Dalla sepoltura "verde"...
In Italia la sepoltura prevede una bara sigillata sepolta in un cimitero autorizzato e l'unica alternativa è la cremazione. Ma un cadavere, spesso trattato con sostanze imbalsamanti, in questo modo occupa il suolo per decenni prima di decomporsi. La cremazione d'altro canto utilizza moltissima energia e inquina l'atmosfera. Non è così nel mondo anglosassone dove da diversi decenni si praticano anche le sepolture verdi. I cari estinti sono sepolti, senza imbalsamazioni, in semplici contenitori biodegrabili e in piena terra, anche all'interno di parchi. La decomposizione così non è più ostacolata e procede rapidamente, senza inquinare il suolo circostante. L'architetto Katrina Spade vorrebbe portare questa filosofia all'interno delle città. costruendo un vero e proprio impianto di compostaggio alimentato a defunti, ma forse esiste una strada più semplice per sfruttare il nostro "ultimo viaggio"....alla sepoltura per la conservazione
Ne sono convinti il dottor Dr Matthew Holden e la dottoressa Eve McDonald-Madden dell'Università del Queensland (Australia), due matematici che studiano come rendere più efficace la conservazione della natura. In un articolo sulla rivista Conservation letters i due studiosi hanno spiegato perché dovremmo supportare le sepolture per la conservazione (conservation burials). A differenza di una normale sepoltura verde, le sepolture per la conservazione prevedono in aggiunta degli schemi con cui finanziare direttamente progetti di conservazione. In pratica, visto che una sepoltura verde è notevolmente più economica, si offre la possibilità di destinare parte dei soldi risparmiati rinunciando a una inquinante sepoltura tradizionale per proteggere la natura. Le sepolture per la conservazione esistono già da diverso tempo, ma secondo gli studiosi sono ancora troppo limitate e sarebbe invece importante concertare una loro espansione. Se tutti gli americani scegliessero una sepoltura di questo tipo, ben 3,8 miliardi di dollari all'anno potrebbero essere dirottati per proteggere la biodiversità: una cifra paragonabile a quella che secondo lo IUCN sarebbe necessaria a livello mondiale per proteggere le specie minacciate. I freddi calcoli però non possono bastare a cambiare lo status quo. Gli autori suggeriscono che le Ong comincino a collaborare con i cimiteri, cercando di personalizzare le opzioni in accordo con le volontà del defunto o dei suoi cari. Un esempio è dato dal Honey Creek Woodlands, in Georgia, un'area protetta dedicata alle sepolture verdi dove si può scegliere il punto di inumazione tra diversi ecosistemi. Concludono gli autori: «Se le sepolture di conservazione diffuse quanto simili forme di beneficenza dopo la morte, come la donazione di organi, i benefici per la biodiversità sarebbero enormi.»
