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Caro Babbo Natale

Maggiore dialogo tra scienziati e publlico, più tempo per raccontare la fisica dei giorni nostri e poi una gita a gravità zero. Da insegnante di fisica del liceo, sono queste le cose che vorrei trovare sotto l'albero: ho provato a spiegarlo a Babbo Natale...
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Caro Babbo Natale, sono un insegnante di fisica in un liceo italiano. Tutti gli anni faccio del mio meglio per insegnare la fisica ai miei studenti, cercando di metterli in grado di costruirsi un futuro professionale felice, ma anche di farli appassionare alla scienza in quanto tale e di far loro riscoprire la curiosità che provavano da bambini verso il mondo e la natura. Di solito mi arrangio da solo ed evito di cercare il tuo aiuto, un po’ come evito di cercare quello dei governi via via in carica che, quando si occupano della scuola, lo fanno soltanto per cercare di risparmiare qualcosa. Noi insegnanti ci siamo abituati. Ma gli studenti dell’ultimo anno sono così vivaci e intelligenti. Sembrano affamati di idee e di pensieri non banali. Vorrei riuscire a fare con loro qualcosa di speciale. Sì, lo so, c’è l’esame di maturità, ci sono i test d’ingresso all'università, ci sono tutte le aspettative che la società e le famiglie ripongono nella scuola. Il tempo è poco e le cose da fare sono tante. Ma se non fosse difficile, perché starei scrivendo a te? Bene, ora che penso di avere ottenuto la tua attenzione, lascia che ti esponga le mie richieste sotto forma di domande, perché è questo che faccio quasi sempre quando penso al mio lavoro. Mi faccio un sacco di domande. La scienza è cultura, cioè qualcosa che appartiene a tutti? Che la scienza serva lo pensano più o meno tutti, perfino quelli che sospettano che essa sia anche pericolosa. Ma la cultura è un’altra cosa. Un bel libro, un grande quadro, un’opera lirica non servono a niente. Queste sono le cose per cui vale la pena vivere, le cose che danno senso alla vita. Perché la scienza non dovrebbe essere una di queste cose? Parlando con una collega che insegna Storia e Filosofia, scopro che a lei piacerebbe sapere qualcosa di più dell’inizio dell’Universo o di quel “bosone di Higgs” di cui si parla tanto, ma che è intimorita dal modo in cui gli scienziati ne parlano, facendo intendere che si tratti di idee accessibili soltanto agli specialisti. Quando le domando, sinceramente perplesso, in quali occasioni le sia capitato di sentire scienziati esprimersi con tanta arroganza, la collega mi risponde che non capisce perché “gli scienziati” debbano condannare le cure omeopatiche a cui lei ricorre da anni con soddisfazione, costringendola a pagarsi quei prodotti di tasca sua; né capisce perché “gli scienziati” debbano insistere tanto sull’introduzione degli OGM in agricoltura, quando a tanta gente come lei un passo del genere sembra profondamente inquietante. Ecco, io credo che quello che ostacola, almeno in una certa misura, il riconoscimento della scienza come un aspetto della cultura generale, è il mancato riconoscimento della cultura da parte degli scienziati. La cultura è un dibattito in cui, inevitabilmente, non entrano soltanto dati e logica: entrano anche paure infondate e speranze eccessive. Bisognerebbe imparare a parlare anche di queste cose. Bisognerebbe far incontrare scienziati e non esperti in un contesto in cui agli scienziati fosse lasciato il tempo di presentare i risultati delle loro ricerche con le sfumature e le incertezze che sono necessarie, e al pubblico fosse lasciato il diritto di far contare anche quelle perplessità o quelle attese di cui nessuna persona può fare a meno nella vita quotidiana. Forse un punto di partenza utile potrebbe essere questo video del Museo Nazionale della Scienza Leonardo da Vinci di Milano. Caro Babbo Natale, per favore, regalami il tempo e le risorse necessarie a organizzare una discussione come questa insieme ai miei studenti. Grazie.
Play Decide è un gioco di ruolo certificato dalla Commissione Europea che consente di discutere in modo circostanziato e corretto su differenti temi, anche quando i partecipanti conoscono poco o nulla riguardo all’argomento proposto. Si tratta di un gioco che viene spesso utilizzato in occasione dei festival della scienza per affrontare anche temi di attualità scientifica controversi.
La scienza è quella dei libri o quella dei laboratori? Perché se diciamo fisica in classe pensiamo a cose completamente diverse da quelle a cui pensa un ricercatore? Questo dubbio incombe su di me soprattutto quando lavoro con gli studenti dell’ultimo anno del liceo. Ogni volta mi sforzo di trovare qualche ora per presentare loro alcune delle idee della fisica contemporanea, dalla relatività alla meccanica quantistica. (Ed è perfino imbarazzante chiamare “contemporanee” delle teorie che hanno molto più di cent’anni di vita, visto che nessuno di noi definirebbe La corazzata Potëmkin un film contemporaneo.) Il problema è che la scuola tende a presentare la fisica degli ultimi 113 anni come un insieme di teorie sconcertanti, rivoluzionarie, ancora per lo più incomprensibili e forse nemmeno degne interamente di fede. Al contrario, nella realtà scientifica di tutti i giorni l’impossibilità di superare la velocità della luce è un’ovvietà, le deformazioni dello spaziotempo dettagli ben noti di cui si tiene conto per progettare un satellite GPS, e così via. Che un fotone possa trovarsi in due posti contemporaneamente è qualcosa che torna utile a chi progetta un computer quantistico. Che una particella di antimateria possa apparire all’improvviso è un fatto banale di cui ci serviamo per realizzare un dispositivo per la tomografia a emissione di positroni (PET). Bisognerebbe insegnare la fisica del nostro tempo proprio così, come la fisica del presente, la fisica dell’epoca in cui viviamo e in cui immaginiamo i nostri progetti. Il mondo in cui vivono gli oggetti che usiamo quotidianamente è il mondo della meccanica quantistica e delle teorie del caos, della relatività e della fisica delle alte energie. Caro Babbo Natale, allora regala a me e ai miei studenti un po’ di macchine del ventunesimo secolo con cui giocare: che so, un microscopio AFM per manipolare singoli atomi, o una striscia di Möbius di magneti su cui far scivolare un carrellino a superconduttore, come questa:
Cosa ti costa? In fondo, sospetto che la tecnologia della tua slitta sia basata sulla levitazione magnetica... Dove posso portare i miei studenti perché facciano un’esperienza che cambi davvero il loro modo di vedere la fisica? Parliamo di gite scolastiche. Pardon: viaggi di istruzione. Supponiamo di volerne organizzare uno in cui la fisica fosse davvero il tema dominante. Si potrebbe andare a visitare uno dei tanti Musei della Scienza che sono nati in tutto il mondo, e che talvolta offrono un assaggio autentico di cosa voglia dire manipolare un fenomeno fuori dall’ordinario, un fenomeno in cui le leggi fisiche risaltino molto più vividamente di come accada nella vita quotidiana. Sarebbe divertente sporcarsi un po' le mani, come fanno i protagonisti di questo video del Museo della Scienza di Milano:
Oppure si potrebbe andare a visitare l’LHC al CERN di Ginevra, per farsi impressionare dall’enormità dei suoi apparati di misura, vere cattedrali di circuiti elettronici attorno al vuoto più spinto che esista nel Sistema Solare, per osservare l’inimmaginabilmente piccolo. Però, già che sto scrivendo una lettera a Babbo Natale, perché non confessare quale sarebbe la gita scolastica dei miei sogni? Tutti quei musei e quei laboratori sono pur sempre sulla Terra. Sarebbe bellissimo, invece, prenotare per una classe un volo del programma didattico della Zero-G Corporation e avere una manciata di minuti per provare l’esperienza di trovarsi in un ambiente a gravità zero. In fondo ci sono già delle classi che portano i loro esperimenti su una traiettoria parabolica in caduta libera, per vederli in una prospettiva che nessun laboratorio terrestre potrebbe offrire. Come in questo video relativo alla Vomit Comet della NASA:
Allora, posso contarci? Prometto di fare una colazione leggera prima di imbarcarmi!
La sezione triestina dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare organizza ogni anno visite al CERN per gli studenti delle scuole superiori. Per avere maggiori informazioni sull'iniziativa chiamata Viaggio al CERN, clicca qui. Sul sito web di ECSITE, invece, puoi trovare tutte le informazioni sulle attività dei musei della scienza europei.
santa

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