
La guerra apre qualche opportunità
A cambiare la situazione ci pensa la Seconda Guerra mondiale, con gli uomini americani impiegati al fronte e una penuria di personale in molte aziende. Gertrude Elion, newyorkese classe 1918 e figlia di immigrati ebrei russi, trova quindi lavoro come controllore di qualità in un’industria alimentare (si occupa di misurare l'acidità dei sottaceti e il colore della maionese) e poi alla Johnsons & Johnsons. Non si tratta ancora del settore a cui dedica tutta la vita, ma quell’esperienza figlia della condizione bellica le permette di entrare in contatto con la cultura e l’ambiente lavorativo del laboratorio. La mossa decisiva è il passaggio al Burroughs Wellcome (parte del futuro gruppo farmaceutico GlaxoSmithKline), dove viene assunta come assistente da George Hitchings, che nel 1988 condividerà con lei (e l’inglese James Blake) il premio Nobel per la fisiologia o la medicina “per le scoperte di importanti principi per il trattamento farmacologico”. Spulciando tra gli aneddoti che la riguardano, uno ritorna costantemente e individua nella morte per cancro dell’amato nonno materno, avvenuta quando Gertrude ha 15 anni, l’episodio decisivo per le sue scelte future: la presa di coscienza che vuole dedicare tutta la vita a trovare una cura per la malattia. Ma è una strada tutt’altro che tracciata e facilmente decifrabile in uno scenario in cui le ricerche in questo settore sono ancora pionieristiche. La stessa Elion non ha le idee chiare e in più di un’occasione ha raccontato che quando ha conosciuto Hitchings, questi “parlava di purine e pirimidine, che devo confessare non avevo mai sentito nominare prima, e stava per dare l’attacco a una grande varietà di malattie interferendo con la sintesi del DNA. Tutto ciò suonava davvero eccitante”. Nonostante non si avessero ancora le idee chiare, era evidente che attorno al DNA sarebbero avvenute le scoperte più eccitanti per individuare una potenziale cura e Gertrude Elion vuole essere nel posto giusto per partecipare.Una strada innovativa
Fino all’epoca della sua assunzione al Burroughs Wellcome l’approccio dei ricercatori in ambito farmacologico, e specialmente nel settore del cancro, è stato costituito forzatamente da una serie di tentativi per esclusione. Quando Elion si affaccia al mondo della farmacologia e assieme a Hitchings individua nella sintesi del DNA la strada che intendono percorrere, la struttura degli acidi nucleici non è ancora nota (lo abbiamo raccontato a proposito della vicenda di Rosalind Franklin). Era però noto che contengono purine e pirimidine. Per individuare le vie attraverso le quali gli acidi nucleici vengono costituiti, con la speranza di poter poi bloccare questi processi, Elion e Hitchings cominciano a studiare il batterio Lactobacillus casei. Nel 1948 riescono a sintetizzare un composto che, interferendo con il processo metabolico che porta agli acidi nucleici, impedisce la crescita del batterio. Si tratta della diaminopurina e funziona incorporandosi nelle nuove catene di DNA al posto dell’adenina, una delle quattro basi azotate. La diaminopurina, però, risulta presto tossica e non può essere utilizzata sull’uomo. Nel 1953, tuttavia, un suo derivato, la 6-mercaptopurina, è stata usata efficacemente per la cura di alcune forme di leucemia infantile.
Un cambio di paradigma
L’elenco potrebbe proseguire, ma la scoperta che il nuovo approccio poteva portare alla scoperta di agenti antivirali efficaci ha segnato una rivoluzione concettuale ancora più profonda. La maggioranza dei chimici e dei farmacologi dell’epoca, lo stesso Hitchings compreso, sostenevano che si trattasse di una strada impossibile. L’anticlovir, scoperto per la perseveranza della Elion, che ha continuato le ricerche nonostante le idee del proprio mentore fossero diverse, è invece lì a dimostrare che Gertrude aveva ragione e tutti gli altri torto. Ed è lei stessa a capire che questo cambio di paradigma si sarebbe dimostrato determinante per rispondere alla grande sfida che si stava affacciando tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta: l’HIV. Sono stati proprio alcuni suoi allievi, portando avanti le sue intuizioni, a produrre l’AZT. In un’intervista che ripercorreva la sua vicenda rilasciata al tempo del Nobel, Gertrude Elion ricordava che “nessuno mi prendeva sul serio. Si domandavano perché mai volevo diventare una chimica quando nessun’altra donna lo faceva”. Le risposte a quella domanda sono oggi almeno 45: il numero di brevetti farmaceutici che sono legati alle sue ricerche e che hanno dato a tantissime persone un’opportunità in più di riguadagnare la salute.
Per approfondire:
Un quadro generale della biografia umana e scientifica della Elion si può trovare in questo articolo del New York Times, pubblicato in occasione delle sua scomparsa.
L'articolo di Richard Kent e Brian Huber apparso su Nature il 1 aprile del 1999 si può trovare qui.
Sulle vicende scientifiche che riguardano il premio Nobel, la risorsa principale è il sito della Fondazione Nobel, dove si trovano il comunicato ufficiale e il discorso ufficiale di presentazione alla cerimonia di premiazione.
Altra risorsa molto utile è il sito delle National Academies di Scienza, Ingegneria e Medicina, che hanno riservato alla Elion un'ampio capitolo online.
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Tutte le immagini: Wikimedia Commons.




