Una piattaforma petrolifera è avvolta dalle fiamme e libera nell’atmosfera un fumo di colore nero intenso. L’odore è acre, l’aria irrespirabile. Se allargate lo sguardo vedete che il mare è torbido, perché una chiazza oleosa sempre più vasta si sta propagando in tutte le direzioni. È la sera del 20 aprile 2010, siamo nel Golfo del Messico e quello che è appena iniziato è l’incidente petrolifero più grave di sempre.
Quel disastro, passato alla storia come «l’incidente della Deepwater Horizon», è costato la vita a 11 persone e nel corso degli anni ha compromesso gli equilibri di ecosistemi marini e costieri. Ma ha anche dato impulso a una serie di profonde riflessioni sul rischio tecnologico e la gestione dei disastri ambientali di cui è fondamentale fare tesoro. Così, a quattoridici anni di distanza dall’incidente, Enrico Bergianti, giornalista e podcaster, ripercorre la vicenda della Deepwater Horizon nel podcast blu, petrolio, prodotto da Zanichelli.
In 6 puntate, che pubblicheremo qui il 2 maggio e che troverete anche su Spotify, Enrico Bergianti, con il contributo di esperti ed esperte di tecnologia, biologia marina e diritto ambientale, ci racconta che cosa è successo su quella piattaforma, perché è successo, e quali conseguenze ha avuto sull’ambiente, l’economia, la politica ambientale e la ricerca scientifica.
In attesa del podcast completo, per avere un assaggio di blu, petrolio non vi resta che ascoltare il trailer, che trovate già anche su Spotify:
La copertina del podcast blu, petrolio (immagine: Zanichelli)
21 aprile 2010: navi della Guardia Costiera degli Stati Uniti impegnate nello spegnimento dell’incendio alla piattaforma Deepwater Horizon (immagine: US Coast Guard)