Vi confesso che sulle piastrine ero rimasta indietro. Pensavo che fossero soltanto dei tappabuchi molecolari, capaci solo di chiudere ferite con un coagulo di sangue. Non che fermare le emorragie sia un compito banale o inutile. Ma fra le cellule prive di nucleo e di geni avevo sempre trovato più affascinanti i globuli rossi, di due terzi più grandi, con il loro colore vivace, la forma elegante e la funzione nobilissima del trasporto d’ossigeno.
Ebbene, mi sbagliavo di grosso. Leggendo l’ottimo articolo di Mitch Leslie, pubblicato da poco su Science, ho scoperto che le piastrine hanno poteri che nessuno immaginava fino a una decina d’anni fa. “Sono guaritori che versano fattori di crescita e altre molecole lenitive in grado di ricostruire il tessuto danneggiato – spiega Leslie – Sono soldati che scatenano l’infiammazione, la risposta protettiva dell’organismo, allertano le cellule del sistema immunitario e attaccano perfino i microbi che si intrufolano nelle ferite. Sono trasportatori di lunga distanza che raccolgono e distribuiscono varie sostanze chimiche, fra cui la serotonina, che aiuta il fegato a rigenerarsi dopo una lesione. Sono persino ingegneri, che plasmano il sistema vascolare dei neonati”.
Il secondo gruppo cellulare più numeroso nel sangue dopo i globuli rossi (in ogni mm3 ce ne sono circa 400.000), le piastrine sono piene rase di proteine di ogni genere (se ne contano più di un migliaio per cellula, un gran numero tenendo conto del fatto che non c’è il nucleo) e hanno un metabolismo molto attivo (nella foto in alto, tratta da Wikipedia, la piastrina è in mezzo, fra un globulo rosso a sinistra e un globulo bianco a destra).
Come nascono le piastrine? Si sapeva che si staccano da protrusioni di grandi cellule del midollo osseo, chiamate megacariociti. Come la separazione avvenisse era tuttavia un mistero, fino alle osservazioni di Ulrich H. von Andrian e collaboratori, che nel 2007 ad Harvard sono riusciti a filmare il processo. Da questo studio si è capito che le piastrine si staccano dai megacariociti per azione dello stress esercitato su queste cellule dal flusso sanguigno.
Come nascono le piastrine (fonte: Science)
Pare che possano addirittura riprodursi. Andrew Weyrich e i suoi collaboratori all’Università dello Utah hanno osservato di recente piastrine isolate da sangue fresco nell’atto di dividersi. Una scoperta fenomenale, visto che sono cellule prive di nucleo, e anche molto utile, potenzialmente, dato che nessun laboratorio è mai riuscito a crescere questo tipo di frammenti cellulari in vitro. Un motivo per cui è importantissimo donare il sangue: le piastrine necessarie alle trasfusioni provengono esclusivamente da donazioni, con importanti limiti di conservazione.
Le piastrine sono formidabili cacciatori di microbi. In superficie portano speciali recettori in grado di riconoscere alcune molecole caratteristiche dei batteri. Quando una di queste molecole incappa in un recettore, le piastrine scatenano l’infiammazione. A volte le piastrine “agguantano” addirittura i mirorganismi invasori, consegnandoli ai macrofagi che procedono poi alla loro distruzione. Inoltre, attaccandosi alla superficie dei globuli rossi, le piastrine riescono in qualche modo a uccidere i parassiti della malaria, nascosti al loro interno.
Hanno anche una funzione cruciale nello sviluppo. Come si è osservato nei topi, anche nei neonati umani probabilmente contribuiscono a chiudere il dotto arterioso, una deviazione che permette al sangue di bypassare i polmoni durante lo sviluppo fetale (la scoperta è di Steffen Massberg, del Centro cardiologico di Monaco di Baviera).
Non tutto quello che fanno le piastrine è tuttavia positivo. Un eccesso di coaguli sanguigni può ostruire vene e arterie, provocando ictus e infarti. Inoltre l’azione delle piastrine può favorire la crescita di alcuni tumori, aumentare l’infiammazione in alcune malattie autoimmuni fra cui l’artrite reumatoide e aggravare la setticemia, in cui una reazione infiammatoria eccessiva contro i microrganismi invasori risulta devastante per l’intero organismo. Per queste ragioni i farmaci che inibiscono l’azione delle piastrine, sviluppati in origine per limitare la coagulazione del sangue, potrebbero avere effetti benefici più ampi.