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Voci in Agenda: storia del cellophane e futuro del packaging

In questa ventiquattresima puntata parliamo dell’invenzione della pellicola sottile e trasparente più famosa al mondo e di materiali per imballaggi

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Il successo del cellophane e i materiali impiegati oggi nel settore del packaging sono i protagonisti della ventiquattresima puntata di Voci in Agenda. Nel primo podcast ascoltiamo la storia di Jacques Edwin Brandenberger e di come la sua innovativa pellicola trasparente rivoluzionò il mercato degli imballaggi alimentari; nel secondo cerchiamo di capire in quale direzione si muove oggi la ricerca dei materiali progettati per il settore degli imballaggi.

1. Trasparente, sottile, biodegradabile

Quella che ci racconta Lara Rossi è una storia di serendipità, cioè di una scoperta imprevista, compiuta mentre si sta cercando di portare a termine qualcos’altro. È quello che accade a Jacques Edwin Brandenberger, un chimico svizzero che lavora a Parigi come esperto di coloranti in un’azienda tessile, quando si mette in testa di inventare un tessuto antimacchia. Tra il 1908 e il 1912 Brandenberger fa vari tentativi, ma quello che alla fine riesce a inventare è un materiale trasparente, sottile, fragile e biodegradile. Non è il massimo come tessuto antimacchia, ma è perfetto per avvolgere e conservare alimenti e altri beni di consumo. È nato il cellophane.

Ma quella di Brandenberger e della sua pellicola innovativa è anche una storia di marketing ingegnoso e di un successo planetario che tra gli anni Venti e l’inizio degli anni Cinquanta rivoluzionerà il settore degli imballaggi alimentari. Poi arriveranno le plastiche a sbaragliare il mercato del packaging, perché più duttili e soprattutto meno costose. Oggi sappiamo, però, che sono anche più impattanti dal punto di vista ambientale. Ma questa è un’altra storia.

2. Vetro, carta, alluminio, legno, ma soprattutto plastica

Bottiglie di vetro, scatole e scatoloni di carta e cartone, lattine di alluminio, cassette di legno. Ma anche vasi di ceramica, contenitori di latta e acciaio, brick di tetrapak. Sono solo alcuni esempi di oggetti utilizzati per contenere beni di consumo che caratterizzano la nostra quotidianità. All’appello manca però il materiale, o meglio, la famiglia di materiali più adottata nel settore del packaging: la plastica. Duttile, efficace, economica, la plastica ha conquistato il mondo, in particolare quello degli imballaggi, come mostra il grafico seguente.

Ma questo enorme consumo di materiali plastici ha un peso ambientale che ormai non può più essere trascurato. Quali sono allora le soluzioni a cui sta guardando il mondo della ricerca sui materiali per provare a rendere più sostenibile il settore del packaging?

Ne abbiamo parlato con Paola Fabbri, che è professoressa di Scienze e tecnologia dei materiali presso l’Università di Bologna. Da un lato abbiamo scoperto che il riciclo dei materiali resta un’operazione virtuosa da implementare al massimo, soprattutto per quanto che riguarda la plastica; dall’altro che lo sviluppo di biomateriali innovativi sarà necessario per garantire la sostenibilità a un settore, come quello del packaging, di carattere globale.

Su Aula di Scienze abbiamo dedicato molto spazio alla plastica e alle problematiche che ruotano attorno a questo materiale che ha rivoluzionato il Novecento. Qui di seguito trovi alcuni articoli di approfondimento:

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