Sulla “carta” il Sistema Solare è delimitato da una sorta di “bolla”, l’eliosfera, permeata da un plasma composto da particelle cariche provenienti dal Sole: il vento solare. Lo spazio interstellare è invece dominato dai raggi cosmici e da un plasma molto più denso. Oltrepassando l’eliosfera era previsto che il livello di raggi cosmici aumentasse, poiché il plasma cambia costituzione e con esso la direzione del campo magnetico.
Sfortunatamente il rilevatore di plasma di Voyager 1 è guasto, quindi quando la scorsa estate gli scienziati videro un picco nei raggi cosmici accompagnato da un crollo nel livello di particelle di origine solare, non potevano avere la certezza di aver finalmente oltrepassato l’eliopausa, la regione dell’eliosfera più vicina al mezzo interstellare, perché in mancanza di dati più diretti sul plasma si considerava come “pistola fumante” il cambio di direzione del campo magnetico, che non si è verificato.
Se però il sensore di plasma del Voyager 1 non funziona, quello per le oscillazioni del plasma, originariamente dedicato a indagare la magnetosfera di Giove e quella di Saturno, è ancora perfettamente operativo, e il 9 aprile 2013 ha improvvisamente registrato oscillazioni di frequenza crescente che sono scomparse dopo il 22 maggio. Secondo gli scienziati quelle oscillazioni erano il “suono” di un’eruzione solare avvenuta 400 giorni prima, ma soprattutto oscillazioni di quella frequenza indicavano un plasma decine di volte più denso di quello dell’eliosfera, proprio come quello che ci si attende nello spazio interstellare. Unendo i puntini, la conclusione del team Voyager è una sola: il 25 Agosto 2012 la sonda ha definitivamente lasciato il nostro Sistema Solare. E il campo magnetico? Probabilmente Voyager 1 è ancora abbastanza vicino da risentire ancora di quello Solare. «Nessuno è mai stato prima nello spazio interstellare», ha dichiarato Ed Stone, fisico del California Institute of Technology e tra i principali membri del team Voyager fin dagli albori del programma, «ed è come viaggiare con delle guide incomplete. Ma l’incertezza fa parte dell’esplorazione. Non esploreremmo se sapessimo esattamente che cosa troveremmo».