Le correnti atlantiche calde (in rosso), come la corrente nord-atlantica, e fredde (in blu), come la North Atlantic Deep Water (NADW) fanno parte di un nastro trasportatore oceanico circolante in tutto il globo (immagine: Stefan Rahmstorf/PIK)
Principale indiziato: il cambiamento climatico
I risultati pubblicati su Nature Climate Change non lasciano dubbi: i recenti cambiamenti sono senza precedenti a partire dal 900 d.C., suggerendo che il riscaldamento globale provocato dalle attività umane giochi un ruolo primario. Il maggior imputato per questo preoccupante rallentamento è infatti la progressiva ma crescente fusione della calotta glaciale della Groenlandia, causata dall’aumento delle temperature, che sta immettendo enormi quantità di acqua dolce nell’Atlantico settentrionale.
Il nastro trasportatore
Le correnti calde superficiali e quelle fredde più profonde sono collegate fra loro formando sistemi in parte chiusi ad anello: da sud, l’acqua calda e quindi più leggera scorre verso nord, dove si raffredda, diviene più pesante e sprofonda, dirigendosi verso sud. La diluizione provocata dalla fusione della calotta della Groenlandia rende l’acqua salata meno densa e riduce la sua tendenza ad affondare, disturbando la circolazione delle correnti nell’Atlantico settentrionale, anche se alcune ricerche propongono spiegazioni alternative per la sua riduzione di salinità.
Un video che mostra il nastro trasportatore oceanico, formato da correnti calde e fredde che ridistribuiscono il calore in tutto il pianeta (fonte: You Tube)
L’allarme degli scienziati
I ricercatori avvertono che questo effetto potrebbe aumentare se le temperature dovessero crescere ulteriormente, e il nastro trasportatore del calore nello scenario peggiore potrebbe rallentare fino a incepparsi, come già successo in passato. L’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) stima che ci sia una possibilità su dieci che questo possa accadere già entro questo secolo. Il raffreddamento osservato nel Nord Atlantico, a sud della Groenlandia, è maggiore di quello che la maggior parte delle simulazioni al computer del clima ha previsto finora. In altre parole, secondo i ricercatori gli attuali modelli climatici stanno sottovalutando il cambiamento in corso, perché non tengono adeguatamente conto dei ritmi di queste dinamiche.
Glaciazione remota, economie a rischio
Gli scienziati certamente non si aspettano nell’immediato futuro una nuova e repentina era glaciale, così come paventata nel film cult The Day After Tomorrow. Tuttavia, è ben noto che anche un graduale ma significativo cambiamento nella circolazione atlantica potrebbe avere gravi effetti negativi sugli ecosistemi marini, sulle attività umane legate alle zone costiere e sul clima in Europa e Nord America.
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