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Stelle, impegno e risate: i 100 anni di Margherita Hack

Scienziata, divulgatrice, bandiera di impegno politico, civile e sociale. Celebriamo una delle donne italiane più carismatiche del Novecento

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Un secolo fa nasceva a Firenze Margherita Hack (12 giugno 1922 – 29 giugno 2013), vegetariana dalla nascita, campionessa di atletica leggera e sportiva fino in tarda età, atea da sempre in lotta per uno Stato laico e per i diritti delle donne e soprattutto astrofisica sperimentale, appassionata di piante, animali e divulgazione scientifica.

Pagine autobiografiche…

Sperimentale fin da giovane, quando a quindici anni imparò ad aggiustare da sola la sua prima bicicletta. Prima desideratissima due ruote di una lunga serie, anche di biciclette da corsa, come racconta nell’autobiografia La mia vita in bicicletta (Ediciclo, 2017, 124 pp., euro 10). Due ruote che poi diventarono anche a motore, già all’inizio degli anni Cinquanta, con la sua prima motocicletta Ducati.

Il padre era contabile della Valdarno, presto licenziato perché dichiaratamente antifascista. La madre era maestra e artista, e si fece carico del fabbisogno economico della famiglia vendendo ai turisti miniature da lei dipinte dei capolavori più famosi degli Uffizi. Entrambi i genitori aderivano alla teosofia, ed erano vegetariani ante litteram, così che Margherita dichiarò di non aver mangiato mai, in tutta la sua vita, nemmeno un boccone di carne o di pesce, come racconta lei stessa nel libro Hack! Come io vedo il mondo (Theoria, 2020, 115 pp., euro 15).

Amo gli animali e li rispetto. Poi ci sono anche ragioni scientifiche: non posso pensare di mangiare carne di animali provenienti da allevamenti intensivi, dove non sono più animali ma macchine da carne. Sono rimpinzati di antibiotici e vivono in maniera innaturale. Quindi, le loro sono carni malate. Anche Umberto Veronesi ha spiegato che c’è una frequenza maggiore di cancro intestinale in chi mangia molta carne. [p. 52]

In questo libro, con il suo caratteristico tono colloquiale, schietto, umile e ironico, la scienziata ripercorre le principali tappe della sua lunga vita (un capitolo si intitola Breve storia dei miei fallimenti), raccontando quanto fin qui accennato, oltre il rapporto con il compagno di una vita Aldo De Rosa (umanista) e soprattutto la passione più grande e duratura: il suo lavoro.

Prima donna a dirigere – a Trieste – un osservatorio astronomico in Italia, fin da subito ha accompagnato al lavoro di ricerca (quasi quattrocento i papers scientifici pubblicati) quello della divulgazione a un pubblico di non specialisti.

Il suo primo libro divulgativo, scritto con Giorgio Abetti, si intitola Le nebulose e gli universi isole (Bollati Boringhieri) e viene pubblicato nel 1959. Da lì in poi non si ferma più (fra i suoi titoli preferiti come autrice anche Idee per diventare Astrofisico, Zanichelli 2005-2012, vedi p. 57).

All’impegno della scrittura va avanti di pari passo una forte passione per la lettura e per i libri.

Pinocchio è uno dei miei libri preferiti […], perché è il libro delle avventure per antonomasia. E ci sono dentro tanti insegnamenti che ben si attagliano a oggi: i ladri fuori, gli onesti in galera. [p. 19]

Mi guardo intorno e ci sono pile dappertutto, pile che partono da terra e arrivano fino quasi al soffitto, pile in cucina, pile sul tavolo da pranzo, pile di fronte ai vecchi divani. Tutte le pareti utili sono coperte di libri, saranno almeno trentamila, stipati ovunque, in un disordine apparente in cui mi oriento perfettamente e trovo sempre ciò che cerco… anche se devo ammettere che a volte ci metto un po’! [p. 55]

Ci metteranno meno le persone che vorranno visitare il fondo dedicato alla scienziata a Palazzo Biserini a Trieste: è infatti iniziata da poco la catalogazione di tutti i suoi libri.

Pagine scientifiche…

Vediamo ora alcuni libri di divulgazione scientifica dove protagonista non è l’autrice, ma l’universo, le sue leggi, i suoi misteri.

Uno dei più significativi e riusciti è probabilmente Vi racconto l’astronomia (Economica Laterza, 2004, 165 pp., euro 12), un libro agile ma in grado di toccare tutti i temi più importanti della ricerca astronomica. Con un movimento centrifugo, Margherita Hack racconta i segreti del cosmo partendo dal corpo celeste più vicino (la Luna), per proseguire sempre più lontano, fino alle origini dell’universo.

L’autrice si muove anche in una prospettiva storica, e questo aiuta a comprendere l’evoluzione non solo della scienza, ma anche delle idee e dei confini mentali degli esseri umani, che con l’avanzare dei secoli sono diventati sempre più vasti.

Da sempre avversaria dell’astrologia, qui spiega perché – oggi – non è più possibile prenderla seriamente. In base alle distanze fra i pianeti e in base alle forze in gioco, infatti, le possibilità che i pianeti influiscano sulle nostre vite sono pressoché nulle

[...] è come se pensassimo che, riempiendo un bicchiere d’acqua e versandolo nel Pacifico, il livello del mare Adriatico si possa alzare in modo apprezzabile. [p. 6]

Su questo argomento inizia anche il libro Sette variazioni sul cielo (Raffaello Cortina, 1999, 248 pp., fuori catalogo), dove in sette capitoli tocca temi cruciali della scienza astronomica con uno sguardo rivolto anche a letteratura e cultura. Sebbene leggermente datato e ormai fuori catalogo, rimane una lettura molto interessante.

…e pagine di Pietro Greco

Esiste infine un libro che unisce in sé – in modo perfetto – sia l’aspetto autobiografico sia quello scientifico. Non l’ha scritto Margherita Hack, ma il suo amico Pietro Greco (1955–2020). In Margherita Hack (L’Asino d’oro edizioni, 2013, 218 pp., euro 14) il talentuoso divulgatore ha scritto in poche settimane di lavoro serratissimo il suo omaggio alla scienziata (il libro è andato in stampa appena quattro mesi dopo la morte della scienziata).

Il rigoroso e insieme affettuoso libro-ricordo che Pietro Greco dedica a Margherita Hack è particolarmente prezioso non solo per gli aneddoti di prima mano e la cronologia documentatissima della vita della scienziata, ma anche perché la biografia diventa occasione per raccontare le scoperte astronomiche più cruciali del Novecento, in grado di sconvolgere la nostra visione dell’Universo. La relatività di Einstein e la sua tribolata costante cosmologica, Edwin Hubble e la scoperta che effettivamente l’universo è in espansione, e che quegli ammassi che si intravedono a centinaia di migliaia di anni luce da noi sono altre galassie. Non esiste perciò solo la via Lattea, che Harlow Shapley scopre avere un’estensione di ben 100.000 anni luce. Questo e molto altro accade tra la fine degli anni Dieci e l’inizio degli anni Trenta del Novecento, proprio mentre Margherita esce dall’infanzia per trovare la sua strada.

Da qui il racconto prosegue passando per la sua prima ricerca dedicata alle Cefeidi, ai molti successi e primati, all’impegno politico, sociale, civile e culturale della scienziata, tanto prolifica nelle pubblicazioni, tanto disponibile a viaggiare per incontrare il pubblico in giro per l’Italia e non solo; impegnata con UAAR, Cicap e Associazione Luca Coscioni, solo per fare tre esempi.

Fino alla fine, fino alla richiesta di essere sepolta a Trieste, senza funerale né alcuna forma di cerimonia pubblica.

Per i più piccoli (dai 7 anni) consigliamo Margherita Hack. Esploratrice delle stelle (Edizioni EL, collana Grandissimi, 2018, 77 pp., euro 8) di Sarah Rossi, illustrazioni di Cristina Portolano, dove vengono raccontate in prima persona la vita e il lavoro della scienziata.
Per il racconto autobiografico consigliamo anche il film documentario di Elia Castangia Il perché non lo so, girato negli ultimi mesi di vita di Margherita Hack e uscito nel 2013.
Un video di divulgazione astronomica, invece, è questo a cura di Video Tele Carnia, interessante nonostante sia stato prodotto più di una trentina di anni fa.
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