Primi tentativi di immunizzazione
Per millenni, sia in Cina, sia in India si conosceva la pratica dell’inoculazione: a una persona sana viene inoculato sottopelle un po’ di materiale prelevato da una pustola di una persona malata. Avendo cura di scegliere il malato che non presenti i sintomi più gravi, l’inoculazione permetteva di acquisire una immunizzazione: il paziente inoculato, nella migliore delle ipotesi, sviluppava una forma più lieve della malattia e non l’avrebbe contratta se esposto nuovamente all’agente infettivo. La pratica non era priva di rischi, perché presentava una mortalità stimata tra lo 0,5 e il 2%, che era comunque più bassa di un ordine di grandezza rispetto alla mortalità del vaiolo, che si aggirava attorno al 20-30%. Per questo motivo, la pratica dell’inoculazione o variolizzazione, con tutti i rischi, veniva comunque impiegata durante le epidemie nel tentativo di arginarle.
Il vaiolo bovino e James Phipps
Nato a Berkeley, nel Gloucestershire, il 17 maggio del 1749 Edward Jenner studia da medico condotto facendo da assistente a due farmacisti e chirurghi locali. Ma l’incontro decisivo è quello che fa a 21 anni con John Hunter, famoso medico del St. George’s Hospital di Londra, dove studia per due anni. La loro amicizia si interromperà solo con la morte del maestro e amico nel 1793. Nel 1773, Jenner ritorna a Berkeley dove comincia a praticare con successo la professione di medico. Ed è proprio in questo ambiente rurale che ha la possibilità di entrare in contatto con un fenomeno decisivo per lo sviluppo del primo vaccino della storia.
Le controversie e l’eradicazione del vaiolo
Per il ruolo del vaiolo bovino nella procedura, Jenner la battezza “vaccinazione” e ‘vaccino’ oggi indica un preparato in grado di fornire un’immunità acquisita: il sistema immunitario ricorda la prima infezione più blanda ed è pronto a combattere contro un’infezione più aggressiva (a questo proposito si veda il Come Te lo Spiego Il male non colpisce mai due volte – Come funzionano i vaccini di Lara Rossi pubblicato sull’Aula di Scienze). Nel 1797, Edward Jenner manda un resoconto del suo esperimento su James Phipps alla Royal Society che lo rifiuta. L’anno successivo, a proprie spese, pubblica un libro intitolato An Inquiry into the Causes and Effects of the Variolæ Vaccinæ in cui rende conto di una serie di vaccinazioni per il vaiolo e di successive osservazioni portati avanti con l’intento di avere una base sperimentale più ampia. Ma, almeno inizialmente, la società inglese e la comunità scientifica si mostrano diffidenti. Anzi, quando Jenner va a Londra alla ricerca di volontari per la vaccinazione, non riesce a reclutarne nemmeno uno.
Per approfondire
Sulla storia di Edward Jenner si possono consultare il sito della sua casa-museo, in particolare la pagina biografica, e l'Enciclopedia Britannica, alla voce 'Jenner, Edward'. Il New England Journal of Medicine offre una bio-bibliografia aggiornata sul medico inglese. In particolare, si veda 'Edward Jenner and the history of smallpox and vaccination' di S. Riedel (BUMC 2005; 18:21-25).
Per la storia dell'eradicazione del vaiolo, si può consultare 'The global eradication of smallpox : final report of the Global Commission for the Certification of Smallpox Eradication', il rapporto definitivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che racconta la storia delle malattia e della sua eliminazione negli anni Settanta del Novecento.




