La disputa scientifica che portò all’affermazione del sistema periodico degli elementi proposto da Mendeleev e la tavola periodica dell’abbondanza sono i protagonisti della quarta puntata di Voci in Agenda. Nel primo podcast ascoltiamo per quale ragione, nella seconda metà dell’Ottocento, la tavola periodica di Mendeleev si impose come standard per la descrizione degli elementi; nel secondo scopriamo che cos’è la tavola periodica dell’abbondanza, mostrando il suo grande valore educativo.
1. L’avvento della tavola periodica di Mendeleev
Quando pensiamo alla tavola periodica degli elementi ci viene in mente questo:
Eppure, la tavola periodica proposta da Mendeleev nel 1869, che finì per imporsi presso gli scienziati dell’epoca, diventando poi il sistema con cui abbiamo continuato ad archiviare gli elementi presenti sulla Terra, era molto diversa. Somigliava più a una lista che a una tabella. Una lista, tuttavia, che aveva già il merito di descrivere gli elementi noti all’epoca seguendo proprietà periodiche e la forza di prevedere l’esistenza di nuovi elementi che non erano ancora stati scoperti.
Proprio intorno alla forza predittiva del sistema proposto da Dmitri Mendeleev ruota la disputa scientifica che vide il chimico russo prevalere sui sistemi proposti negli stessi anni dal tedesco Julius Lothar Meyer e dal francese Paul Emile Francois Lecoq de Boisbaudran. Una disputa che è al centro anche del racconto avvincente di Enrico Bergianti, grazie al quale riviviamo una vicenda che ha fatto la storia della scienza.
2. La tavola periodica dell’abbondanza
Descrive gli elementi come una normale tavola periodica, ma le caselle di ciascun elemento hanno una grandezza proporzionale all’abbondanza di quell’elemento sulla Terra. Inoltre lo sfondo di ogni casella è colorato di verde, di giallo, di arancione o di rosso a seconda di quanto quell’elemento è a rischio di esaurimento entro la fine del secolo. È la tavola periodica dell’abbondanza e questo è il suo aspetto.
Per capirne l’importanza abbiamo raggiunto telefonicamente la persona che qualche anno fa l’ha proposta alla Società Europea di Chimica. Si tratta di Nicola Armaroli, dirigente di ricerca presso il CNR di Bologna. Dalla nostra chiacchierata è emerso il grande valore educativo della tavola, che rappresenta un invito a ricordarci che le risorse sulla Terra sono moltissime, ma sono anche limitate e devono essere riciclate. È quello che ci ricorda l’icona di uno smartphone presente nelle caselle degli elementi necessari per costruirlo. Un’icona del nostro tempo, della sofisticazione della tecnologia che utilizziamo quotidianamente e che non possiamo dare per scontata.