Il loro status sociale è ereditario, si muovono entro gerarchie stabili e prevedibili nel tempo lungo la linea materna. Sono oggetto di calcolata deferenza da parte di femmine di basso rango che cercano di ascendere lungo l´impervio scalone sociale.
Sylvia, soprannominata anche «regina delle cattiverie», è da lungo tempo al vertice della piramide. A ogni sua apparizione tutte le altre, giovani e vecchie, si tolgono rapidamente di mezzo, aprendo un varco al suo passaggio. Conviene adeguarsi: le punizioni per chi non sgombra il campo sono crudeli. Beth è invece una sweetheart, sempre pronta a porgere l´altra guancia e a riconciliarsi con chiunque le faccia uno sgarbo. Forse non è un caso se Beth non si trova all´apice della società.
Ma dove abitano Sylvia, Beth e le loro amiche? In un romanzo di Jane Austen? A giudicare dalle loro complicate interazioni potremmo in effetti trovarci in un salotto dell´Ottocento inglese. Abbigliamento e postura ci indicano però altri lidi: Sylvia e Beth, a differenza delle damigelle romantiche, girano sempre nude ed emettono grugniti non proprio da alta società.
Sono babbuini del delta del fiume Okavango, in Botswana, e il loro comportamento sociale è studiato da molti anni da Dorothy Cheney e Robert Seyfarth, due primatologi americani, professori all’Università della Pennsylvania, che seguono da qualche decennio un largo gruppo di babbuini nel delta del fiume Okavango, in Botswana.
Durate le loro interazioni i babbuini litigano, a volte uccidono, ma riescono anche a riconciliarsi e a difendersi dai predatori. Come vedono i babbuini il loro mondo? Come decidono con chi associarsi, con chi essere deferenti e chi invece dominare? I loro comportamenti indicano una reale consapevolezza di sé e degli altri, oppure si tratta di reazioni più superficiali, dettate dall´effetto immediato che producono? Hanno empatia per gli altri individui? Per rispondere a domande come queste Cheney e Seyfarth conducono ambiziosi esperimenti di «playback», durante i quali fanno ascoltare ai babbuini i richiami registrati di altri individui e con questi inganni fantasiosi, ma rigorosi nella pianificazione dell´esperimento, ottengono risposte spesso sorprendenti.
Qualche anno fa un membro femminile della famiglia reale inglese ha seguito per qualche mattina Sylvia, Beth e gli altri babbuini insieme ai due primatologi. Dopo qualche spiegazione introduttiva sulla gerarchia sociale di questi animali, sua altezza reale ha esclamato: «Ho sempre saputo che la gente diversa da noi sbaglia ad affermare che l´ereditarietà del rango non è un fatto naturale.»