Una volpe volante nera della sottospecie australiana Pteropus alecto gouldi. Le volpi volanti appartengono al sottordine dei megachirotteri o grandi pipistrelli (immagine: Wikimedia Commons)
Difese innate
Ogni volta che il nostro corpo incontra un agente infettivo, come un batterio o un virus, attiva una serie complicata di risposte immunitarie, una delle quali è un meccanismo di difesa conosciuto come immunità innata. I ricercatori si sono concentrati sull’immunità innata dei pipistrelli, in particolare sul ruolo degli interferoni (IFN). Si tratta di una famiglia di glicoproteine appartenenti alle citochine e prodotte dai globuli bianchi o dalle cellule tissutali dei mammiferi, che inibiscono la replicazione dei virus rafforzando le difese immunitarie.Pochi interferoni, ma buoni
Per determinare il ruolo degli interferoni nel permettere alle volpi volanti di convivere coi virus, gli scienziati hanno sequenziato il locus genico IFN di tipo I, che comprende gli interferoni alfa (α) e beta (β), fornendo la prima mappa genica di questa regione in un pipistrello. La prima sorpresa è stata constatare che le volpi volanti nere hanno solo 10 interferoni di tipo I, di cui 3 interferoni alfa, che sono solo una frazione - circa un quarto – di quelli presenti negli umani. Ciò significa che in teoria noi potremmo controllare le infezioni virali letali con un numero di interferoni inferiore.
Una colonia di volpi nere australiane (immagine: Wikimedia Commons)
Quel che difetta in numero, però, è compensato dalla qualità. I ricercatori hanno infatti scoperto che l’interferone alfa è costantemente “acceso” 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, anche quando i pipistrelli non sono stati infettati con virus. In altre specie di mammiferi, come umani e topi, il sistema immunitario si attiva solo in risposta alle infezioni. Tenerlo sempre acceso sarebbe rischioso, perché la sua azione risulterebbe tossica per cellule e tessuti.