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Chi si prenderà il raffreddore? La risposta è nei telomeri

Per qualche motivo alcune persone sembrano essere più suscettibili al raffreddore. Ricercatori della Carnegie Mellon University hanno individuato un possibile responsabile: la lunghezza dei telomeri nelle cellule del sistema immunitario.
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Per qualche motivo alcune persone sembrano essere più suscettibili al raffreddore. Ricercatori della Carnegie Mellon University hanno individuato un possibile responsabile: la lunghezza dei telomeri nelle cellule del sistema immunitario rappresenterebbe un marker molecolare in grado di predire chi è più suscettibile al raffreddore.

Nei mesi invernali non è certo raro ammalarsi di raffreddore, ma per qualche motivo alcune persone sembrano essere più suscettibili di altre. Questa tendenza viene spesso liquidata, anche in persone perfettamente sane, come un generico abbassamento delle difese immunitarie: ma cosa significa realmente? Ricercatori della Carnegie Mellon University hanno individuato un possibile responsabile: la lunghezza dei telomeri nelle cellule del sistema immunitario rappresenterebbe un marker molecolare in grado di predire chi è più suscettibile al raffreddore.

Fotografia al microscopio fluorescenza in cui le sequenze telomeriche (in rosso) sono visibili all'estremità di ogni cromosoma (in blu) (Foto: Wikimedia Commons)


Telomeri: lì dove finiscono i cromosomi
Il telomero rappresenta la regione terminale di un cromosoma ed è costituito da sequenze di DNA altamente ripetute. Nelle cellule germinali (cioè i gameti, gli ovociti e gli spermatozoi), il mantenimento di queste regioni è affidato ad ogni duplicazione cellulare alla telomerasi, un enzima che aggiunge basi alla coda del cromosoma, mantenendolo intatto. Nelle cellule somatiche, però, non è presente alcuna telomerasi. Ad ogni duplicazione cellulare, i telomeri si perderanno qualche base e andranno incontro ad un progressivo accorciamento, che diventerà sempre più pronunciato man mano che l’età avanza.
Da tempo i ricercatori sanno che la lunghezza dei telomeri è un indicatore dell’invecchiamento cellulare: più l’età avanza, più la lunghezza dei telomeri tende a ridursi. Questo accorciamento delle regioni telomeriche non è però privo di conseguenze: raggiunto un certo limite, la cellula non funziona più come dovrebbe e muore, con conseguente alterazione della funzione di organi e tessuti. L’accorciamento dei telomeri è quindi associato all’insorgenza di malattie tipiche dell’età avanzata, come i tumori o le malattie dell’apparato cardiovascolare. La riduzione dei telomeri è tuttavia un fenomeno graduale, che ha inizio già negli individui più giovani: ma con quali effetti?
Per cercare di capire se l’accorciamento dei telomeri potesse avere ricadute sulla salute anche in giovane età, ricercatori della Carnegie Mellon University hanno selezionato centocinquantadue volontari sani di età compresa tra i diciotto e i cinquantacinque e fatto loro un prelievo di sangue. Dopo aver isolato le cellule del sistema immunitario (i cosiddetti leucociti), gli scienziati sono andati a misurare la lunghezza telomerica: questo ha permesso di  suddividere il gruppo di studio in base alla lunghezza dei telomeri di ciascuno. A questo punto i volontari sono stati esposti a Rhinovirus (il virus responsabile del raffreddore comune) e tenuti in quarantena per cinque giorni.

Chi si è preso il raffreddore? La risposta è nei telomeri

Passato il periodo di quarantena, i ricercatori sono andati a vedere chi si fosse ammalato e chi no. I risultati hanno mostrato un andamento interessante: i partecipanti con i telomeri più corti erano senza dubbio più suscettibili all’infezione di Rhinovirus. Ma c’è di più: suddividendo il gruppo di studio per fasce d’età, i ricercatori si sono accorti che per i partecipanti di età compresa tra i diciotto e i ventuno anni, non c’era in realtà correlazione tra lunghezza dei telomeri e infezione. Dai ventidue anni in poi, però, questa correlazione era improvvisamente evidente e diventava tanto più forte quanto più aumentava l’età del soggetto. 
 

Fotografia al microscopio elettronico a scansione di un linfocita (Foto: Wikipedia)

Nello studiare i telomeri delle cellule del sistema immunitario gli scienziati si sono accorti di un altro elemento interessante: ad essere particolarmente importante sarebbe la lunghezza dei telomeri di un particolare tipo di linfociti, quelli che esprimono le molecole CD8 e CD28 (due molecole chiave nell’attivazione delle difese immunitarie). I telomeri di queste cellule si accorcerebbero più rapidamente di quelli di altre cellule, compromettendone il corretto funzionamento e causando una maggiore suscettibilità a contrarre infezioni come quella del raffreddore.

Lughezza dei telomeri: un marcatore biologico che non ha età
Questo studio, pubblicato sulle pagine della rivista scientifica Journal of the American Medical Association (JAMA) dimostra per la prima volta come la lunghezza dei telomeri possa, anche nei giovani adulti, aiutare a prevedere chi è più suscettibile a contrarre malattie infettive dell’apparato respiratorio. Se questi risultati dovessero venire confermati anche per altre patologie, allora «la lunghezza dei telomeri potrebbe rappresentare un marcatore affidabile per predire la suscettibilità a certe malattie anche nei giovani adulti» commenta Sheldon Cohen, autore dello studio. E aprendo così la strada a misure preventive mirate e sempre più precoci.

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