Una illustrazione del telescopio Kepler (Immagine: NASA)
Queste sono le conclusioni di un team internazionale di ricercatori che raggruppa Universidad de La Laguna (Spagna), NASA e SETI (USA). Integrando in un modello computerizzato tutte le informazioni più aggiornate su quel periodo (prima di tutto composizione atmosferica, luminosità del Sole e situazione delle masse continentali rispetto agli oceani) con lo spettro emesso da una colonia di moderni batteri purpurei (Rhodobacter sphaeroides), gli scienziati hanno elaborato una serie di ipotetici spettri per il nostro antico pianeta, concludendo che con le giuste osservazioni fotometriche sarebbe possibile distinguere la Terra attuale da quella dell'archeano anche da distanze, letteralmente, astronomiche: non dimentichiamo che nonostante le belle ricostruzioni artistiche di mondi alieni, dei pianeti extrasolari non vediamo più che qualche puntino colorato...
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Come rilevare la presenza di vita su pianeti extrasolari? Una parte della risposta la possiamo trovare cercando di capire che colore avesse la Terra del passato