Il mio gatto ha un rapporto curioso con i liquidi. Ghiotto di latte, lo beve solo se può rubarlo a mia figlia approfittando del primo istante di distrazione. Per non parlare dell’acqua: la cerca in luoghi stravaganti, dalla vasca da bagno al sottovaso dei fiori (e non vado oltre!). Meglio ancora è l’acqua che scorre dal rubinetto, mentre la tazzina d’acqua fresca, rinnovata con amore ogni mattina, viene snobbata alla grande.
Date le abitudini di bevuta del quadrupede, non ho potuto resistere alla copertina di Science con la lingua di un gatto immersa nel latte (la trovate riprodotta in basso) e relativo articolo sul tema. L’argomento non è tanto il comportamento, quanto la biomeccanica della bevuta felina. Pedro M. Reis, Sunghwan Jung, Jeffrey M. Aristoff e Roman Stocker, ingegneri meccanici al MIT, al Virginia Tech e all’Università di Princeton, hanno visto che i gatti al rallentatore bevono così:
Ancora più lentamente:
La star del video si chiama Cutta Cutta ed è la gatta di Stocker. Ovviamente anche Cutta Cutta beve solo quando le pare, e Stocker e Reis hanno passato ore ad aspettare che Cutta Cutta si decidesse a bere. Ma almeno lei beve dalla scodella!
L’osservazione in verità non è nuova. Nel 1940 un altro famoso ingegnere del MIT, Doc Edgerton, aveva utilizzato la stessa tecnica, basata sull’uso della luce stroboscopica, per immortalare al rallenty diversi movimenti, fra cui quelli di un gatto mentre beve il latte. Potete vedere il video di Edgerton in questo strepitoso documentario dal titolo Quicker’n a Wink (“Più veloce di un batter d’occhio”) che all’epoca aveva pure meritato un Oscar (il gatto è al minuto 4:42, ma vale veramente la pena vedere tutto il video, tanto più che ci sono i sottotitoli in inglese).
I bioingegneri sono andati oltre l’osservazione di Edgerton, combinando l’analisi sperimentale a quella teorica. Se ho capito bene (perdonino i fisici gli errori della biologa, del tutto inesperta di meccanica), il gatto sfrutta l’inerzia del liquido per vincere almeno momentaneamente la gravità e portare l’acqua in bocca. Il liquido toccato dalla lingua forma infatti per inerzia una colonna verticale verso l’alto, colonna che la gravità spinge invece al collasso. Per qualche istante l’inerzia ha la meglio sulla gravità e il liquido entra in bocca. Ma quasi subito la gravità prevale e la colonna d’acqua si interrompe. Alla leccata successiva il ciclo ricomincia.
“La quantità di liquido a disposizione del gatto ogni volta che chiude la bocca dipende dalla dimensione e dalla velocità della lingua. La nostra ricerca suggerisce che il gatto scelga la velocità in modo da massimizzare la quantità di liquido ingerito per leccata,” ha detto Aristoff, un matematico che studia le superfici dei fluidi.
Bere è complicato per chi non ha né mani, né bicchieri. L’acqua in natura si trova quasi sempre in pozzanghere, laghetti o fiumi, con uno sviluppo perlopiù orizzontale. Perché l’acqua salga in verticale fino alla bocca, gli animali hanno dovuto sfidare la forza di gravità, evolvendo strategie diverse a seconda dei limiti anatomici e dell’ambiente. Le guance, per chi le ha, sono un’ottima soluzione: permettono ai maiali, ai cavalli e ad altri vertebrati di aspirare l’acqua per suzione, come facciamo anche noi quando beviamo una bibita con la cannuccia. I gatti invece non hanno questa possibilità e quindi si sono inventati un altro metodo: fanno scendere la lingua verso il liquido e, con la punta leggermente ripiegata all’indietro, a forma di J, toccano rapidamente la superficie del liquido che aderisce così alla parte dorsale (inferiore) della lingua.
Chi conosce un po’ i gatti si sarà forse chiesto se la lingua rugosa ha un ruolo in tutto questo. La risposta è no: i gatti toccano i liquidi soltanto con la punta della lingua, dove non ci sono le papille che la rendono rugosa. Il meccanismo per cui l’acqua o il latte entrano nella bocca è dovuto soltanto all’inerzia del liquido.
Il meccanismo di leccata “antigravitazionale” sembra essere conservato fra i felini, in base alle osservazioni dei ricercatori su altri membri della famiglia allargata. E non potrebbe essere più diverso da quello dei cani, che bevono immergendo nell’acqua la lingua ripiegata a cucchiaio.
La fotografia di apertura è tratta da Wikipedia Commons.