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ColourLex: ovvero, Paintings, Pigments, Methods

Facciamo un viaggio alla scoperta di un sito web in lingua inglese pensato per insegnare la chimica e la storia dell’arte con efficaci strumenti interattivi
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Jurai Lipscher è un chimico nato a Praga che oggi vive in Svizzera e ha la passione della storia dell’arte. Insegna nelle scuole superiori, ma da anni ormai gestisce un sito che ha catturato la nostra attenzione: si chiama ColourLex e ha ricevuto diversi riconoscimenti per l’innovazione nell’insegnamento della chimica (ad esempio il Balmer Prize 2010 rilasciato dall’associazione dei chimici svizzeri).  

Perché Colourlex può essere una risorsa importante nell’insegnamento?

Colourlex si pone su una terra di confine fra la storia dell’arte e la chimica, affrontando i temi legati alle tecniche artistiche e ai pigmenti utilizzati dai grandi pittori che hanno fatto la storia dell’arte. Un tema del tutto analogo è stato sviluppato, in una prospettiva storica, da Adriano Zecchina nel suo libro Alchimie nell’arte. La chimica e l’evoluzione della pittura, edito da Zanichelli nella collana Chiavi di lettura. In ColourLex però l’attenzione è tutta mirata sui capolavori degli artisti. L’analisi (che cita sempre fonti di grande autorevolezza) è sui pigmenti utilizzati da Raffaello, Tiziano, Rembrandt, van Gogh, Renoir, solo per citarne alcuni. L’insegnamento passa attraverso il dominio dell’immagine. Basta aprire una pagina qualsiasi di ColourLex per rendersi conto di come l’approccio sia legato alla qualità della proposta visiva. Gli strumenti multimediali permettono poi di introdurre lo studio dei pigmenti in maniera facile e intuitiva. Altro punto cardine del sito: la qualità dell’analisi prevale sulla quantità. I quadri presi in considerazione sono circa 120 e per ognuno di essi sono proposti approfondimenti di grande chiarezza.
Per una presentazione del legame fra pittura e chimica attraverso i pigmenti si veda l’articolo di Angela Simone pubblicato su Aula di Scienze nel maggio 2014.
 

Cominciare dai quadri o dai pigmenti?

In realtà si può scegliere. Il sito è diviso in due parti: la prima presenta i quadri (ricercabili per autore, soggetto, periodo storico, pigmento); la seconda parte appunto dall’analisi delle proprietà fisico-chimiche dei pigmenti. Tuttavia – ed è forse naturale che sia così – iniziare il proprio viaggio dal Tondo Doni di Michelangelo o da una Notte stellata di van Gogh ha ovviamente un fascino che difficilmente potrebbe essere replicabile da altri strumenti.  

Volete vedere un esempio?

In realtà non servono tantissime parole per capire. Basta guardare un esempio. Scegliamo un quadro non molto noto in Italia, la Resa di Breda di Diego Veláquez: l’opera, oggi conservata al Museo del Prado a Madrid, celebra uno dei tanti episodi che costellano le sanguinose vicende della guerra per l’indipendenza dei Paesi Bassi e delle Fiandre. In realtà, domina l’interattività. Ecco la prima schermata, con quadro e testo di presentazione:   E semplicemente andando avanti, ecco le quattro pagine successive dedicate al quadro (in totale sono diciotto):         Ogni singolo dettaglio del quadro è preso in esame e studiato con riferimento ai pigmenti utilizzati. Sotto l’immagine del quadro, si trovano una sezione con informazioni bibliografiche, note sull’opera e altre risorse multimediali se disponibili.   Scorrendo più in basso nella pagina, si trovano grandi quadrati colorati per ogni pigmento citato nell’opera.   Cliccando sul nome del pigmento, compaiono le informazioni riguardanti la struttura cristallina, le proprietà chimico-fisiche, i metodi di preparazione, la storia dell'utilizzo del pigmento in esame, e, inoltre, l'elenco completo di tutti i quadri presenti in ColourLex in cui quel pigmento è citato (ai quali si può accedere rapidamente tramite un link diretto).

 

E come fare con l’inglese?

Il sito è in inglese. Più che un limite, semmai è un modo per coinvolgere anche il docente di lingua. D'altra parte, neanche in Svizzera l’inglese è lingua madre; non a caso, forse, i testi sono brevi, concisi, chiari, quasi “scolastici”. ColourLex è, insomma, un viaggio affascinante per gli appassionati d’arte, ma può essere anche una risorsa preziosa ed autorevole per percorsi didattici interdisciplinari che colleghino l’insegnamento dell’arte, della chimica e della lingua inglese.
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