Tutti gli uccelli moderni sono dotati di becco e quasi tutti volano. Fanno eccezione i pinguini, gli struzzi, il kiwi e pochi altri che hanno perso questa capacità, ma che discendono da antenati volatori. Sarebbe logico quindi considerare il becco come uno dei tanti adattamenti al volo, alla stessa stregua delle ossa cave, dei sacchi aeriferi e delle penne remiganti e timoniere.
Un recente studio condotto da un team internazionale di paleontologi, pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, dimostra invece che questa caratteristica così tipica degli uccelli si è sviluppata per tutt'altra ragione.
Durante il Cretaceo, diversi gruppi di dinosauri avevano già evoluto becchi di cheratina. Di conseguenza, anche per loro tale struttura doveva rappresentare un vantaggio evolutivo, non necessariamente legato all'alleggerimento dello scheletro, un requisito indispensabile per i moderni volatili.
Il team si è quindi concentrato sul cranio fossile dell'erlikosauro (Erlikosaurus andrewski), un curioso erbivoro bipede lungo 3-4 metri appartenente alla famiglia dei terizinosauridi, che 90 milioni di anni fa viveva nell'attuale Mongolia. L’estremità del suo muso era ricoperta da un becco di cheratina, armato di piccoli denti.
Una ricostruzione di Erlikosaurus andrewski (Immagine: Wikimedia Commons)
Grazie alla tomografia computerizzata a raggi X e a simulazioni al computer ad alta risoluzione, i ricercatori hanno ricreato modelli digitali che hanno permesso di capire come funzionasse questo becco primitivo. A quanto pare il suo ruolo principale era quello di stabilizzare la struttura del cranio quando l’animale mordeva o si nutriva, rendendola meno esposta a piegature e deformazioni.
La ricostruzione digitale in 3D del cranio e dei muscoli masticatori (Immagine: Stephan Lautenschlager, University of Bristol)
Uno degli autori ha dichiarato: «I becchi si sono evoluti più volte nel corso della transizione dai dinosauri agli uccelli moderni, di solito accompagnati dalla perdita parziale o totale dei denti. Il nostro studio mostra ora che i becchi ricoperti di cheratina costituiscono un'innovazione funzionale durante l’evoluzione dei dinosauri». Parafrasando Schopenhauer, si potrebbe riassumere con la massima: non c’è uccello senza becco, ma vi furono molti becchi senza uccelli.