli organismi. Ma in uno scenario di rapidi sconvolgimenti del clima e di una crescente pressione della popolazione mondiale su un pianeta già sovrasfruttato potranno fornire utili indicazioni. Il tempismo nell’agire, infatti, sarà determinante per consentire al maggior numero possibile di risorse biologiche di sopravvivere al cambiamento.
Organismi in fuga dai cambiamenti climatici
Un team internazionale di scienziati ha prodotto mappe globali che mostrano in che modo stanno cambiando i climi locali: secondo gli esperti saranno di grande aiuto per la previsione dei futuri movimenti migratori degli organismi.