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Tante strade possibili, ma una sola è quella giusta
Il team di ricerca guidato da Yokomama ha passato il tempo a scandagliare, con precisione e pazienza certosina, tutte le possibili mutazioni coinvolte nell’evoluzione del pigmento SWS1 umano (sensibile alla luce blu). Lo studio ha visto coinvolti genetisti, chimici, bioinformatici e biologi cellulari: un approccio multidisciplinare che ha permesso di capire non solo le possibili vie seguite dall’evoluzione, ma anche la ricaduta sulle caratteristiche chimiche delle proteine e sulle loro capacità di captare le diverse lunghezze d’onda della luce.
I genetisti hanno identificato più di cinquemila percorsi evolutivi possibili: per la precisione, 5040 combinazioni di mutazioni necessarie per riprodurre le caratteristiche dalla visione umana. Di tutte queste possibili strade, però, circa l’80% è un vicolo cieco: testando in laboratorio l’effetto di molte mutazioni, i ricercatori si sono accorti che impedivano al pigmento di legare la molecola d’acqua, un requisito indispensabile per il suo funzionamento. Rimanevano a disposizione poco più di mille altri possibili percorsi: i nostri antenati ne hanno imboccato uno soltanto, percorrendolo fino alla fine. Un percorso che oggi è stato finalmente svelato in tutte le sue tappe fondamentali, svelate sulle pagine di PLOS Genetics.
L’aspetto del mondo è negli occhi di chi guarda
E’ interessante come l’evoluzione del pigmento SWS1 abbia seguito strade molto diverse a seconda del ramo filogenetico. In passato, il medesimo adattamento era stato identificato da Yokomama nel pesce sciabola, che oggi vive a profondità di 100 metri: nel corso del tempo, la capacità visiva del pesce, originariamente sensibile agli UV, si è trasformata in una visione a colori. Per farlo, però, ci è voluta solo una mutazione: decisamente meno delle sette di cui hanno avuto bisogno i nostri antenati. Una differenza così netta è forse dovuta alla diversa pressione dell’ambiente: con tutta probabilità, l’ambiente dei nostri antenati è mutato in modo molto più lento e graduale, mentre quello del pesce sciabola deve aver subito un cambiamento tanto repentino da richiedere un adattamento immediato.
Lo stesso fiore appare molto diverso a seconda che a guardarlo sia l'occhio di un furetto , di un essere umano o di una coccinella (Foto: Jolyon Troscianko).
Ancora diversa deve essere stata la strada evolutiva negli uccelli, nei quali il pigmento SWS1 ha riacquisito nel tempo la capacità di captare la luce UV. Percorsi diversi che hanno portato gli esseri viventi ad avere una visione piuttosto diversa delle cose: agli altri animali il mondo appare molto diverso da come appare a noi.
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