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BioScapes Olympus 2012

La competizione BioScapes Olympus, che raccoglie fotografie e video dal mondo vivente microscopico, ha compiuto 10 anni. Lo scorso mese sono stati decretati i vincitori per il 2012, e tra loro è presente un ricercatore di neuroscienze italiano, Matteo Bergami, che ci ha raccontato della sua passione per la microfotografia.
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A novembre avevamo raccontato Nikon Small World, dedicata alla fotografia del piccolissimo. Ora è il momento di BioScapes Olympus, che raccoglie fotografie e video dal mondo vivente microscopico, ha compiuto 10 anni. Lo scorso mese sono stati decretati i vincitori per il 2012, e tra loro è presente un ricercatore di neuroscienze italiano, Matteo Bergami, che ci ha raccontato della sua passione per la microfotografia.

La vicenda dietro la fotografia
BioScapes Olympus è una gara tra appassionati di microfotografia, ovvero immagini raccolte con lo strumento della microscopia ottica e l’ausilio di diverse tecniche fisiche e di colorazione. Sia le foto che i video sono estremamente evocativi e possono essere assolutamente avvicinati alle forme d’arte moderna. Ma nella scelta dei vincitori i giudici della Olympus non si sono fermati a valutare l’impatto estetico delle opere. «Abbiamo visto che questa competizione riesce a concentrare e riunire storie affascinanti che vengono fuori dalla vita quotidiana dei laboratori di ricerca. Le migliaia di immagini che le persone hanno deciso di condividere partecipando a questa gara negli anni, riflette una parte del lavoro più eccitante del mondo della ricerca attuale», ha raccontato il presidente della Olympus Corporation of the Americas Hidenao Tsuchiya.

Una storia italo-tedesca
Ecco perché, incuriositi nel vedere un nome italiano tra gli artisti ai quali è stato dato un riconoscimento, quello di Matteo Bergami, abbiamo voluto conoscere la storia dietro alla foto che lo ha visto protagonista: una sezione di ippocampo di topo. «Il mio lavoro come neuroscienziato mi permette di accostarmi alla microscopia e alla microfotografia tutti i giorni. Mi ha fatto molto piacere sapere che la mia fotografia è stata tra le scelte come ’honorable mention’. In realtà, fotografie di quel genere sono all’ordine del giorno nel mio lavoro, perché servono per documentare osservazioni importanti. Per la competizione Olympus ho scelto una delle aree più classiche in questo senso, l’ippocampo, che sembra essere fortemente preposta ai meccanismi della memoria e direttamente coinvolta in molte patologie neurodegenerative. Devo dire che in quella particolare foto ho voluto aggiungere un pizzico di patriottismo inserendo i colori della bandiera italiana. Spero di avere dato il mio piccolissimo contributo alla fama (già ottima) di cui godono i ricercatori italiani all’estero», ci racconta Matteo Bergami, che lavora all’Università Ludwig-Maximilians di Monaco.

 

Immagine microscopica che rappresenta una sezione di ippocampo di topo (Immagine: Matteo Bergami)

 

Tecniche sempre migliori
La microfotografia negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, anche grazie a ditte come Nikon e Olympus che presentano ottiche ad alta risoluzione. «Una componente fondamentale nel mio campo», racconta Bergami, «è la possibilità concreta di investigare la struttura di determinate aree neuroanatomiche. Oggi basiamo praticamente tutto ciò che sappiamo riguardo la microstruttura del nostro cervello sulle osservazioni rivoluzionarie di scienziati come Ramón y Cajal e Golgi. E oggi le attuali tecnologie ci permettono da un lato di colorare, ad esempio con tecniche di immunofluorescenza, singole cellule o componenti di cellule in tessuti intatti, dall’altro di investigare, grazie a microscopi sempre più sofisticati, addirittura il comportamento di singole molecole. Quando si guarda dentro un microscopio una sezione di cervello colorata, è difficile non rimanere affascinati dall’estrema complessità e bellezza di questo tessuto. Tutto sembra perfettamente organizzato e mirato al raggiungimento di un unico scopo essenziale: come trasmettere nel modo più efficiente gli impulsi nervosi».

Partecipare al concorso per il 2013
Se anche voi avete la passione della microfotografia, da questo mese e fino a settembre verranno raccolte le partecipazioni per il BioScapes Olympus 2013. Si possono mandare fino a un massimo di 5 tra immagini statiche, in sequenza o video. Il vincitore potrà scegliere un equipaggiamento fotografico Olympus a sua discrezione per un valore di 5 mila dollari. Altri premi vengono comunque riconosciuti fino al decimo posto. Inoltre, dal punto di vista artistico, una selezione di immagini verrà convertita in una mostra itinerante (come accade anche per la competizione di Nikon) che toccherà diverse tappe mondiali tra musei e istituti accademici. Per informazioni sulle modalità di partecipazione potete visitare il sito dedicato o contattare via mail contest@olympusbioscapes.com

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