Al Massachusetts Institute of Technology (il famoso MIT) c’è un laboratorio, fra i più grandi d’America, da cui sono usciti più di 1000 articoli scientifici e oltre 300 brevetti; altrettanti brevetti sono depositati, in attesa di approvazione. A capo del laboratorio, che si trova nel Dipartimento di Ingegneria chimica, c’è un certo Richard (Bob) Langer, cui Nature ha dedicato un profilo dieci giorni fa.
Sempre al MIT c’è un altro dipartimento, l’Istituto Picower per l’Apprendimento e la Memoria, che nel 2002 ha ricevuto un finanziamento da 50 milioni di dollari dalla Fondazione Picower, una generosa charity.
Vi chiederete che cosa c’entrano il laboratorio di un ingegnere chimico, i brevetti e una donazione benefica a un dipartimento del MIT con il tema di questo blog.
Partiamo da Bob Langer. La sua carriera inizia negli anni Settanta ad Harvard, nel laboratorio di Judah Folkman. Folkman, scomparso nel 2008, negli anni Settanta assume Langer perché individui le molecole coinvolte nella crescita dei vasi sanguigni. Folkman vuole dimostrare che se si blocca quel processo all’interno di un tumore, il tumore muore 'di fame’. Langer ci riesce: nel 1976 isola il fattore di inibizione dell’angiogenesi che Folkman cercava (angiogenesi è il termine tecnico con cui si descrive il processo di crescita dei vasi sanguigni). È una delle scoperte più importanti della ricerca sul cancro dell’ultimo mezzo secolo.
Poco dopo Langer costruisce un polimero poroso che è in grado di controllare la velocità di rilascio dello stesso fattore di inibizione dell'angiogenesi. L’idea di quel polimero, che all’epoca sembra folle sia ai biologi che ai chimici che agli ingegneri, apre un nuovo e prospero settore della ricerca sui farmaci, quello che studia il rilascio controllato di molecole terapeutiche, di cui oggi Langer è considerato il fondatore. Nel 2008 Bob Langer riceve il Millennium Technology Prize, considerato da molti l’equivalente del Premio Nobel per la tecnologia.
Veniamo ai brevetti. Al MIT i proventi dei brevetti si ripartiscono in tre parti, fra gli inventori, il dipartimento e l’università. L’idea di arrivare a brevettare una scoperta è un forte stimolo per i ricercatori, che hanno così la speranza di guadagnare qualcosa in più rispetto ai loro stipendi non proprio abbondanti. E sono pure una fonte non trascurabile di finanziamento della ricerca, soprattutto in tempi di crisi.
Veniamo a Picower. L’ultimo 2 gennaio Science riporta la notizia che la Fondazione Picower cessa con effetto immediato ogni finanziamento previsto o in atto. L’intero patrimonio della Fondazione – 2 miliardi di dollari di attivi nel 2007 – si è volatilizzato. Era gestito da Bernard Madoff, il «mago» della finanza che è riuscito a truffare mezzo mondo. Avrei voluto inserire un link al sito della Fondazione, ma di Picower è stata cancellata persino la voce su Wikipedia.
Fondazioni ed enti non profit sono diventate una fonte di finanziamento sempre più importante per la ricerca, soprattutto in America dove i finanziamenti statali negli otto anni dell’Amministrazione Bush non sono aumentati. C’è da sperare che i patrimoni delle fondazioni ancora vive e vegete siano affidati a gestori più affidabili e onesti di Madoff.
Ho chiesto a Emilio Bizzi, professore dell'Istituto McGovern per la Ricerca sul Cervello del MIT, di spiegarmi gli effetti concreti di questo scossone sui ricercatori. In effetti «il collasso della fondazione Picower è un grosso danno per l’Istituto, diretto fino a un anno fa da Susumu Tonegawa (n.d.r. premio Nobel) e ora da Mark Bear (n.d.r. futuro premio Nobel?)». Aggiunge Bizzi: «Tra le vittime ci sono i dottorandi e i molti professori che utilizzavano i fondi come complemento ai finanziamenti statali, il centro di virologia, e la lista è probabilmente incompleta».
Dall'uscita della notizia su Science sono passati oltre due mesi. È possibile che oggi quei professori non possano più svolgere le loro ricerche e che i ricercatori abbiano addirittura perso il posto di lavoro. Non voglio sembrare melodrammatica, ma un posto al MIT si ottiene dopo sforzi e sacrifici considerevoli e fa un po’ rabbia che tanto impegno possa vanificarsi per la follia finanziaria che ha permeato l’aria degli ultimi anni. Fra quei ricercatori è probabile che ci siano promesse e talenti del calibro di Bob Langer, il cui lavoro potrebbe fare la differenza per la salute di ognuno di noi. Insomma, a perderci non sono soltanto i ricercatori a spasso, ma ogni persona che non potrà godere del frutto di quegli studi in predicato.
L’America però è un grande Paese e la ricerca per fortuna non si fa solo con i fondi (dileguati) della Fondazione Picower. Nonostante la crisi (o forse a causa della crisi) il Presidente Obama ha incrementato il budget destinato alla ricerca. Una scelta lungimirante, che permette di immaginare un futuro concreto, fatto di ricerca e sviluppo, per gli Stati Uniti oltre questo momento di grave difficoltà. Sono abbastanza certa che parecchi fra i talenti «orfani» di Picower troveranno di che finanziare i loro progetti. E se saran rose fioriranno.
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Per approfondire:
Il video di Bob Langer in occasione del Millennium Technology Prize 2008:
Il profilo di Bob Langer su Nature:
La scoperta del fattore di inibizione dell’angiogenesi:
Emilio Bizzi è autore di Idee per diventare neuroscienziato (I mestieri della scienza, Zanichelli, 2005)