L'annuncio della scoperta
Le successive analisi morfologiche e genetiche hanno confermato che appartenevano a una specie distinta dalle altre sette note. Nel 2003, la balenottera di un Omura è stata presentata al mondo in un articolo pubblicato su Nature da tre scienziati giapponesi, Shiro Wada, Masayuki Oishi e Tadasu K. Yamada, che l’hanno chiamata così in onore del cetologo Hideo Omura.
La rarissima balenottera di Omura è stata da poco riconosciuta come l'ottava specie del genere Balaenoptera (Immagine: REBECCA ROBINSON /NPL /CONTRASTO)
Da allora, di questa balena elusiva non si è saputo più nulla, e nessuno è riuscito a trovare, e tanto meno a riprendere, individui vivi. Fino alla scoperta, nel 2013, di una piccola popolazione al largo delle coste nordoccidentali del Madagascar.
Le prime osservazioni in natura
A scovarla è stata la squadra del biologo americano Salvatore Cerchio, col supporto della Wildlife Conservation Society. Nei due anni precedenti erano stati fatti alcuni avvistamenti sospetti, ma sono servite ulteriori ricerche per stabilire che si trattava proprio dell’imprendibile balenottera di Omura e non della balenottera di Bryde, una specie affine e poco nota che vive nella regione.
Un video che mostra per la prima volta un individuo di balenottera di Omura mentre nuota nelle acque del Madagascar (Fonte: Salvatore Cerchio/Open Science)
Alla fine del 2014, i test genetici effettuati su biopsie raccolte da 18 individui adulti hanno confermato la scoperta della prima popolazione vivente di balenottera di Omura. Da allora, sono stati registrati 44 avvistamenti, e raccolti dati ecologici e comportamentali, oltre a foto e filmati, che hanno permesso ai ricercatori di tracciare il primo profilo della nuova specie sulla rivista Royal Society Open Science.
Che cosa sappiamo
Le balenottere di Omura crescono fino a 12 metri, e come tutte le congeneri hanno un corpo molto affusolato e idrodinamico, costruito per la velocità. Curiosamente, hanno una colorazione asimmetrica: il lato destro è più chiaro di quello sinistro, inoltre un mosaico di chiazze e strisce chiare e scure si estende dall’occhio fino alla pinna pettorale, rendendo unico e riconoscibile ciascun individuo. Durante le emersioni, piuttosto brevi, non mostrano mai insieme la testa e la pinna dorsale, così come non sollevano la coda fuori dall’acqua.
Una balenottera di Omura intenta a nutrirsi di plancton (Immagine: Wikimedia Commons)
A differenza di altri cetacei, le balenottere di Omura tendono a spostarsi da sole o in piccoli gruppi familiari, il che rende più difficile localizzarle. L’avvistamento di quattro madri con piccoli sembra suggerire che le acque del Madagascar siano zone di riproduzione. Per quanto riguarda il cibo, si presume sia a base di plancton, a giudicare dalle osservazioni di individui intenti a nutrirsi in acque prive di pesci.
Lo studio di questa specie è solo agli inizi, e ai biologi spetterà il compito di raccogliere ulteriori informazioni, prima fra tutte la consistenza della popolazione. Vista la rarità, è necessario adottare al più presto misure di tutela, e capire se le ricerche petrolifere in corso lungo le coste del Madagascar possono rappresentare una minaccia.
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Immagine box in homepage: Salvatore Cerchio/Open Science