Jennifer A. Doudna è coautrice, insieme a Michael M. Cox e Michael O’Donnell, del volume Biologia molecolare - Principi e tecniche edito da Zanichelli (2013).
Che cos’è l’editing genomico?
Il termine editing genomico indica una serie di tecnologie genetiche che consentono di modificare in modo mirato sequenze specifiche del genoma di un organismo, senza alterare il resto del suo DNA. Già prima di CRISPR/Cas9, gli scienziati erano riusciti a mettere a punto sistemi per modificare punti specifici di una sequenza genomica. Tuttavia, questi sistemi - i più noti dei quali sono quelli basati sulle nucleasi a dita di zinco (o ZFN) e sulle nucleasi TALEN - sono molto laboriosi e complessi, e quindi difficili da impiegare su larga scala. Con la scoperta del sistema basato su CRISPR/Cas9, Charpentier e Doudna hanno regalato al mondo della genetica un sistema molto più maneggevole e versatile, grazie al quale è possibile, in linea teorica, intervenire e correggere qualsiasi sequenza genica. Come ha sottolineato la portavoce dell’Accademia reale svedese delle scienze al momento della premiazione, “l’unico limite è l’immaginazione”.Come è stato scoperto CRISPR/Cas9?
La scoperta delle «forbici genetiche» su cui si basa CRISPR/Cas9 si deve ad Emmanuelle Charpentier, la scienziata francese oggi in forze alla Max Planck Gesellshaft di Berlino. Studiando il batterio patogeno Streptococcus pyogenes, il gruppo di ricerca di Charpentier si è imbattuto in una molecola di RNA completamente nuova, un crRNA transattivatore o tracrRNA, e ha dimostrato che faceva parte di una forma ancestrale di difesa dei batteri nei confronti delle infezioni virali, il sistema CRIPSR/Cas9.
Il sistema di difesa batterico basato su CRISPR/Cas9 (Immagine: Kungl. Vetenskapsakademien).
CRISPR/Cas9, ritrovato nel genoma di moltissime specie batteriche e negli archea, costituisce una sorta di memoria immunitaria: quando i virus infettano un batterio, introducono il loro genoma all’interno della cellula ospite; se il batterio sopravvive all'infezione, un pezzo del genoma virale viene inserito nel genoma batterico e va a far parte di una sorta di archivio di tutte gli incontri che il batterio ha avuto con virus patogeni e che può essere impiegato dal batterio per proteggersi da future infezioni.
Ecco quindi spiegato l’acronimo CRISPR, Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats: l’archivio di sequenze di origine virale si concentra infatti in una specifica regione del genoma batterico ed è costituito da brevi sequenze di DNA, ripetute e palindromiche, raggruppate e separate tra di loro con regolarità.
Se un batterio viene infettato per la seconda volta dallo stesso virus, la sequenza CRISPR corrispondente viene trascritta in un RNA che è complementare a una porzione del genoma virale. L’appaiamento tra RNA-guida e genoma virale chiama sulla scena il terzo componente del sistema, un’endonucleasi. Anche se spesso viene indicato semplicemente con l’acronimo CRISPR, il nome completo del sistema di editing include infatti anche il nome dell’enzima Cas9, un’endonucleasi che taglia in modo mirato (cioè nel punto in cui lo porta l’RNA guida) le sequenze di DNA del virus, inattivandolo prima che possa instaurare il ciclo infettivo.