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Pomodori in guerra

Scoperto un nuovo meccanismo di difesa nelle piante di pomodoro: le piante attaccate emettono una molecola che può essere usata dalle piante vicine per sintetizzare un composto di difesa.
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Quando una giraffa bruca un'acacia, la pianta comincia a sintetizzare tannini: in brevissimo tempo non solo le foglie della pianta diventano immangiabili, ma quando le piante vicine captano i tannini dispersi nell'aria (si tratta infatti di composti volatili) cominciano a produrli a loro volta, preparandosi a un eventuale attacco da parte degli erbivori. Questo è solo uno dei tanti esempi di come le piante riescono a comunicare tra loro per difendersi a vicenda, un po' come dei soldati che avvisano i compagni dell'arrivo del nemico. Quello che ancora non sapevamo è che le piante, oltre alle informazioni, si passano anche le "munizioni". Quando i pomodori sono attaccati dai bruchi delle nottue, comunissimi parassiti delle piante della famiglia Nottuidi, sintetizzano un composto pesticida chiamato HexVic ((Z)-3-hexenylvicianoside), grazie al quale riescono a tenere sotto controllo l'infestazione. In condizioni di aerazione controllata, un gruppo di ricercatori giapponesi ha scoperto che le piante che si trovano sottovento rispetto a quelle che vengono attaccate da parte dei bruchi producono molto più HexVic di quelle del gruppo di controllo.
Una larva di Spodoptera litura, la specie di Nottuide usata nell'esperimento (immagine: KENPEI via Wikimedia Commons)
Fin qui sembrerebbe un caso analogo a quello delle acacie: qualche molecola volatile rilasciata nell'aria evidentemente induce le piante vicine a preparare le proprie difese. Gli scienziati però sospettavano che l'HexVic prodotto dalle piante "avvisate" non fosse sintetizzato dal nulla, ma a partire dal composto (Z)-3 esenolo presente nell'aria, cioè utilizzando una delle molecole che rilasciano i pomodori attaccati dai bruchi. Per testare questa ipotesi gli scienziati hanno irrorato le piante con una versione leggermente radioattiva della molecola e poi hanno analizzato i loro tessuti, scoprendo che la totalità dell'HexVic accumulato era stato "fabbricato" a partire da (Z)-3 esenolo radioattivo. Secondo questi risultati, appena pubblicati sulla rivista PNAS, i pomodori non solo usano un composto volatile per comunicare il pericolo, ma al trasportano la molecola al loro interno e la utilizzano come base per sintetizzare la loro "arma" di difesa. I ricercatori stanno già estendo la loro attenzione ad altre colture in grado di sintetizzare HexVic, come il sorgo e il riso, che potrebbero rivelare simili meccanismi di difesa. Kenji Matsui, uno degli autori della ricerca, ha spiegato: «Ora stiamo provando a isolare i geni coinvolti nella glicosilazione dei composti volatili. Speriamo che ulteriori, approfonditi, studi porteranno a nuove tecnologie che permetteranno di applicare queste scoperte all'agricoltura».

Immagine in apertura: The Ewan via Flickr

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