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Primavera silenziosa 50 anni dopo

Mezzo secolo dopo la pubblicazione di Primavera silenziosa, qual è l'eredità lasciata da Rachel Carson, la biologa che ha denunciato la tossicità del DDT e ha dato origine al movimento ambientalista e alla coscienza ecologica del mondo occidentale?
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Le truppe americane dislocate nel Sud dell’Europa durante la Seconda guerra mondiale soffrono di diversi mali e fra i più assillanti c’è la malaria trasmessa dal morso delle zanzare. Il problema è serio perché può mettere a rischio la vittoria degli alleati contro il nazifascismo.
Poco prima dell’inizio della guerra un chimico svizzero di nome Paul Müller sintetizza una sostanza che uccide gli insetti. Gli Stati Uniti decidono di produrre quel nuovo prodotto chimico a tonnellate. Dalle fabbriche militari, costruite in fretta e in gran segreto, esce una polvere con cui le truppe sono abbondantemente “spolverate”. E la guerra è vinta.
Il chimico svizzero Paul Müller ha sintetizzato il DDT (fonte: Wikipedia).
Para-diclorodifeniltricloroetano o DDT è il nome della sostanza sintetizzata da Müller, che per la scoperta vince il premio Nobel nel 1948. Nasce l’era dei pesticidi. Le malattie trasmesse dagli insetti sembrano già un ricordo del passato e coltivare piante diventa un gioco da ragazzi, senza voraci bestiole a rovinare il duro lavoro degli agricoltori.
Nel 1962 una biologa marina di nome Rachel Carson pubblica Silent spring: un lungo reportage sulle gravi conseguenze dell’uso dei pesticidi sull’ambiente e sulla salute. Il titolo del reportage, pubblicato a puntate dal New Yorker, allude al silenzio della primavera nei luoghi dove si è fatto un uso massiccio di pesticidi.
Rachel Carson (fonte: Natural Patriot).
In un attimo il DDT si trasforma da miracoloso salvavita nel più pericoloso degli inquinanti e il suo uso è bandito ovunque nel mondo. Insieme al DDT svanisce anche il sogno di un mondo libero da insetti fastidiosi e terribili malattie.
Silent Spring segna la nascita del movimento ambientalista e come ha scritto Doris Lessing “Rachel Carson è stata all’origine delle preoccupazioni ecologiche”.
La malaria però, dopo la breve pausa in cui si sono usati gli insetticidi, riprende a uccidere. Oggi 800.000 persone perdono la vita ogni anno per questa malattia e le cure, pesanti per l’organismo, sono sempre meno efficaci perché il plasmodio, l’agente causale della malaria che si annida nelle zanzare, mostra resistenza alle terapie (anche le zanzare diventano resistenti ai pesticidi, ma un po’ più lentamente). Sul fronte della prevenzione i progressi sono altrettanto lenti: la ricerca per un vaccino antimalarico, anche se intensa, ha finora prodotto scarsi risultati.
Dalla pubblicazione di Silent spring il prossimo 12 giugno sarà passato un burrascoso mezzo secolo: cinquant'anni di cui Rachel Carson ha potuto assistere solo a due e al primo milione di copie vendute dal suo libro. Il suo nome è però restato al centro di dibattiti violenti, raramente educati, quasi mai costruttivi. Se nel 1980 un Presidente ambientalista come Jimmy Carter conferiva alla Carson una Medaglia della libertà postuma, il più alto riconoscimento civile negli Stati Uniti, parecchie istituzioni sponsorizzate dall’industria le riservavano fra le peggiori forme di character assassination viste fino ad allora.
Il dialogo fra sordi non ha finora trovato sane vie di mezzo (ammesso che ce ne siano). La preoccupazione di Rachel Carson è più che mai attuale, con le tonnellate di sostanze chimiche che continuiamo a versare nelle acque, a ritrovare nei pesci che mangiamo e a ributtare a mare. In terra del resto non va meglio: le ultime notizie sul collasso delle colonie di api puntano di nuovo il dito contro i pesticidi.
 
Ma bisogna anche dire che le reti spruzzate con i “nipotini” del DDT sono l’unico grande successo contro la malaria in decenni (il merito è della Fondazione Gates). È meglio che frotte di bambini muoiano piccolissimi o che vivano in mezzo a tanto inquinamento?
Una mamma e un bambino sotto una rete antizanzare trattata con un insetticida,
in Zambia nel 2009 (fonte: Fondazione Gates).
Intendiamoci, il DDT e gli altri pesticidi, insieme a un mucchio di altri inquinanti, sono senza dubbio un immenso problema ecologico, ma malattie come la malaria e la dengue o la fame provocata dalle perdite del raccolto quando non si usano i pesticidi sono mali minori, alla pari o maggiori?
 
Per certi aspetti la vicenda di Silent spring è emblematica dei rapporti tra scienza, tecnologia e società. In effetti, come ha scritto Mark Hamilton Lytle nella sua biografia The gentle subversive, lo scopo di Rachel Carson andava oltre la messa al bando di una sostanza tossica. Carson “aveva deciso di scrivere un libro che avrebbe messo in dubbio il paradigma del progresso scientifico che ha definito la cultura americana del dopoguerra”.
 
In futuro è probabile che assisteremo ad analoghi furori sull’energia nucleare da fissione (qualora davvero la si abbandoni) o sugli aspetti da Grande Fratello delle tecnologie informatiche. Ci siamo buttati mani e piedi in un mondo digitale che mette a rischio la privacy e forse, anzi, la renderà impossibile tout court. Ma sarà un male minore o maggiore rispetto a non avere pc, cellulari, GPS e così via?
Il dibattito è più che mai aperto. Speriamo di averlo chiuso, per il meglio e non il peggio, entro il prossimo anniversario di Silent spring. Prima però dobbiamo trovare il modo di sostenere il nostro stile di vita con meno devastazioni per il pianeta e dobbiamo anche trovare strumenti migliori degli insetticidi per prevenire la malaria.
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