Non si può sperare di costruire un mondo migliore se non si migliorano gli individui.
Marie Curie
Maria Salomea Skłodowska, poi nota al mondo come Marie Curie, nasce a Varsavia in una Polonia occupata dai russi il 7 novembre del 1867, data che in suo onore è diventata la Giornata Mondiale della Fisica Medica. Muore a Parigi il 4 luglio 1934 per una leucemia causata dalle radiazioni a cui è stata esposta per tanti anni. Ultima di cinque fratelli e sorelle, figlia di un insegnante e di una dirigente scolastica, è fin da subito bravissima a scuola, anche grazie alle conversazioni che i genitori tengono con i propri figli, in una sorta di “insegnamento permanente” forse motivato dal lancinante desiderio di una Polonia indipendente, possibile grazie al progresso culturale delle nuove generazioni. Amore per la libertà e rifiuto di ogni autorità rimangono fermi capisaldi della sua vita privata e professionale e, forse, uno dei punti forti di unione con l’amico Albert Einstein, che di lei dirà: «È, fra tutte le persone celebri, la sola che la gloria non abbia corrotto.»
Marie Curie e Albert Einstein nel 1929 (immagini: wikipedia)
Mania, come la chiamano in casa, si diploma a 15 anni a pieni voti e le si pone un problema: per continuare gli studi, in quanto donna, è necessario andare all’estero. Fa allora un patto con la sorella Bronisława (Bronia): Maria le avrebbe pagato gli studi a Parigi con il suo lavoro di educatrice e Bronia, una volta terminati gli studi, avrebbe ricambiato il favore.
Dopo anni di lavoro come educatrice privata e governante, studi da autodidatta e molti sacrifici, eccola alla Sorbona di Parigi a 24 anni, dove si distingue fin da subito e conosce il fisico Pierre Curie (1859-1906).
Uniti dalla devozione per la scienza e da ideali civili comuni, si sposano nel 1895 e insieme hanno due figlie che l’affettuoso padre di Pierre, medico, aiuterà a crescere: Irène Joliot-Curie (1897–1956), poi premio Nobel per la chimica nel 1935 con il marito Frédéric Joliot per i loro studi sulla radioattività artificiale, e Eve Curie (1904–2007), che incontreremo fra poco.

Marie Curie con le figlie Eve e Irene nel 1908 (immagine: wikipedia)
In un capanno spoglio e disastrato, con il tetto rotto e una temperatura che in inverno non supera i 6°C, senza una cappa che aspiri i gas tossici emessi duranti i trattamenti chimici, Marie e Pierre si mettono al lavoro e danno vita a «uno dei capitoli più complessi, ma al tempo stesso affascinanti, della storia della scienza: la scoperta e la definizione delle proprietà delle sostanze radioattive.» [M. Ciardi, p. 29]
Scoperte che cambieranno il mondo perché segnano l'inizio di un viaggio che porterà all’umanità la medicina nucleare e i radio farmaci, la radioterapia per curare i tumori, le radiografie mobili, la libertà di accedere alle proprie scoperte evitando di brevettarle.

Pierre e Marie Curie nel laboratorio della Scuola municipale di fisica e chimica industriale di Parigi nel 1906 (immagine: wikipedia)
Nel 1898 Marie si accorge, grazie anche agli strumenti messi a punto da Pierre e da suo fratello Jacques, che il materiale estratto da molti quintali di pechblenda (un minerale fonte naturale di uranio) è centinaia di volte più radioattivo (parola coniata dai Curie) di quanto ci si dovrebbe aspettare dall’uranio. È così che avviene la scoperta del radio e poi del polonio, e nel 1902 Marie riesce a isolare un decigrammo di radio da sei quintali di pechblenda, ammirandone la luminosità propria e il calore.
Nel 1903 vincono insieme il Premio Nobel per la fisica per i loro studi sulla radioattività (premio che esiste solo dal 1901), e il loro lavoro procede quasi senza sosta, a parte periodi di grandi debolezza causati dalle forti radiazioni, delle quali ancora si ignora la pericolosità.
Divisi fra laboratorio, insegnamento e famiglia, nel 1906 avviene la tragedia: Pierre viene investito da una carrozza (come era avvenuto con il padre di Marie poco tempo prima!) mentre una sera di pioggia attraversa la strada. Muore sul colpo. In questo periodo molto difficile Marie redige un diario privato dove riversa tutto il suo dolore.
Dopo quattro anni di lutto Marie si invaghisce del fisico Paul Langevin, ex allievo di Pierre. Come in un film di spionaggio, la moglie di lui assolda un ladro affinché entri nella casa Curie per rubare le lettere d’amore che i due si sono scritti. Entrata in possesso delle lettere, la moglie di Langevin le manda a un giornale e scoppia uno scandalo senza precedenti, messo a tacere dal secondo Nobel che Marie vince nel 1911, questa volta da sola, per la scoperta del radio e del polonio.
(Curiosità: la fisica Hélène Langevin-Joliot, figlia di Irene, nipote di Marie e di Pierre, sposerà Michel Langevin, nipote del fisico Paul Langevin con il quale Marie ha avuto una relazione).

Bruxelles, primo Congresso Solvay, 1911: Marie Curie, seduta a destra, conversa con Henri Poincaré (immagine: wikipedia)
Dopo questa brevissima e incompleta biografia introduttiva, vediamo alcuni dei record di Marie Curie:
- Prima donna a ottenere una cattedra alla Sorbona.
- Unica donna ai primi Congressi Solvay (il primo è del 1911); poi si aggiungerà sua figlia Irene.
- Prima donna a vincere un premio Nobel (Fisica, 1903).
- Unico scienziato nella storia a vincerne due in due discipline scientifiche diverse (Fisica, 1903; Chimica, 1911).
- Inventrice (e operatrice), durante la Prima guerra mondiale, della prima unità radiologica mobile, utile per raggiungere i soldati feriti al fronte.
- Fondatrice dell’Istituto del Radio, oggi Istituto Curie, sia a Parigi che a Varsavia.
- Non ha mai depositato un brevetto per le sue scoperte.

Marie Curie all'interno di una unità radiologica mobile impiegata durante la Prima guerra mondiale (immagine: wikipedia)
Se poi guardiamo alle donne premiate con il Nobel nelle discipline scientifiche, dopo Marie Curie bisognerà aspettare il 1935 perché vinca un’altra scienziata: sua figlia Irene.
Una personalità affascinante (per qualche tempo si dedica con Pierre allo spiritismo e partecipa con regolarità a sedute spiritiche) e una delle scienziate più importanti della storia: merita un percorso di lettura che ne valorizzi il fascino e la complessità. In un’ottica didattica, vediamo allora alcuni libri significativi su di lei.
Per comprendere i mondi invisibili dei fenomeni e degli elementi ai quali dedicò la propria vita di ricerca. E anche - per quanto possibile - per togliere il velo polveroso ai mondi invisibili dentro di lei. Per sottrarla alla severità delle fotografie in bianco e nero a cui siamo abituati, restituendo profondità e colori a una vita di lotte e passioni, in un mondo dominato dagli uomini sul quale, verso la fine, già incombe lo spettro del nazismo che obbliga il suo amico Albert Einstein a espatriare negli Stati Uniti.
Marco Ciardi, Marie Curie. La signora dei mondi invisibili
Hoepli 2017, pp. 152, 12,90 euro
Marie Curie, Autobiografia
Castelvecchi 2019, pp. 74, 8,50 euro Note autobiografiche scritte, dopo molte reticenze, nel 1922. Documento importante per capire cosa Marie Curie aveva a cuore si sapesse di lei e della sua difficile esistenza. Ne emerge una persona altruista, pacifista, ottimista, che peraltro dava grande importanza all’attività fisica per il benessere dei bambini e degli studenti.
Alice Milani, Marie Curie
Becco Giallo 2017, pp. 215, 22 euro Un altro approccio per avvicinare i ragazzi a Marie Curie può essere questo riuscito graphic novel di Alice Milani (1986), figlia di due insegnanti di matematica e di fisica che l’hanno aiutata nella revisione scientifica. Con bei disegni pastellati e acquerellati, l’autrice ci accompagna visivamente, con delicatezza e competenza, nella vita di Marie Curie. Un ritratto fedele e documentato con una leggera predominanza del dato biografico, utile per aiutare i ragazzi a empatizzare sia con la genialità sia con la parte più femminile, umana e quotidiana di Marie.
La copertina e una doppia pagina di Marie Curie, il graphic novel di Alice Milani
Eve Curie, Vita della signora Curie
BUR Rizzoli 2020, pp. 371, 16 euro Ottimo romanzo biografico scritto dalla figlia minore di Marie e Pierre, Eve Curie (1904-2007), e pubblicato per la prima volta nel 1937 con grande successo. Lettura appassionante che con qualche libertà narrativa e romanzesca, soprattutto nella prima parte, trasporta il lettore all’interno della famiglia Curie e del suo tempo. L’uso di lettere private, di testimonianze dirette e di documenti ne accresce il valore e l’interesse, senza tralasciare la qualità della scrittura.
Rosa Montero, La ridicola idea di non vederti più. La storia di Marie Curie e la mia
Ponte alle Grazie 2019, pp. 224, 16 euro
Due recenti film che segnaliamo senza averli ancora visti:
Radioactive di Marjane Satrapi (2019), già disponibile su Amazon Prime Video
Marie Curie di Marie Noëlle (2016-2020), di imminente uscita in Italia
Per approfondire:
- Luciano Marisaldi, Marie Curie e la condizione femminile tra Otto e Novecento, Aula di Scienze Zanichelli
- Marco Boscolo, Una coppia da Nobel: Pierre e Marie Curie, Aula di Scienze Zanichelli











