Per raggingere la velocità necessaria a "braccare" la cometa, Rosetta ha effettuato tre fly-by (passaggi ravvicinati) del pianeta Terra (nel 2005, 2007 e 2009) e uno di Marte (2007)
Ma in tutti questi anni, prima di addormentarsi per un po', non è stata certo con le mani in mano. Nel 2008 ha osservato da vicino l'asteroide 2867 Steins, mentre nel 2010 è toccato a Lutetia 21 rivelarsi agli strumenti scientifici a bordo. Tra questi spiccano OSIRIS, composto da due fotocamere (una delle quali costruita in gran parte in Italia), e lo spettrometro VIRTIS.
Ma come è avvenuto il risveglio di questo gioiello europeo? Distante quasi 700 milioni di kilometri e In stato di ibernazione la sonda non avrebbe potuto ricevere alcun segnale, quindi gli ingegneri si sono affidati a una "sveglia", cioè hanno programmato il computer di bordo per fare uscire Rosetta dal lungo letargo esattamente il 20 gennaio alle ore 10 del tempo medio di Greenwich (11 in punto in italia). A quel punto Rosetta, osservando la disposizione delle stelle, ha determinato il suo orientamento nello spazio e ha provveduto per prima cosa a dirigere i pannelli solari nella direzione del Sole. Successivamente ha puntato l'antenna direttamente verso la Terra per prendere di nuovo comunicazione con la base. Queste operazioni hanno richiesto un po' di tempo, ma finalmente, quando da noi erano da poco passate le 19 di sera del 20 gennaio 2014, sia le basi ESA che NASA hanno sentito di nuovo il segnale di Rosetta.
La sequenza del risveglio di Rosetta in un'animazione dell'ESA
Nei prossimi mesi gli scienziati saranno impegnati a preparare la sonda per la conclusione del suo viaggio: a maggio è previsto il primo "contatto visivo" con la 67-P/Churyumov-Gerasimenko e a novembre Rosetta, in orbita intorno alla cometa, tenterà di fare atterrare il lander Philae direttamente sulla sua superficie, un'impresa mai tentata prima.
Un'illustrazione dell'atterraggio di Philae sulla cometa (Immagine: ESA–C. Carreau/ATG medialab)