La grande ossidazione della Terra
Poi, intorno a 3 miliardi di anni fa, c'è stato un drammatico cambiamento. Piccole regioni contenenti ossigeno libero hanno cominciato a comparire negli oceani. Erano le prime avvisaglie del grande evento ossidativo (Great Oxydation Event), che a partire da 2,4 miliardi di anni fa, e in soli 200 milioni di anni, ha visto aumentare la concentrazione di ossigeno libero di ben 10 000 volte. La conseguenza è stata un'estinzione di massa dei batteri anaerobi, fino a quel momento padroni incontrastati della Terra. Non a caso, l'evento ossidativo è noto anche come "catastrofe dell'ossigeno".
In questa roccia proveniente da Barberton, in Sud Africa, gli strati geologici ricchi di ferro, in rosso, si sono formati quando c'era abbondanza di ossigeno. Quelli grigi, invece, indicano periodi anossici (Immagine: Wikimedia Commons).
I geologi sanno che in questo stesso periodo è cambiata anche la composizione chimica delle terre emerse. Per trovare un possibile collegamento, gli autori dello studio hanno analizzato 48 mila campioni di rocce (in particolare scisti e rocce magmatiche o ignee) provenienti da tutto il mondo e risalenti a miliardi di anni fa. I risultati indicano che i continenti primitivi erano in grado di annichilire il ciclo dell'ossigeno.
Il tramonto dell’olivina
Prima dell’ossidazione, i continenti erano composti da rocce ricche di magnesio e povere di silicio - simili a quelle che si trovano oggi in luoghi come l’Islanda e le Isole Faroe. Ma il dato più importante è che quelle rocce contenevano un minerale chiamato olivina. Quando l’olivina entra in contatto con l'acqua, dà luogo a reazioni chimiche che consumano e fissano l’ossigeno.
L'olivina è il primo minerale del mantello fuso a cristallizzare, ed è un costituente di molte rocce magmatiche intrusive ed effusive. Oltre al verde oliva, può assumere una colorazione giallastra o bruna (immagine: Wikimedia Commons)
È probabile che la stessa sorte sia toccata all’ossigeno prodotto dai cianobatteri durante le prime fasi della vita sulla Terra. Man mano però che la crosta continentale invecchiava, assumendo una composizione più simile a quella di oggi, l’olivina diventava più rara. Anche il consumo di ossigeno richiesto dalle reazioni con l’acqua subì un brusco calo, e questo gas ha potuto finalmente accumularsi. Fu un incremento a singhiozzi, come abbiamo raccontato in questo articolo che si riferisce a un periodo molto successivo, intorno a 500 milioni di anni fa.