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Uccelli: c'è ancora spazio per la biodiversità

Un recente studio ridisegna la mappa di parentela di quasi diecimila specie di uccelli con un inaspettato incremento della biodiversità.
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L’albero genealogico degli uccelli non è quello che ci aspettavamo. E neppure quello che si aspettavano inizialmente i ricercatori dell’Università di Yale (USA) che, alle prese con il più grande censimento aviario, hanno scoperto che la biodiversità nella classe degli uccelli è aumentata nel corso del tempo, contrariamente a quanto ci si attendeva.

Nella famiglia degli uccelli è tempo di censimenti. Combinando reperti fossili e mappe di distribuzione geografica con l’analisi di campioni di DNA delle diverse specie, un gruppo di ricercatori della Yale University ha disegnato il più dettagliato albero genealogico degli uccelli mai visto finora. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, include quasi diecimila specie diverse di uccelli ad oggi viventi. La nuova mappa non è però il semplice prodotto di un meticoloso lavoro di catalogazione. Osservando l’ultima versione dell’albero genealogico, gli scienziati sono riusciti a mettere in luce dettagli fino a ieri insospettabili sull’evoluzione e biodiversità del mondo degli uccelli.
 

Un dettaglio del nuovo albero genealogico degli uccelli, che collega tra loro ben 9993 specie diverse di uccelli (Foto: Arne Mooers (SFU), Gavin Thomas (Sheffield) and Cody Shrank (Yale)).

 
Uccelli: una famiglia in espansione
Disegnato il nuovo albero genealogico, i ricercatori si sono concentrati subito su uno degli aspetti più importanti in questo tipo di studi: la diversificazione delle specie o, per usare un termine caro agli evoluzionisti, la speciazione. In altre parole: quando e dove si sono generate le diverse specie di uccelli? La cosa che è saltata subito agli occhi dei ricercatori è che il tasso di diversificazione è andato progressivamente aumentando nel corso degli ultimi cinquantamila anni: una conclusione tutt’altro che scontata.
Quando si ragiona in termini di biodiversità, è luogo comune ritenere che un ecosistema – o il Pianeta intero – sia destinato a raggiungere ad un certo punto il limite massimo di specie diverse che può contenere. Raggiunto quel limite, alcune specie inizieranno ad estinguersi.
Prendiamo, ad esempio, una specie X: in un primo tempo la specie evolverà e poi, se le condizioni ambientali lo permetteranno, il suo percorso evolutivo inizierà a ramificarsi, portando alla diversificazione di altre specie diverse da quella iniziale. Nel tempo, le diverse specie andranno ad occupare tutti i micro-ecosistemi disponibili: è a questo punto che si raggiunge il fatidico limite. Non ci sono altre nicchie ambientali da occupare e alcune delle specie inizieranno ad estinguersi, con un progressivo calo della biodiversità di quell’ecosistema.
 
Uccelli: biodiversità in aumento?
Nel caso degli uccelli, tuttavia, le cose non sembrano essere andate in questo modo. L’analisi del nuovo albero genealogico ha infatti messo in luce, in termini di biodiversità, un andamento opposto a quello che gli esperti si sarebbero attesi. Nello specifico, la speciazione degli uccelli, anziché rallentare come sarebbe lecito attendersi, sta in realtà aumentando.
Per spiegare questo dato inatteso i ricercatori hanno avanzato diverse ipotesi. Rispetto ad altre specie animali, gli uccelli hanno senza dubbio un notevole vantaggio: quello di potersi allontanare di molto dall’habitat originario. Questo significa che, in caso di condizioni avverse, la mobilità degli uccelli può aver permesso a diverse specie di abbandonare un habitat divenuto "troppo stretto", per colonizzare nuove nicchie ambientali. Questa capacità di esplorare nuovi habitat, unita all’emergere di nuove caratteristiche fisiche e comportamentali, avrebbe permesso l’evoluzione di sempre nuove specie, spiegando così l’impennata nel tasso di speciazione riscontrato dagli esperti.

Un'immagine rappresentativa della biodiversità degli uccelli (Foto: Wikipedia)

 
La distribuzione geografica delle nuove specie: per gli uccelli tutto il mondo è paese?
Quando si parla di biodiversità e speciazione, non c’è dubbio che un impatto notevole sia dato dalla particolare regione geografica presa in analisi. Ad esempio, le regioni tropicali si caratterizzano, in genere, per una maggiore biodiversità delle specie. Ma questo criterio non sembra valere nel caso degli uccelli. L’analisi della distribuzione geografica delle diverse specie mostra che il tasso di diversificazione delle specie è lo stesso indipendentemente dalla latitudine. Il maggior numero di specie presenti, in senso assoluto, nei tropici potrebbe quindi essere dovuto a un fattore puramente temporale: se le prime specie si sono evolute in queste zone, l’enorme biodiversità oggi apprezzabile è dovuta non ad un maggior tasso di diversificazione, ma al fatto che per più tempo le nuove specie sono andate "accumulandosi" in queste regioni.
Gli autori del nuovo albero genealogico degli uccelli sperano che simili approcci si possano estendere anche ad altri gruppi: i risultati potrebbero essere altrettanto sorprendenti e fornire, nel complesso, un punto di vista completamente nuovo sull’origine delle specie, così come del futuro della biodiversità del nostro Pianeta.

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