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"I vaccini dell'era globale" hanno vinto il premio Galileo 2010. Grazie a tutte le persone che hanno contribuito a questo successo.
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"I vaccini dell'era globale" hanno vinto il Premio Galileo per la divulgazione scientifica 2010. L’emozione è stata talmente grande che molte delle parole che avrei voluto dire durante la cerimonia non sono uscite. Provo a tirarle fuori ora.
 
Il 5 maggio sono partita per Padova convinta che non ce l’avrei mai fatta.
 
Le Chiavi di lettura Zanichelli avevano già vinto nel 2009, con L’energia dell’astronave Terra di Vincenzo Balzani e Nicola Armaroli, e la doppietta è statisticamente improbabile.
 
I vaccini poi hanno vissuto continue crisi di impopolarità, che si sono acuite con le polemiche nel corso dell’ultima influenza pandemica. Perché mai i ragazzi della giuria popolare avrebbero dovuto incuriosirsi per un tema così controverso?
 
Infine gli altri libri selezionati nella cinquina dei finalisti erano fortissimi. I temi, dai geni altruisti alle guerre dei buchi neri, dal fascino della matematica alla storia della nascita della teoria della probabilità, erano tutti interessantissimi e gli autori, scienziati importanti.
 
In realtà, a guardare bene le cose, qualche segno positivo c’era. Il 28 aprile, sempre a Padova, avevo avuto un incontro bellissimo con i ragazzi dell’Istituto Scalcerle. La presentazione del libro era andata molto bene e le domande erano state centrate e abbondanti. La stessa sera avevo parlato di vaccini al Centro civico Altinate-San Gaetano di fronte a un pubblico di adulti che, seppure meno numeroso, era stato comunque molto attento e curioso.
 
Ora che i vaccini hanno vinto, anche con un pizzico di fortuna (un solo voto di differenza fra il primo e il secondo liro classificato, “La guerra dei buchi neri” di Leonard Susskind), ho una lunga lista di persone da ringraziare.
 
Sono grata innanzitutto ai circa 2000 ragazzi delle scuole e i loro insegnanti che hanno letto il libro e in molti casi lo hanno votato. Come ho detto ad Armando Massarenti nell’intervista uscita sul Sole 24 Ore nei giorni scorsi, il fatto che il libro sia stato letto dai ragazzi è la cosa più bella che potesse accadere e dimostra che i giovani “sono spesso meglio informati e meno ancorati a pregiudizi e luoghi comuni” rispetto agli adulti.
 
La mia riconoscenza va poi a tutti i membri della giuria scientifica che con il Presidente, Professor Paolo Rossi, hanno creduto nel valore non solo scientifico, ma anche sociale, di questo libro. La mia stima va peraltro al sindaco di Padova, Flavio Zanonato, per avere voluto fortemente questo premio e per credere nell’importanza della diffusione della cultura scientifica per la crescita di cittadini più consapevoli.
 
Un grazie particolare va allo staff del Comune di Padova che ha organizzato con professionalità, efficienza e spirito di accoglienza una macchina organizzativa non da poco. E a Patrizio Roversi che ha condotto la cerimonia di premiazione con simpatia e mestiere. Lasciatemi anche inviare un ringraziamento postumo agli artisti che hanno reso il Salone del Palazzo della Ragione un posto così meraviglioso per ricevere un premio. Affreschi, volta e cavallo ligneo rimarranno per sempre impressi nella mia memoria.
 
Ho voluto scrivere questo libro perché negli ultimi dieci anni ho incontrato troppe persone confuse e dubbiose di fronte alle vaccinazioni per sé o per i propri figli. A Rino Rappuoli va il debito di riconoscenza più grande, per avere accettato di scrivere il libro a quattro mani e per avere trovato il tempo – nei tanti voli fra un continente e l’altro – di leggere e rileggere le bozze, malgrado gli innumerevoli impegni e la crisi dell’influenza. Senza la sua visione grandiosa di come si progettano i vaccini, e del perché sono sicuri, questo libro non sarebbe mai nato (neanche senza Catherine Mallia, che tante volte ha messo in mano a Rino le bozze da rileggere in aereo. Grazie Catherine!).
 
Tre ringraziamenti particolari:
 
ad Alberto Mantovani, che mi ha ricordato di chiedere a Rino della vicenda della peste senese e del cantiere del Duomo interrotto, dandomi così un inizio felice; mi ha spiegato come funziona la Global Alliance for Vaccine Initiative e ha scritto una recensione ancora più bella del libro;
 
a Vittorio Grilli, che mi ha fatto capire come l’economia può finanziare lo sviluppo di vaccini per i paesi in via di sviluppo;
 
a Giovanni Pianosi, che con l’esperienza delle Cultures onlus mi ha spiegato l’importanza del cosiddetto “ultimo miglio” e mi ha regalato la giusta conclusione.
 
Sono grata a Irene Enriques, Giuseppe Ferrari e a tutte le persone della Zanichelli che mi hanno dato fiducia e hanno creduto che un libro sui vaccini potesse raccontare qualcosa di nuovo rispetto alle vicende di Jenner e Pasteur. L’aiuto, i suggerimenti, le domande e le correzioni di Federico Tibone sono stati come sempre impagabili: è il miglior editor che io conosca e lavorare con lui è un immenso privilegio (anche perché mi fa ridere).
 
Ho un importante debito di gratitudine nei confronti di Maria Ines Colnaghi, che insieme a tutto lo staff della Direzione scientifica AIRC mi lascia il tempo di scrivere e considera la passione per la divulgazione scientifica una cosa di valore, nonostante l’enorme quantità di lavoro che abbiamo. Grazie! (anche per il festeggiamento a sorpresa di giovedì scorso).
 
La lista potrebbe continuare a lungo, con tutte le persone che mi hanno aiutato, ascoltato, consigliato. Un grazie di cuore a tutti, non ultimo alla mia famiglia, ai parenti e agli amici che tollerano l’infinito tempo che passo a manovrare le letterine che appaiono sullo schermo del mio computer.

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