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Biologia

L’evoluzione prima di Charles Darwin

Se Darwin si è occupato di evoluzione delle specie è perché tra Settecento e Ottocento molte persone cercavano una soluzione a questo enigma

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Sappiamo bene che la teoria dell’evoluzione per selezione naturale è uno dei capisaldi delle scienze della vita. Sappiamo anche che è stata presentata da Charles Darwin nel 1858 ed è tuttora alla base di buona parte della nostra interpretazione del mondo naturale. La rivoluzione apportata da Darwin riguardò non tanto il concetto di evoluzione, quanto il sistema con cui questa opera, ossia la selezione naturale. L’idea che gli organismi evolvessero nel tempo era già presente prima di lui e altri scienziati e filosofi avevano suggerito che le specie potessero cambiare col trascorrere del tempo. Tra questi troviamo il conte di Buffon, Jean-Baptiste Lamarck, Georges Cuvier ed Erasmus Darwin, il nonno di Charles.

Il conte di Buffon e la rivalità con Linneo

Lo svedese Carlo Linneo, padre della tassonomia moderna, era profondamente religioso e sosteneva con forza la fissità delle specie viventi, ovvero la loro immutabilità nel tempo. Linneo aveva iniziato a classificarle con il suo nuovo sistema binomiale, fornendo un punto di riferimento da lì in avanti per gli amanti della sistematica.

Per quanto fosse uno scienziato conosciuto e potente, nel corso della sua carriera dovette confrontarsi con un rivale, uno studioso altrettanto rispettato, il francese Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon. Buffon era un perfetto portavoce degli ideali dell’Illuminismo francese, perché era innamorato del pensiero razionale e dell’indagine scientifica del mondo naturale. Era un personaggio particolare: era stato espulso dall’Università di Angers a causa di una sfida a duello con un altro giovane, forse per una rivalità amorosa. Ciononostante, Buffon si mise ben presto in luce per il suo talento nella ricerca scientifica, tanto da attirare l’attenzione del re di Francia, Luigi XV, che lo nominò direttore del suo giardino botanico, il celebre Jardin du Roi. Fu lui, in realtà, a introdurre un primo sistema di classificazione binomiale, prima ancora di Linneo, che semplicemente perfezionò quanto già creato da Buffon.

La rivalità tra i due li portò a costanti discussioni e punzecchiature di vario genere: Linneo, in risposta alle critiche di Buffon ad alcune sue scelte di classificazione, diede il nome di Buffonia a un genere di piante particolarmente puzzolenti. Ma il principale punto di scontro tra i due fu l’origine delle specie viventi, che secondo Linneo erano state generate da un creatore ed erano fisse e immutabili, mentre per Buffon potevano, in qualche modo, mutare. Fu, con ogni probabilità, uno dei primi a intuire che le specie, nelle loro forme e funzioni, potevano subire modificazioni di generazione in generazione e che la discendenza che era in qualche modo “migliorata” avrebbe soppiantato le versioni precedenti.

Per indicare questa evoluzione (termine ai tempi non ancora in uso), Buffon parlò di degenerazione. Secondo lo scienziato francese, le specie degeneravano a causa di cambiamenti del clima, dell’alimentazione o del comportamento, allontanandosi dalla loro forma iniziale. Applicò questa visione rivoluzionaria persino all’essere umano e fu timidamente convinto che esistesse una qualche forma di parentela tra umani e scimmie, anche se non divulgò mai troppo questa idea per non rischiare la scomunica.

Fu anche uno dei primi a retrodatare l’età della Terra. Inizialmente, Buffon stimò un’età di circa tre milioni di anni. I teologi della Sorbonne di Parigi contestarono questa sua proposta perché contraddiceva le idee presenti nella Bibbia, per cui abbassò il valore a un’età di 74 832 anni. In aggiunta, però, disse che quanto più si fosse innalzato questo valore, tanto più ci si sarebbe avvicinati alla realtà.

Lamarck e la trasmutazione delle specie

Il naturalista francese Jean-Baptiste Lamarck presentò la sua teoria della trasmutazione delle specie nel suo trattato Philosophie Zoologique del 1809, lo stesso anno in cui nacque Charles Darwin. Secondo la sua teoria, gli organismi viventi avevano una “spinta interna” al cambiamento, al fine di ottenere un migliore adattamento all’ambiente. La teoria era composta di due leggi fondamentali: la legge dell’uso e disuso, secondo cui un organo si sviluppa quanto più viene sfruttato e si atrofizza quanto meno è utilizzato; la legge dell'ereditarietà dei caratteri acquisiti, secondo cui un carattere acquisito nel corso della vita dell’organismo viene trasmesso alla sua discendenza. L’esempio che ha reso nota questa seconda legge, oggi abusato, è quello della giraffa che allunga il collo per raggiungere i germogli più alti e di conseguenza i suoi figli nasceranno col collo più lungo.

Il principale errore di questa teoria era il carattere finalistico dato all’evoluzione: secondo Lamarck, i viventi avrebbero una propria volontà verso il raggiungimento di una maggior perfezione. Eppure il suo contributo fu importante per aprire il dibattito sulla possibilità che le forme di vita cambiassero nel tempo. Lo scienziato francese, inoltre, ebbe un apporto fondamentale nello studio e nella classificazione degli invertebrati (termine che fu inventato da Lamarck stesso) e nel creare tanti raggruppamenti sistematici che usiamo ancora oggi, come crostacei, aracnidi o anellidi.

Se vuoi approfondire la storia del collo lungo della giraffa, ecco due proposte presenti su Aula di Scienze:
La vera evoluzione del collo della giraffa di Lara Rossi;
Che cos’è l’evo-devo di Stefano Dalla Casa

Un altro Darwin

Per la maggior parte delle persone, il cognome Darwin è oggi universalmente associato a Charles. Ma a fine Settecento il Darwin famoso era un altro: Erasmus Darwin, nonno paterno di Charles, fu un personaggio affascinante e che, anche se in maniera appena accennata, parlò di specie che si modificavano con il passare del tempo. Medico e filosofo, poeta e inventore, Erasmus Darwin fu uno dei più brillanti rappresentanti dell’Illuminismo in Inghilterra. Nondimeno, per lungo tempo si interessò anche di scienze naturali, con una particolare attenzione per la botanica e il mondo vegetale.

Nel poema The loves of the plants del 1789 coniò molti nomi comuni inglesi delle piante classificate da Linneo, che sono tuttora in uso. Ma fu in un altro poema, Zoonomia, che venne realizzato tra il 1794 e il 1796 e che riscosse un grande successo di pubblico, che Erasmus Darwin fece un accenno alla vita che mutava:

[…] sarebbe osare troppo immaginare che tutti gli animali a sangue caldo siano cresciuti da un singolo filamento vivente, che la grande Causa Prima indusse alla vita, con la possibilità di acquisire nuove parti, migliorato da nuove propensioni, guidato da nuovi stimoli, sensazioni, volontà ed associazioni […]

Difficile pensare che in seguito questi versi non abbiano, in qualche modo, fornito uno spunto su cui riflettere al nipote.

Il catastrofismo di Cuvier

Stando a Buffon prima e a Lamarck poi, le specie potevano mutare, ma questi cambiamenti erano perfetti e di natura divina. Mancava ancora un elemento che si sarebbe rivelato fondamentale per la successiva teoria di Darwin: il caso. A fornire questo importante tassello alla visione del mondo naturale arrivò Georges Cuvier, anatomista francese, che divenne ben presto uno dei più importanti e celebrati scienziati della sua epoca.

Cuvier, grazie a una grande intelligenza e a una straordinaria memoria, divenne l’anatomista a cui tutti si rivolgevano per l’identificazione dei resti fossili del passato. Tra le tante specie estinte che descrisse ci furono il mastodonte e il mammut, e le sue ricerche sui fossili lo portarono a intuire come nel corso della storia della terra ci fossero stati eventi disastrosi (cataclismi) che avevano portato alla scomparsa di tante forme di vita. Nacque così la teoria delle catastrofi naturali o catastrofismo. Veniva così introdotto il concetto di estinzione, che portava con sé un significato molto importante: se delle specie fossero venute a mancare, il loro spazio avrebbe potuto essere occupato da quelle sopravvissute. E così, anche se Cuvier era convinto dell’immutabilità delle specie, la sua visione finì con l’aiutare non poco Darwin, dato che le estinzioni sarebbero diventate un tassello fondamentale della sua teoria dell’evoluzione.

In questo video sono riassunti alcuni passaggi della storia delle teorie dell’evoluzione: fissismo, Larmarck, Lyell, Darwin.
conte di Buffon

Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon (disegno di Mirco Brizi)

Carlo Linneo

Carlo Linneo (disegno di Marta Signori)

Georges Cuvier

L’anatomista francese Georges Cuvier (disegno di Mirco Brizi)

Lamarck

Il naturalista francese Jean-Baptiste Lamarck (disegno di Mirco Brizi)

Erasmus Darwin

Erasmus Darwin, nonno paterno di Charles (disegno di Mirco Brizi)