Le vicende che hanno portato alla produzione dei vaccini antipolio negli anni Cinquanta del secolo scorso e lo sviluppo odierno dei vaccini a mRNA sono i protagonisti della ventiduesima puntata di Voci in Agenda. Nel primo podcast ascoltiamo come Jonas Salk e Albert Sabin riuscirono a realizzare indipendentemente i vaccini che arrestarono la diffusione della poliomielite; nel secondo cerchiamo di capire perché è così efficace la tecnologia dei vaccini a RNA messaggero, provando a gettare uno sguardo verso il futuro di questo settore della medicina.
1. Vaccini antipolio: breve storia di un grande successo
Il 24 ottobre si celebra il World Polio Day, cioè la Giornata Mondiale della Polio, un’occasione per sottolineare gli sforzi globali volti a eradicare la poliomielite, una malattia che alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso colpiva in tutto mondo ancora 350 mila persone. Nel 2021, grazie alla diffusione delle campagne vaccinali, i nuovi casi segnalati sono stati appena 6, a testimoniare uno dei più grandi successi di salute pubblica della storia della medicina. La mappa interattiva tratta da Our World Data mostra l’evoluzione dal 1980 a oggi dei casi di polio documentati nel mondo.
Nel nostro paese la vaccinazione antipolio è obbligatoria dal 1966 e l’ultimo caso endemico di poliomielite si è verificato nel 1982. Il successo dei vaccini antipolio, tuttavia, non deve indurre ad abbassare la guardia nei confronti di una malattia che accompagna le società umane da secoli, che è ancora endemica in Pakistan e Afghanistan ed è drammaticamente tornata a riaffiorare negli ultimi mesi nella striscia di Gaza.
La storia di come si giunse alla realizzazione dei due vaccini antipolio, delle loro differenti tecnologie e dell’impatto straordinario che ebbero nell’abbattimento della diffusione della malattia ce la racconta Lara Rossi. Ed è una storia che vede come protagonisti in primo luogo due medici statunitensi, Jonas Salk e Albert Sabin, ma anche uno dei più famosi presidenti degli Stati Uniti: Franklin Delano Roosevelt.
2. Vaccini a mRNA e frontiere della ricerca
Esattamente un anno fa, la biochimica ungherese Katalin Karikó e l’immunologo statunitense Drew Weissman vincevano il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina 2023:
«per le loro scoperte sulle modifiche ai nucleosidi che hanno permesso lo sviluppo di vaccini efficaci a base di mRNA contro il COVID-19»
Con questo premio l’Accademia di Svezia ha riconosciuto in modo ufficiale non sono solo i risultati della campagna vaccinale anti-COVID-19, ma anche i decenni di studi propedeutici che hanno preparato il terreno a questo traguardo delle biotecnologie: la realizzazione dei vaccini a RNA messaggero.
Di Karikò e Weissman e di questa innovativa tipologia di vaccini, che prima del 2020 non erano mai stati testati negli esseri umani, abbiamo parlato con Lisa Vozza, Chief Scientific Officer presso Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro e insieme a Rino Rappuoli autrice per Zanichelli del libro I vaccini dell’era globale. Abbiamo così scoperto che quella dei vaccini a mRNA è una tecnologia rivoluzionaria non solo perché ci consentirà di sviluppare vaccini molto rapidamente, ma anche perché potrà essere impiegata nell’ambito delle terapie antitumorali.