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Biologia

Una striscia di successi

Chi vuol sentir parlare di serpenti? Quasi nessuno. Dal punto di vista biologico, però, bisogna inchinarsi al loro successo evolutivo e non si può fare a meno di ammirare certi loro straordinari adattamenti.
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Ok, i serpenti non piacciono quasi a nessuno. Già i rettili in generale turbano, con quel loro sguardo privo d’anima (eccettuati, forse, gli psichedelici occhi del camaleonte). Nel caso degli ofidi, poi, ci sono quel silenzioso strisciare che inquieta, il pregiudizio (infondato) che sia un animale viscido, e la paura ancestrale di essere morsicati. Eppure bisogna ammettere che i serpenti hanno vita dura, ed è difficile non ammirare i loro ingegnosi adattamenti. Provate a immaginare di dovervi spostare sulla pancia, senza braccia né gambe, guardando il mondo sempre dal basso… E se trovate qualcosa di buono da mangiare, con i denti potete afferrarlo, ma non masticarlo: vi tocca mandarlo giù intero. Come ve la cavereste, per esempio, con un uovo due volte più grosso di voi? In questo video potete scoprire come si fa, con tanto di sorpresa finale:
Se può rassicurarvi, l’uovo nel filmato è di quaglia; quindi il Dasypeltis scabra del video è un serpentello più sottile di un vostro mignolo. Ma come fa la bocca dei serpenti a spalancarsi in quel modo impressionante? Il segreto è in uno speciale osso quadrato, che articola le mascelle al cranio in modo molto mobile, e in una mandibola divisa al centro in due parti, che si possono separare. Anche le costole si espandono, perché sono attaccate alle vertebre con legamenti elastici. Così il serpente riesce a inghiottire, e poi a digerire, anche prede molto più grandi di lui.   Ma lasciamo le uova e andiamo a curiosare nei deserti del sud-ovest degli Stati Uniti. Chi mai può aver lasciato nella sabbia impronte come queste?
Possono sembrare tracce di qualche speciale cingolato, o di uno sciatore smarrito che ha risalito le dune «a scaletta».
Invece sono le impronte del crotalo ceraste, un serpente a sonagli soprannominato sidewinder proprio perché si muove, incredibilmente, a balzi laterali:
Questo bizzarro tipo di locomozione ha parecchi vantaggi: il serpente avanza con velocità sorprendente, «fa presa» anche su terreni instabili come i pendii di sabbia, e minimizza il contatto con il suolo bollente del deserto: in ogni istante, toccano terra soltanto due brevi tratti del corpo dell’animale. E il moto laterale del sidewinder non può che essere d’aiuto, come strategia di sopravvivenza, anche per un altro motivo: se io fossi un rapace che vola sopra il deserto a caccia di serpenti, tutto cercherei tranne che un insieme di tracce parallele… Il video dello Smithsonian Institute mostra anche l’efficienza con cui il crotalo si seppellisce nella sabbia, lasciando spuntare soltanto gli occhi, per tendere agguati alle prede (che sono, tra l’altro, la sua unica fonte d’acqua: il Crotalus cerastes sopravvive senza mai bere).   I serpenti sono grandi arrampicatori, capaci di cacciare anche sui rami più alti nelle foreste equatoriali. Ma dagli alberi può capitare di cadere, e se siete un ofide non vorrete certo rischiare di schiantarvi al suolo: con le ossa rotte non riuscireste mai più a muovervi. Ecco allora che vi conviene trovare un modo per atterrare con dolcezza. Potreste ispirarvi allo scoiattolo volante, con il suo patagio esteso tra le zampe, che gli consente un bel risparmio di energia: passa da un albero a un altro planando, senza dover fare lo sforzo di scendere a terra e risalire.
Un Glaucomys volans mentre plana tra un albero e un altro (© Caters News Agency).
E in effetti, è proprio imitando lo scoiattolo volante che si lanciano nel vuoto quei folli avventurieri che fanno BASE jumping con la «tuta alare».
Ma se non avete arti a cui attaccare una membrana, come potrete mai riuscire a planare? Qui scoprite una soluzione escogitata dai serpenti:
Il video mostra un esperimento controllato: esemplari del serpentello Chrysopelea paradisi vengono lasciati cadere da grande altezza, e filmati da varie angolazioni per capire come se la cavano. Dopo qualche istante di caduta libera, appena raggiunta una velocità sufficiente, il serpente appiattisce la parte inferiore del corpo: così acquista una sezione a forma di cappello, che ha un profilo aerodinamico e genera portanza, proprio come avviene con il frisbee.
 
Un Chrysopelea paradisi nella posizione «a frisbee» (© John J. Socha, Virginia Tech).
Al contempo, l’ondulazione del corpo dà stabilità al volo e permette al serpente perfino di virare, cambiando direzione in modo controllato.
Morale: se andate a passeggiare nelle foreste del sud-est asiatico e non gradite gli incontri ravvicinati con i serpenti, scrutare il suolo non basterà; dovrete anche tenervi alla larga dalle loro piste di atterraggio.
gliding Snake SciAm 2014
sidewinder Jason Jones SENZA
southern-flying-squirrel
gliding Snake Holden et al 2014

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