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Alla fine, Vostok!

Le trivelle russe hanno perforato il ghiaccio e raggiunto il lago Vostok, il più grande lago subglaciale del Polo Sud, rimasto coperto dai ghiacci per milioni di anni
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Le trivelle russe hanno perforato il ghiaccio e raggiunto il lago Vostok, il più grande lago subglaciale del Polo Sud, rimasto coperto dai ghiacci per milioni di anni

In questi giorni la spedizione di tre squadre di scienziati russi in Antartide si è conclusa con successo: le trivellazioni di ghiaccio per raggiungere il lago Vostok, il più grande lago subglaciale del Polo Sud, alla fine sono terminate a una profondità di circa 4 km. La superficie del lago è stata raggiunta infatti appena in tempo, prima dell’arrivo dell’inverno polare. Si tratta di un enorme traguardo scientifico, dal momento che da più di 20 anni ci si aspetta di poter analizzare le acque di questo lago, rimasto coperto dai ghiacci per milioni di anni.

Qualcuno parla addirittura di 14 milioni di anni, nei quali il lago Vostok ha preservato senza venire a contatto con l’atmosfera terrestre il proprio microclima. L’Antartide era infatti collegato all’Africa e all’Australia, quando 65 milioni di anni fa su quest’ultima era presente ancora un ecosistema tropicale. Il lago sembra essere connesso con altre fonti di acqua sotterranea, sottoposto a correnti geotermiche e influenzato dalle maree.

Microrganismi estremofili
Le acque dolci del lago Vostok sono fredde, circa -3° C, povere di nutrienti e a concentrazioni di ossigeno cinquanta volte maggiori rispetto a quelle presenti nelle acque lacustri di superficie. Se sarà possibile trovare microrganismi, e i ritrovamenti fatti finora nel ghiaccio sovrastante lo lascia intuire, si tratterà di forme di vita primitive capaci di resistere in condizioni climatiche estreme (estremofili). Anche nello spazio, su alcuni pianeti, sono presenti le stesse condizioni climatiche del lago Vostok, come sulla luna di Giove Europa. Indirettamente si pensa che trovare forme di vita nel lago possa significare che anche Europa possa essere culla di forme di vita analoghe ma aliene.

 

Immagine delle trivellazioni eseguite sul ghiaccio sopra al lago Vostok. Fonte: NSF

 

Esplorazione difficile
Il lago Vostok è lungo 250 km e largo 50, si trova a una profondità di circa 4.000 metri, e per tutto l’inverno polare si trova in una zona inaccessibile, perché a -89°C (-150°C percepiti, qualcosa di inimmaginabile). Ma a rendere questo traguardo così difficile (i primi carotaggi risalgono al 1990) sono stati anche i timori di inquinamento e danno al lago stesso. Le acque di Vostok si trovano sottoposte ad alta pressione, ed era necessario sviluppare una tecnologia adeguata per evitare esplosioni una volta raggiunto il margine superiore con una sonda o inquinamento delle acque con batteri e sostanze presenti in atmosfera. Inoltre nel 1999 le trivellazioni sono state bloccate da accordi internazionali perché alcune sostanze chimiche usate per tenere aperto il buco di carotaggio, cherosene e freon, potevano inquinare il ghiaccio. A quanto pare oggi al team russo, diretto da Valery Lukin, non è successo niente di tutto questo. Le moderne tecnologie hanno permesso un prelievo graduale e controllato di acqua del lago, che una volta ghiacciata, dalle ultime notizie sarà analizzata già nei prossimi mesi. Per il 2013 invece sarà previsto il varo di un robot-sommergibile che esplorerà in diretta le acque del lago, l’hydrobot.

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