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Geni e ribelli

Lo studio del corpo umano e le cere anatomiche di Anna Morandi Manzolini

Nella Bologna illuminista Anna Morandi Manzolini ha rinnovato lo studio anatomico con uno spirito empirista e ha anticipato le scoperte sull'elettricità animale di Luigi Galvani
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«Donna bella e piena d’ingegno tratta infatti con vigore i cadaveri e anche le membra in decomposizione, per poterli riprodurre e consegnare ai posteri. Allestì quindi la propria casa con parti del corpo umano, eseguite con arte mirabile e disposte nel modo più elegante; e le spiega … utilizzando un linguaggio semplice, nativo e puro, in cui nulla resta oscuro, ma con tanta chiarezza come se ne trova in uno studioso di anatomia»

Francesco Zanotti (da De re ostetricia, in Commentarii dell’Istituto di Scienze di Bologna, III tomo, 1755)

  L’abito è di un rosa antico con dettagli in pizzo. Lo sguardo è dritto di fronte a sé, privo di qualsiasi timore. Nelle mani regge gli strumenti propri del mestiere, un forcipe e un bisturi, probabilmente quelli che ha appena usato per aprire la scatola cranica che ha di fronte a sé ed esporne il cervello per lo studio.  Decide di presentarsi così Anna Morandi Manzolini nel proprio autoritratto in cera del 1750, una scienziata che ha studiato l’anatomia del sistema nervoso umano - e non solo - applicando in prima persona lo spirito empirico dell’Illuminismo e una donna che non teme di sovvertire gli stereotipi di genere della sua epoca guardando dritto negli occhi, a testa alta, chi le fa visita.
Autoritratto in cera che Anna Morandi realizzò nel 1750 e oggi esposto ai Musei di Palazzo Poggi di Bologna
Nel corso della sua attività scientifica Anna Morandi ha realizzato decine di opere in cera che rappresentano fedelmente e con un dettaglio per l’epoca straordinario parti del corpo umano, contribuendo all’avanzamento delle conoscenze anatomiche del tempo e in particolare del funzionamento degli organi di senso e di quelli riproduttivi maschili. Ma è stata anche una scienziata in un mondo dominato dai pregiudizi sul contributo intellettuale che le donne potevano dare alla scienza e, per questo, presto dimenticata dalla storia.  

Un pittrice prestata alle «suppellettili anatomiche»

Anna Morandi Manzolini nasce a Bologna, la seconda città dello Stato Pontificio, il 21 gennaio del 1714. Nonostante la condizione economica modeste della famiglia, da giovane studia disegno e scultura presso Francesco Monti e Giuseppe Pedretti, un dettaglio decisivo, perché oltre ad apprendere le basi delle arti figurative che le saranno utili nella sua attività di ceroplasta, conosce - almeno secondo alcune note biografiche - il futuro marito, Giovanni Manzolini, che sposa nel 1740.
Il ritratto del marito Giovanni Manzolini realizzato da Anna Morandi
Giovanni Manzolini è figlio di calzolaio, ma indirizzato alla bottega di Ercole Lelli, artista che in quegli anni ha un ruolo centrale in città. Oltre a dipingere, infatti, si dedica alla realizzazione di suppellettili anatomiche, statue che rappresentano parte o interi corpi umani allo scopo di poterne studiare meglio la struttura. Manzolini si dedica a questo lavoro, ma dal 1745 il sodalizio con Lelli si rompe e l’artigiano mette su bottega con la moglie, che nel frattempo ha cominciato a mostrare tutto il suo talento, comprovato dai diversi inviti a far parte di molte accademie artistiche italiane. Assieme, la coppia produce moltissime opere in cera, in un sodalizio nel quale è difficile stabilire dove finisca l’opera dell’uno e inizi quella dell’altro, al punto che per lungo tempo Anna Morandini, in ossequio ai pregiudizi sul ruolo femminile in voga tanto all’epoca come in parte ancora oggi, viene considerata solamente il braccio, mentre le idee vengono tutte attribuite al marito. Nel 1755, però, Giovanni muore e Anna continua la sua attività per altri vent’anni, mostrando che il suo contributo all’attività di famiglia non era di secondaria importanza. Anzi, forse era proprio lei quella con le capacità e l’intelletto migliori.  

Una scienziata nella Bologna illuminista

Dopo un periodo di declino della fama dello Studio bolognese e di difficoltà economiche per la città, Bologna nel Settecento riprende letteralmente vita. Nel 1714 nasce l’Istituto delle Scienze, un moderno ente di ricerca guidato dallo spirito illuminista. Le discipline scientifiche si rinnovano tutte e, in particolare, gli studi anatomici assumono contorni sempre più empirici. Non ci si limita più al commento dei testi della tradizione galenica, ma si preferisce osservare direttamente, previa dissezione dei cadaveri, le strutture interne del corpo umano, tutto sommato ancora poco conosciuto. In questo clima, l’opera di Anna Morandi e Giovanni Manzolini è importantissima: con le loro cere si può fare lezione di anatomia per gli studenti di medicina tutto l’anno, senza doversi preoccupare della precoce putrefazione dei cadaveri da sezionare durante i mesi più caldi. Ma il lavoro di preparazione di queste vere e proprie opere d’arte “realiste” è determinante per comprendere meglio come siano strutturati le varie parti del corpo umano e come funzionino.
Suppellettile che rappresenta l'orecchio umano
Uno dei principali interessi della Morandi è lo studio degli organi di senso. Osservando le cere dedicate all’occhio, per esempio, si può anche comprendere meglio il suo metodo di lavoro. La serie è composta da diverse opere che rappresentano l’occhio come se a partire dell’esterno si andasse progressivamente sfogliando la struttura anatomica delle parti più esterne fino a giungere alla struttura più interna. La Morandi si concentra soprattutto sul rapporto tra muscoli oculari e nervi, indagando accuratamente come siano collegati sul piano anatomico, al punto che le viene attribuita la scoperta che il muscolo obliquo inferiore dell’occhio non si arresta all’apofisi nasale, come si riteneva all’epoca, ma termina invece nel sacco lacrimale.
Serie di suppellettili di cera dedicate all'occhio in cui è evidente l'interesse di Anna Morandi per il rapporto tra muscoli e sistema nervoso
Si tratta di una scoperta relativamente importante, ma che assieme a tutti i dettagli visibili negli oltre 50 manufatti conservati al Museo di Palazzo Poggi di Bologna, fanno capire che Anna Morandi ha una concezione estremamente moderna del funzionamento del corpo umano. Come scrive Miriam Focaccia, sua curatrice dei suoi scritti,
«emerge il ruolo primario dato al sistema nervoso per il funzionamento della macchina umana, concepita come un tutt’uno le cui parti sono coordinate dal cervello, ovvero un originale concetto di anatomia strettamente legata alla fisiologia in cui vengono prese in considerazione le singole parti - organi interni, vene, arterie e nervi - pensate non come elementi isolati, ma nella loro attiva e necessaria interrelazione e in riferimento all’intero apparato organico esaminato, di cui ormai, al di là della forma, interessa principalmente la funzione, in una concezione meccanicistica del corpo umano».
La struttura della bocca e della lingua in una suppellettile di cera di Anna Morandi
Quella di Anna Morandi è un’anticipazione della concezione neuro-muscolare di un grande scienziato bolognese, lo scopritore dell’elettricità animale, ovvero del sistema di comunicazione tra sistema nervoso e apparato muscolare, Luigi Galvani. E proprio sulle suppellettili della coppia Morandi-Manzolini, Galvani deve aver meditato lungamente se nel 1777 compone  l’orazione De Manzoliniana Suppellectili, in cui si può leggere:
«… che direste voi se altro io dichiarassi, e cioè che molto altro si aggiunge a questa suppellettile per il fatto che è opera di donna? Non direi forse una verità? Non è certo rarità che si coltivino Arti e Scienze da uomini che sembrano dalla natura stessa a ciò predisposti. Ma che se ne interessi non solo, ma anche che possa con massima sapienza trattarle, una donna, e anche ingrandirle e quasi condurle, oserei dire, agli estremi, la donna, che sembra nata per la lane e la tela, questo fatto non è davvero talmente raro da attirare a sé l’animo e gli occhi di tutti? Nella Manzolini inoltre questo, ancor più ammirabile si deve considerare, che per prima congiunse due arti tanto dissimili, tanto difficili, anche, ma del tutto adatte (per non dire indispensabili) a compiere lavori di tal genere, Scultura ed Anatomia, e le congiunse in modo da eccellere in ambedue e tutto questo quando specialissimamente la femminea natura è tanto più tenera e timida quanto la si conosce adatta al massimo ad attività piuttosto eleganti, così da sembrare inetta a studi simili colei che di solito e troppo spesso sviene o prova nausea o per lo meno si sbianca alla sola parola “cadavere”».
Una conferma che Anna Morandi Manzolini era una ricercatrice di talento e dalla curiosità accesa; che era un’interlocutrice attiva del dibattito scientifico dell’epoca nella sua disciplina; che ha aiutato generazioni di studenti a comprendere l’anatomia. E che, come nel suo autoritratto, non abbassava lo sguardo di fronte ai pregiudizi e agli stereotipi.  
Per approfondire Buoni punti di partenza sono la voce dedicata ad Anna Morandi del progetto Scienza a 2 voci dell'Università di Bologna e la voce biografica che le dedica il Dizionario Biografico Treccani. Gli scritti di Anna Morandi sono apparsi qualche anno fa da Olschki in un'edizione curata da Miriam Focaccia intitolata Anna Morandi Manzolini. Una donna fra arte e scienza. Immagini, documenti, repertorio anatomico. L'unica vera biografia è di una storica americana, Rebecca Messbarger, e si intitola The Lady Anatomist. The Life and Work of Anna Morandi Manzolini.
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