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I pagamenti al tempo di smartphone e contactless

Che differenza c’è tra una carta di credito e una prepagata? Quali sono i rischi e i costi dei pagamenti digitali?

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Dal 2013 a oggi in Italia il numero di operazioni con carte di credito è aumentato del 145%. Nella vita di tutti i giorni ognuno di noi può scegliere se pagare in contanti, quindi con monete e banconote, o se utilizzare strumenti di pagamento elettronici come il bonifico o la carta di pagamento.

Banconote e monete conservano un ruolo importante e un certo fascino, ma trasferire soldi senza toccare il denaro è sempre più comodo e, in alcuni casi, necessario. Nel nostro sistema economico, globalizzato e interconnesso, ci capita spesso di fare scambi con persone che si trovano in luoghi distanti da noi, oppure di comprare beni e servizi on-line. In un certo senso il contante viaggia con noi mentre i pagamenti digitali viaggiano per noi e permettono al denaro di spostarsi molto più velocemente rispetto a quando usiamo monete e banconote.

Infine, gli strumenti di pagamento elettronici sono molto più integrati nella nostra vita digitale. Per esempio, possiamo fare pagamenti con il nostro smartphone ovunque e in ogni momento della giornata. O, ancora, se ci rubano la carta dal portafoglio, possiamo avvertire subito la banca, quella carta sarà bloccata e nessuno potrà utilizzarla. Difficilmente invece riusciremo a recuperare i contanti.

Quali sono le differenze tra pagare in contante e con gli strumenti di pagamento digitali?

I pagamenti in contanti si basano sulla consegna, cioè il trasferimento fisico della moneta da un soggetto all’altro. Banconote e monete hanno corso legale nel paese di riferimento e, in base a quanto stabilito dal codice civile, devono essere sempre accettate in pagamento. Le banche centrali progettano le banconote con particolare attenzione alle caratteristiche di sicurezza necessarie per evitarne la contraffazione, ne curano la produzione e si assicurano che i biglietti in circolazione siano in buono stato.

I pagamenti digitali si basano invece sulla moneta bancaria, cioè sulle somme depositate nei nostri conti, come il conto corrente bancario. Grazie ai pagamenti digitali la moneta bancaria viaggia da un conto all’altro; per far questo è necessario che ciascun conto sia individuato senza possibilità di dubbio: l’IBAN (International Bank Account Number), un codice alfanumerico associato a ogni singolo conto, ha proprio questa funzione.

La moneta bancaria è accettata pressoché ovunque perché le banche e gli altri intermediari sono obbligati a convertirla, su richiesta, in contante. I pagamenti in moneta bancaria richiedono infrastrutture, procedure, strumenti, regole, collegamenti e accordi tra molti operatori. L’insieme di questi elementi si chiama sistema dei pagamenti. Il trasferimento di fondi dal debitore, cioè chi paga, al creditore, cioè chi deve ricevere la somma, può essere rappresentato in tre fasi:

  • la trasmissione dell’ordine di pagamento;
  • la sua gestione all’interno di un circuito che consente lo scambio dell’informazione di pagamento tra intermediari;
  • l'accreditamento al beneficiario, cioè al creditore.

Tutti questi elementi devono funzionare all’unisono, proprio come un’orchestra. Infatti, perché ci sia fiducia nel pagare con moneta bancaria – così come ci fidiamo del contante – è necessario garantire che ogni singola transazione vada a buon fine con livelli di sicurezza elevatissimi e a costi contenuti.

Quali sono esattamente gli strumenti di pagamento elettronici?

Anche se il mondo dei pagamenti digitali è soggetto a continue innovazioni, gli strumenti di pagamento elettronici possono essere ricondotti a tre grandi categorie: bonifici, addebiti diretti e carte di pagamento.

Con il bonifico si trasferiscono somme da un conto a un altro, anche di banche diverse. Chi invia la somma si chiama ordinante, chi la riceve si chiama beneficiario. I bonifici sono utili per trasferire somme di denaro, anche di grosso importo, tra individui e imprese. Esiste da alcuni anni anche la possibilità di ordinare bonifici istantanei: il denaro arriva al beneficiario in pochi secondi.

L’addebito diretto è un’operazione simile al bonifico, che si realizza però con un ordine al contrario: il beneficiario del pagamento – preventivamente autorizzato da chi effettua il pagamento – ordina alla banca di trasferire i fondi dal conto di chi paga sul proprio conto. L’addebito diretto viene utilizzato soprattutto per effettuare in forma automatica pagamenti di tipo ripetitivo e con scadenza fissa, come le bollette delle utenze (luce, gas, telefono, ecc.) o le rate di un finanziamento.

Le carte di pagamento sono tessere plastificate, dotate di un microchip e/o una banda magnetica, che consentono l’accesso immediato a una serie di servizi, come il prelievo di contante da un ATM (Automated Teller Machine), o il pagamento nei negozi tramite POS. Si dividono in tre tipologie: carta di debito, carta di credito e carta prepagata.

La carta di debito è rilasciata da una banca o da un altro intermediario finanziario, di solito quello presso il quale si ha il conto; in Italia la più diffusa è il cosiddetto «bancomat». Consente acquisti presso gli esercenti convenzionati e prelievi di contante da sportelli automatici; sono previsti limiti di importo mensili per gli acquisti e limiti mensili e giornalieri per i prelievi di contante. Presso gli ATM si possono anche pagare bollette, effettuare ricariche telefoniche o accedere ad altri servizi. Le somme spese o prelevate sono addebitate immediatamente: ciò vuol dire che l’utilizzo della carta di debito è possibile solo se sul conto è disponibile una somma di denaro almeno pari a quella che si intende spendere.

La carta di credito è rilasciata da una banca o da un altro intermediario finanziario (emittente); essa consente acquisti presso gli esercenti convenzionati e prelievi di contante presso gli sportelli automatici. La carta di credito, diversamente dalla carta di debito, permette di fare acquisti anche se non abbiamo a disposizione sul conto il denaro necessario, perché la somma spesa viene addebitata in un momento successivo a quello dell’acquisto. Questo vuol dire che l'emittente, per un determinato periodo di tempo, di solito un mese, anticipa le somme spese dal titolare della carta di credito. La restituzione può avvenire secondo due modalità:

  • in un’unica soluzione, di solito nel mese successivo a quello in cui sono stati effettuati gli acquisti se la carta di credito è a saldo;
  • mediante rateizzazione nel caso di carte di credito revolving.

Attenzione però: nel secondo caso la rateizzazione avrà un costo, cioè il titolare della carta dovrà pagare un interesse che aumenterà il suo debito, tanto più quanto più è lunga la rateizzazione. Un altro elemento a cui fare attenzione è che il prelievo con carta di credito prevede, in genere, il pagamento di interessi perché costituisce nei fatti un anticipo di contante rispetto alle nostre disponibilità.

La carta prepagata è uno strumento di pagamento rilasciato a fronte di un versamento anticipato di fondi: il valore «caricato» sulla carta diminuisce ogni volta che viene utilizzata per effettuare pagamenti o prelievi. Si possono versare delle somme nella carta prepagata in qualsiasi momento e con essa si possono effettuare pagamenti solo di importo inferiore o uguale ai fondi di volta in volta disponibili. Alcune prepagate sono dotate di IBAN per fare o ricevere bonifici.

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Lo sviluppo della tecnologia ha spinto gli intermediari ad ampliare i canali attraverso cui si possono usare questi strumenti. Per esempio, oggi è possibile effettuare pagamenti tramite dispositivi mobili come smartphone o smartwatch utilizzando una carta di pagamento virtualmente inserita nel dispositivo (tramite una app). Inoltre, se il dispositivo mobile lo consente e la carta di pagamento associata è abilitata alla tecnologia Near Field Communication (NFC), è possibile pagare anche in modalità contactless, tramite il semplice accostamento del dispositivo al POS.

I pagamenti elettronici sono strumenti comodi e veloci. Ma sono anche sicuri?

Nessuno strumento di pagamento, incluso il contante, è privo di rischi. Ci sono però alcune regole che permettono di evitare o limitare le perdite connesse a furti o truffe e rendono più facile ottenere il rimborso di somme eventualmente sottratte. Per tutti i pagamenti digitali gli intermediari hanno implementato un meccanismo di autenticazione forte del cliente, basato sull'uso di credenziali a doppio fattore. L’utente deve autenticarsi utilizzando almeno due tra i seguenti fattori:

  • qualcosa che conosce (come una password; per le carte di pagamento è il PIN, Personal Identification Number);
  • qualcosa che possiede (come un token/chiavetta o uno smartphone);
  • qualcosa che lo riguarda (come l'impronta digitale o la firma).

In più, nei pagamenti online questa autenticazione genera un codice non modificabile e non riutilizzabile, perché è associato indissolubilmente ai parametri della transazione (importo e beneficiario).

Oltre a questi meccanismi di sicurezza messi in atto dalle banche, affinché i pagamenti siano davvero sicuri, è importante rispettare gli obblighi che la legge pone in capo all’utilizzatore: obblighi di custodia e di comunicazione.
Gli obblighi di custodia riguardano sia gli strumenti di pagamento sia le credenziali associate allo strumento, necessarie per avviare l’operazione di pagamento (il PIN).
Gli obblighi di comunicazione riguardano la tempestiva comunicazione all’intermediario di transazioni non autorizzate o dello smarrimento della carta. L’intermediario sarà tenuto a restituire l’importo oggetto di malfunzionamento o frode a meno che il cliente non abbia violato uno di tali obblighi.

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Quanto costano gli strumenti di pagamento digitali?

Come abbiamo visto, gli strumenti di pagamento elettronici sono un servizio offerto dagli intermediari e dunque hanno un costo. Quasi tutti gli strumenti di pagamento elettronici richiedono l’apertura di un conto. Il contratto di conto corrente deve contenere tutte le informazioni relative ai costi che il cliente dovrà sostenere non solo per l’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici ma anche per l’apertura, la chiusura e la gestione del conto. Il costo per l’utilizzo degli strumenti di pagamento può essere incluso in un canone fisso o variare in base al numero e alla tipologia di operazioni effettuate. È quindi importante leggere con attenzione il contratto di conto corrente e tutti gli altri contratti – ad esempio quelli che regolano l’utilizzo delle carte di credito – prima di sottoscriverli, perché le informazioni in essi contenute permetteranno di capire qual è il costo effettivo nell’utilizzo di questi strumenti, che dipenderà anche dal proprio profilo di consumo, ossia da quante e quali operazioni si effettuano.

L’articolo è a cura di Sonia Palmieri che in Banca d’Italia si occupa di educazione finanziaria dal 2021. In precedenza ha lavorato nel dipartimento Circolazione Monetaria e Pagamenti al dettaglio.
Si ringraziano Sara Lamboglia e Ginevra Buratti, che in Banca d’Italia si occupano di analisi statistiche su temi di educazione finanziaria, per aver curato le attività Parliamone in classe.