«Donna bella e piena d’ingegno tratta infatti con vigore i cadaveri e anche le membra in decomposizione, per poterli riprodurre e consegnare ai posteri. Allestì quindi la propria casa con parti del corpo umano, eseguite con arte mirabile e disposte nel modo più elegante; e le spiega … utilizzando un linguaggio semplice, nativo e puro, in cui nulla resta oscuro, ma con tanta chiarezza come se ne trova in uno studioso di anatomia»
Francesco Zanotti (da De re ostetricia, in Commentarii dell’Istituto di Scienze di Bologna, III tomo, 1755)
L’abito è di un rosa antico con dettagli in pizzo. Lo sguardo è dritto di fronte a sé, privo di qualsiasi timore. Nelle mani regge gli strumenti propri del mestiere, un forcipe e un bisturi, probabilmente quelli che ha appena usato per aprire la scatola cranica che ha di fronte a sé ed esporne il cervello per lo studio. Decide di presentarsi così Anna Morandi Manzolini nel proprio autoritratto in cera del 1750, una scienziata che ha studiato l’anatomia del sistema nervoso umano - e non solo - applicando in prima persona lo spirito empirico dell’Illuminismo e una donna che non teme di sovvertire gli stereotipi di genere della sua epoca guardando dritto negli occhi, a testa alta, chi le fa visita.
Un pittrice prestata alle «suppellettili anatomiche»
Anna Morandi Manzolini nasce a Bologna, la seconda città dello Stato Pontificio, il 21 gennaio del 1714. Nonostante la condizione economica modeste della famiglia, da giovane studia disegno e scultura presso Francesco Monti e Giuseppe Pedretti, un dettaglio decisivo, perché oltre ad apprendere le basi delle arti figurative che le saranno utili nella sua attività di ceroplasta, conosce - almeno secondo alcune note biografiche - il futuro marito, Giovanni Manzolini, che sposa nel 1740.
Una scienziata nella Bologna illuminista
Dopo un periodo di declino della fama dello Studio bolognese e di difficoltà economiche per la città, Bologna nel Settecento riprende letteralmente vita. Nel 1714 nasce l’Istituto delle Scienze, un moderno ente di ricerca guidato dallo spirito illuminista. Le discipline scientifiche si rinnovano tutte e, in particolare, gli studi anatomici assumono contorni sempre più empirici. Non ci si limita più al commento dei testi della tradizione galenica, ma si preferisce osservare direttamente, previa dissezione dei cadaveri, le strutture interne del corpo umano, tutto sommato ancora poco conosciuto. In questo clima, l’opera di Anna Morandi e Giovanni Manzolini è importantissima: con le loro cere si può fare lezione di anatomia per gli studenti di medicina tutto l’anno, senza doversi preoccupare della precoce putrefazione dei cadaveri da sezionare durante i mesi più caldi. Ma il lavoro di preparazione di queste vere e proprie opere d’arte “realiste” è determinante per comprendere meglio come siano strutturati le varie parti del corpo umano e come funzionino.

«emerge il ruolo primario dato al sistema nervoso per il funzionamento della macchina umana, concepita come un tutt’uno le cui parti sono coordinate dal cervello, ovvero un originale concetto di anatomia strettamente legata alla fisiologia in cui vengono prese in considerazione le singole parti - organi interni, vene, arterie e nervi - pensate non come elementi isolati, ma nella loro attiva e necessaria interrelazione e in riferimento all’intero apparato organico esaminato, di cui ormai, al di là della forma, interessa principalmente la funzione, in una concezione meccanicistica del corpo umano».

«… che direste voi se altro io dichiarassi, e cioè che molto altro si aggiunge a questa suppellettile per il fatto che è opera di donna? Non direi forse una verità? Non è certo rarità che si coltivino Arti e Scienze da uomini che sembrano dalla natura stessa a ciò predisposti. Ma che se ne interessi non solo, ma anche che possa con massima sapienza trattarle, una donna, e anche ingrandirle e quasi condurle, oserei dire, agli estremi, la donna, che sembra nata per la lane e la tela, questo fatto non è davvero talmente raro da attirare a sé l’animo e gli occhi di tutti? Nella Manzolini inoltre questo, ancor più ammirabile si deve considerare, che per prima congiunse due arti tanto dissimili, tanto difficili, anche, ma del tutto adatte (per non dire indispensabili) a compiere lavori di tal genere, Scultura ed Anatomia, e le congiunse in modo da eccellere in ambedue e tutto questo quando specialissimamente la femminea natura è tanto più tenera e timida quanto la si conosce adatta al massimo ad attività piuttosto eleganti, così da sembrare inetta a studi simili colei che di solito e troppo spesso sviene o prova nausea o per lo meno si sbianca alla sola parola “cadavere”».Una conferma che Anna Morandi Manzolini era una ricercatrice di talento e dalla curiosità accesa; che era un’interlocutrice attiva del dibattito scientifico dell’epoca nella sua disciplina; che ha aiutato generazioni di studenti a comprendere l’anatomia. E che, come nel suo autoritratto, non abbassava lo sguardo di fronte ai pregiudizi e agli stereotipi.
Per approfondire
Buoni punti di partenza sono la voce dedicata ad Anna Morandi del progetto Scienza a 2 voci dell'Università di Bologna e la voce biografica che le dedica il Dizionario Biografico Treccani.
Gli scritti di Anna Morandi sono apparsi qualche anno fa da Olschki in un'edizione curata da Miriam Focaccia intitolata Anna Morandi Manzolini. Una donna fra arte e scienza. Immagini, documenti, repertorio anatomico.
L'unica vera biografia è di una storica americana, Rebecca Messbarger, e si intitola The Lady Anatomist. The Life and Work of Anna Morandi Manzolini.







