La scoperta dei raggi X e il loro impiego rivoluzionario nella diagnostica medica insieme alle più recenti applicazioni della fisica delle particelle in medicina sono i protagonisti della nona puntata di Voci in Agenda. Nel primo podcast ascoltiamo le vicende che alla fine dell’Ottocento portarono il fisico tedesco Wilhelm Röntgen a scoprire una radiazione allora sconosciuta, in grado di attraversare alcuni corpi; nel secondo parliamo di adroterapia, una forma di radioterapia per il trattamento e la cura di tumori spesso inoperabili o resistenti ai tradizionali trattamenti radioterapici.
1. La radiazione ignota che ha rivoluzionato la medicina
Durante la Prima guerra mondiale Marie Curie fu impegnata insieme alla figlia Irène al fronte. Lavorava negli ospedali da campo, ma qui il suo ruolo non era quello di infermiera, almeno non solo. Curie faceva la radiologa. Aveva infatti dotato alcuni veicoli di una apparecchiatura a raggi X e trascorreva le sue giornate facendo radiografie ai soldati feriti che giungevano senza sosta dalle prime linee. Queste vere e proprie unità mobili di radiografia diventarono presto famose col nome di petites Curies, «piccole Curie». La foto mostra Marie Curie proprio a bordo di una delle sue petites Curies, che in realtà non erano così petites.
Questa storia testimonia non solo la strordinarietà di una scienziata unica, ma anche quanto il legame tra la fisica nucleare, che in quegli anni era appena nata, e la medicina sia stato sempre forte. I raggi X erano stati scoperti infatti neanche vent’anni prima dello scoppio della Grande Guerra e da subito tutti avevano intuito il potere rivoluzionario che le radiografie avrebbero avuto nella diagnostica medica. Tutti, a partire da Wilhelm Röntgen, lo scienziato che li aveva scoperti senza capire cosa fossero, ma che aveva capito che fossero in grado di attraversare i corpi e impressionare lastre fotografiche. L’uomo che, come ci racconta Serena Gradari, realizzò la prima radiografia della storia, vinse il primo Nobel per la Fisica e rivoluzionò la storia della medicina.
2. Alla scoperta dell’adroterapia
Radiografie, PET, TAC, risonanza magnetica. L’elenco delle tecniche nelle quali la fisica nucleare si mette al servizio della diagnostica medica è, come si vede, abbastanza lungo. Ma non descrive del tutto l’impiego delle particelle negli ospedali e la loro centralità nella vita dei pazienti. Acceleratori di particelle degni di un laboratorio scientifico sono infatti utilizzati anche per produrre particelle impiegate in ambito oncolologico. Oltre ai raggi X utilizzati nella radioterapia, infatti, da alcuni anni protoni e ioni carbonio sono impiegati per il trattamento e la cura di tumori spesso inoperabili o resistenti ai tradizionali trattamenti radioterapici. È proprio questo l’obiettivo dell’adroterapia, una tecnica terapeutica nella quale il nostro Paese è all’avanguardia.
In tutto il mondo le strutture in grado di effettuare adroterapia sono sei. Una di queste è al Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica – CNAO di Pavia. Ci siamo fatti accompagnare nel cuore del CNAO da Sandro Rossi, Direttore della Fondazione CNAO. In questa chiacchierata abbiamo scoperto perché l’adroterapia è oggi la tecnica più efficace per la cura di alcuni tumori, ma anche quanto la ricerca a cavallo tra fisica e medicina sia fondamentale per la cura delle persone.
Marie Curie a bordo di una unità mobile di radiografia intorno al 1915 (immagine: Wikipedia)