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Un dilemma sulla polarità dei solventi

Samuele vuole sapere perché il cloroformio non è considerato un solvente polare.
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Samuele ha scritto: Cara professoressa, le scrivo perché, svolgendo un quesito tratto da un test di medicina, sono incorso in un problema. La domanda era la seguente: Quale dei seguenti solventi è polare? A) metanolo B) cloroformio C) tetracloruro di carbonio D) etere dimetilico E) eptano. La risposta corretta era la A, però io, prima di controllare le risposte, ho segnato B perché nonostante la polarità del cloroformio sia molto bassa, di per sé è sempre un solvente polare. Quale è la soluzione del dilemma? Grazie in anticipo per la risposta.   Rispondo così: Tutte le molecole che possiedono un dipolo molecolare diverso da zero presentano un certo grado di polarità. La polarità di una molecola si esprime, infatti, con il momento dipolare, m, che si esprime in debye, D (1 D = 3,33×10-30 coulomb×m). Il momento dipolare molecolare di una sostanza è uno dei fattori, ma non l’unico, che determinano la sua capacità solvente nei confronti di altre sostanze. Se, come in genere accade, si vuole che il solvente polare interagisca efficacemente non soltanto con i soluti formati da molecole polari, ma anche con i soluti ionici portandoli in soluzione, la misura più attendibile da considerare è la sua costante dielettrica. Il tipico solvente polare è l’acqua; la sua costante dielettrica vale 80 mentre quella del cloroformio e del metanolo valgono, rispettivamente, 4,8 e 33. Il momento di dipolo molecolare di questi tre solventi non è invece particolarmente diverso: acqua 1,85 D, metanolo 1,69 D, cloroformio 1,87 D. Sulla base di questi dati è quindi possibile affermare che il solvente più polare è l’acqua, seguito poi da metanolo e cloroformio; la solubilità del cloruro di sodio, che è un tipico soluto ionico, è infatti molto grande in acqua (360 g circa di NaCl in 1000 g di acqua) e piccolissima (anche se non nulla) in cloroformio. In conclusione, pur essendo il cloroformio costituito da molecole polari, lo si considera di fatto un solvente apolare o pochissimo polare per la sua modestissima capacità di disciogliere soluti ionici o molto polari.  

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