Quanto è sottile l’atmosfera!
Guardando da fuori il profilo del pianeta, l’involucro di gas a cui dobbiamo la vita appare in tutta la sua delicatezza. L'atmosfera diffonde la componente azzurra della luce solare, producendo così il colore che vediamo quando, di giorno, da terra alziamo gli occhi al cielo. Ma già a 100 km di quota – meno di un centesimo del diametro del globo – l’atmosfera è così rarefatta da sfumare nel nero inesorabile dello spazio esterno. Vedendo quanto è precario il guscio gassoso che protegge la biosfera, diventa subito chiaro che è meglio non inquinarlo troppo con gli scarti tossici delle nostre attività.Lo spettacolo delle aurore polari
Le stranianti «luci del nord» (o «del sud», per chi vive nell’emisfero australe) sono effetto di un collegamento diretto, materiale, tra noi e la nostra stella.Un’aurora boreale osservata dallo spazio e da terra (fonte: Nasa).
Dal Sole, infatti, oltre alla luce che ci riscalda (e ci alimenta, tramite la fotosintesi fatta dalle piante), riceviamo anche il vento solare, un flusso continuo di particelle subatomiche.
Questi elettroni e protoni, scontrandosi con i gas dell’atmosfera terrestre, ne «eccitano» gli atomi o le molecole, che tornano poi allo stato normale emettendo come luce colorata l’energia che avevano assorbito.
Quando il vento solare è particolarmente intenso, si producono così le spettacolari aurore intorno ai poli, dove il campo magnetico terrestre concentra le particelle cariche in arrivo dallo spazio.
L’origine delle aurore polari è spiegata in modo efficace dalle animazioni di questo filmato.
La firma luminosa dell’Antropocene
Soltanto cent’anni fa, a un turista spaziale, l’emisfero terrestre in ombra sarebbe apparso quasi perfettamente buio. È bastato un secolo di progresso tecnologico per far risaltare invece in modo sgargiante, grazie all’energia elettrica, tutti gli insediamenti umani. Tra le conseguenze indesiderate c’è il fatto che oggi, di notte, chi vive in città difficilmente riesce ad ammirare le stelle. E i poveri astronomi, se vogliono studiare da terra il cielo notturno, devono andare a costruire i telescopi nelle poche località ancora immuni da inquinamento luminoso: in mezzo agli oceani, o in luoghi remoti dell’emisfero sud.Un po’ di Italia nello spazio
Per la prima volta nella storia delle missioni spaziali, gli astronauti della ISS hanno a disposizione, oltre ai tradizionali piccoli oblò, la terrazza panoramica di una «cupola» con vista a 360°. La cupola è stata costruita a Torino, negli stabilimenti della Thales Alenia, dove è stato realizzato un terzo circa dell’intera struttura della Stazione spaziale. L’Italia partecipa quindi in modo significativo all’impresa della ISS, che ha coinvolto Paesi di tutto il mondo: è il più grande progetto di collaborazione tecnologica mai realizzato dall’umanità a fini pacifici, senza applicazioni militari (e c'è chi l'ha candidato al premio Nobel per la pace). Resta infine da applaudire l’intraprendenza di Giacomo Sardelli, il giovane videomaker di Pavia che a 24 anni, assemblando filmati e file audio trovati in rete, ha costruito questo «messaggio dalla ISS all’umanità». Il suo lavoro ha avuto una meritata eco in tutto il mondo. Qui per esempio Sardelli è intervistato dalla principale rete televisiva australiana. E la Nasa stessa, apprezzando l’uso creativo fatto dei suoi materiali, ha pubblicato il video anche sul proprio canale YouTube.
Dal video si può prendere spunto per parlare in classe di temi come l'orbita della ISS, la forza di gravità e il peso, l’energia solare, le aurore polari, il vento solare e il campo magnetico terrestre.
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